Reggio, la Metro City aggiorna il tavolo tecnico per la mitigazione del fenomeno dell’erosione costiera
Fuda: “Serve sbloccare il prelievo dei sedimenti per difendere le coste e rilanciare l’edilizia”
15 Maggio 2025 - 16:04 | Comunicato Stampa

Nuova riunione del Tavolo tecnico per il coordinamento del fenomeno dell’erosione costiera nel territorio metropolitano di Reggio Calabria. A presiederlo, su delega del sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, il consigliere metropolitano Salvatore Fuda, delegato all’Ambiente, supportato dalla dirigente del settore Ambiente, Domenica Catalfamo.
Componenti e partecipanti al Tavolo tecnico
Nel corso dell’incontro, il terzo, hanno preso parte tutti i componenti: Tutela del Territorio e dell’Ambiente Città metropolitana di Reggio Calabria; settore Pianificazione-valorizzazione del territorio-leggi speciali-Città metropolitana di Reggio Calabria; Regione Calabria, dipartimento Infrastrutture LLPP settore Difesa del suolo; Regione Calabria, dipartimento Ambiente e territorio; Autorità di bacino distrettuale Appennino meridionale; Anas; Rfi; Mit, Direzione marittima-Capitaneria di Reggio Calabria.
Temi affrontati nella riunione
Istituito lo scorso mese di luglio dal sindaco Giuseppe Falcomatà, il Tavolo di oggi ha fatto il punto sulle criticità relative all’erosione costiera sui due versanti dell’area reggina: jonica, tirrenica e dello Stretto; sul tema relativo all’estrazione di materiale dalle fiumare sovraalluvionate; la circolare da inviare a tutti i Comuni della Città metropolitana per un’attenta ricognizione dei lavori eseguiti, in corso e in programma per la difesa costiera; competenze gestione pulizia delle foci: Demanio marittimo e Demanio fluviale; autorizzazioni e pareri su interventi programmati e finanziati.
Le parole del consigliere Salvatore Fuda
“Questo tavolo dal punto di vista politico e istituzionale – ha detto il consigliere metropolitano Salvatore Fuda – ci sta aiutando ad instaurare un dialogo tra le diverse e numerose autorità coinvolte nella gestione del fenomeno dell’erosione costiera per costruire percorsi di lavoro condivisi. Un fenomeno strettamente legato alle condizioni delle nostre fiumare. L’erosione costiera e il sovralluvionamento delle fiumare, soprattutto quelle del versante ionico – ha evidenziato – sono due facce della stessa medaglia: se il materiale che serve ad alimentare la spiaggia non arriva al mare, sia per mutate condizioni climatiche sia per una sbagliata antropizzazione del territorio, l’erosione avanza. Per questo abbiamo voluto inserire all’ordine del giorno della riunione di oggi anche il tema del prelievo del materiale litoide presente nei fiumi”.
Il blocco dell’attività di prelievo del materiale litoide
“L’attività è bloccata ormai da diverso tempo – ha ricordato Fuda – per la mancanza del Piano di gestione dei sedimenti, uno strumento tecnico che l’Autorità di bacino dell’Appennino meridionale dovrebbe elaborare e adottare, in assenza del quale la stessa autorità e i dipartimenti regionali competenti non rilasciano i necessari pareri. Il senso è che non si può prelevare materiale in una porzione di fiume senza conoscere le dinamiche di tutta l’asta e quindi conoscere esattamente l’impatto delle attività che si pongono in essere”.
Studi e proposte della Città metropolitana
“Considerato che i tempi di adozione del piano da parte dell’Autorità sono lunghi – ha detto Fuda – come Città metropolitana ci siamo voluti dotare di specifici studi per la gestione dei sedimenti, coinvolgendo l’Università Mediterranea, individuando tre fiumare particolarmente problematiche, l’Amendola, il Bonamico e la La Verde, per provare a tracciare un percorso in grado di superare la criticità”.
“Abbiamo chiesto a febbraio scorso, nel corso di uno specifico incontro, sia alla Regione che all’Autorità di Bacino – ha ricordato – di voler considerare la possibilità di concedere le autorizzazioni al prelievo su singole aste fluviali corredate dagli appositi studi idraulici, nelle more dell’adozione del piano, proponendo e producendo appunto gli studi riferiti alle fiumare sopra citate. Questa proposta avanzata dalla Città metropolitana può costituire un modello affinché si possa sbloccare l’attività di prelievi del materiale litoide dai fiumi. Un’attività necessaria per poter eventualmente procedere, dopo i dovuti studi, a ripascimenti forzati per contrastare l’erosione costiera nonché a riavviare le concessioni per la valorizzazione del materiale nell’industria dell’edilizia. Infatti la scarsità di materiali inerti per il comparto edile è un problema che si sente molto nel nostro territorio e penalizza il settore, con conseguenze economiche dovuto all’aumento dei prezzi e soprattutto ambientali dovuti al trasporto e ai prelievi abusivi”.
“Su questo insisteremo con la Regione e con l’Autorità chiedendo – ha concluso Fuda – un incontro nei prossimi giorni: abbiamo portato una proposta concreta di soluzione al problema, non possiamo aspettare per mesi fermi ad aspettare”.
Intervento della dirigente Domenica Catalfamo
La dirigente Domenica Catalfamo ha evidenziato che “Il sindaco metropolitano ha costituito questo Tavolo sull’erosione costiera e sulla salvaguardia delle coste, proprio perché si potesse innescare questa sinergia che ci porterà a rendere efficaci gli interventi e capire quali sono le priorità, ad intervenire in emergenza”.
“Nel corso della riunione – ha aggiunto – abbiamo reso edotti, inoltre, i partecipanti degli studi di monitoraggio mirati ad indagare il letto e la foce di alcune fiumare, studi che hanno avuto recente riconoscimento anche in sede di Conferenze Internazionali e condotti con il supporto del dipartimento DICEAM dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, anche al fine di sopperire alla contingente assenza del Piano dei sedimenti che dovrà essere redatto dall’Autorità di distretto regionale”.
Impegno della Regione Calabria e criticità attuali
Durante l’odierno incontro, la Regione Calabria, presente al tavolo con i propri rappresentanti dei settori Lavori Pubblici ed Ambiente ha condiviso l’urgenza degli stanziamenti già richiesti dalla Città metropolitana e del superamento della fase di stallo burocratica che sta causando l’aggravarsi del fenomeno del sovralluvionamento delle fiumare con i conseguenti rischi di esondazione oltre che evidente causa del mancato apporto solido alle coste. In questa fase il ruolo di Palazzo Alvaro è proteso a sopperire ad alcune carenze contingenti ma anche per coordinare e dare impulso agli interventi programmati lungo i 200 km di costa di competenza.