Miti di Calabria: la leggendaria storia della Torre Talao

Un tempo era un’isola come quelle di Cirella e Dino. Secondo il mito, Omero ne parla nell'Odissea perché vi avrebbe soggiornato Ulisse con i suoi compagni d’avventura

Conosciamo la nostra terra, ne conosciamo i profumi, i luoghi, ma non sempre conosciamo i meravigliosi miti e le misteriose leggende che avvolgono la Calabria.

Eccoci dunque al dodicesimo appuntamento della rubrica #MitiDiCalabria, nata per raccontarvi le più famose leggende che fanno parte della nostra terra.

Oggi vi portiamo a Scalea, Comune della provincia di Cosenza, i cui territori dove oggi sorge sono stati i primi posti abitati dall’uomo nel territorio della Calabria. Ne sono testimonianza gli scavi nelle varie grotte della zona che hanno portato alla luce i resti dei primi uomini e della fauna del paleolitico.

A Scalea troviamo la Torre Talao, simbolo indiscusso del luogo, nonché una delle prime stazioni dell’uomo nell’Italia meridionale. Durante gli scavi nelle grotte di Torre Talao sono state rinvenute importanti prove della fase mousteriana in Calabria, resti della fauna pleistocenica, quali frecce e selci, ritrovamenti che confermano dunque la presenza dell’uomo di Neanderthal.

Torre Talato Scalea

La Torre Talao un tempo era un’isola come quelle di Cirella e Dino e, secondo il mito, queste isolette erano probabilmente gli scopuli errantes che così chiamò Omero nel XII libro dell’Odissea, perché vi avrebbe soggiornato Ulisse con i suoi compagni d’avventura.

Si narra inoltre che su un’altura della Torre vi fosse l’oracolo di Dracone e a darne notizia sono proprio alcuni storici dell’antichità come Erodoto, Strabone, Diodoro e Plinio. Lo scoglio Talao vide infatti il passaggio di Enea e di Ulisse e lì nei pressi morì il compagno Dracone. Dopo la sua morte, in ricordo dell’amico del re di Itaca, sorse un oracolo, che tempo dopo fece una predizione: “presso Dracone Lajo molto popolo sarà per perire”.

Nel 389 a.C. infatti avvenne, nella piana del Lao lo scontro tra Lucani contro Laini e Thurini, e durante la battaglia persero la vita oltre 10.000 uomini tra fanti e cavalieri.