Tipi di sigarette: dalla tradizionale alle e-cig

All’alba del nuovo millennio debutta sul mercato la cosiddetta ‘sigaretta elettronica’, denominazione italiana applicata alle e-cigarettes o semplicemente ‘e-cig’

Contenuto Sponsorizzato – Il mercato dei prodotti per fumatori adulti è radicalmente cambiato nel corso degli ultimi due decenni; il monopolio delle sigarette tradizionali è meno saldo, e viene insidiato da alternative moderne e tecnologicamente più avanzate. In aggiunta, i consumatori sono sempre più attenti alle novità e non disdegnano prodotti differenti e innovativi.

Ad oggi, quindi, nonostante le sigarette (e affini, come sigari e tabacco trinciato) restino il prodotto da fumo più consumato, esiste una buona fetta di pubblico che opta prevalentemente, o esclusivamente, per opzioni alternative. In questo approfondimento, vediamo quali sono e come si differenziano dalle più classiche sigarette.

Sigarette tradizionali

Da quasi due secoli rappresentano il prodotto per antonomasia a base di tabacco. Costituite da un cilindro di carta abbinato ad un filtro in cellulosa, consentono di consumare il tabacco essiccato per mezzo della combustione, aspirando il fumo che passa attraverso il filtro.  Industriali o fatte a mano con trinciato sfuso, espongono il fumatore ai residui della combustione, ovvero la nicotina sprigionata dal tabacco nonché una serie di sostanze tossiche e cancerogene. L’abbruciamento del tabacco produce, inoltre, cenere e residui solidi, mentre il fumo presenta un odore acre e pungente, che tende ad attecchire sui capelli, gli abiti e le mani.

Sigarette a tabacco scaldato

I THP (Tobacco Heating Product), meglio noti come dispositivi a tabacco scaldato, sono tanto spesso quanto erroneamente indicate come ‘sigarette’; a dire il vero, pur essendo un prodotto per fumatori a base di tabacco, tale definizione è quantomeno fuorviante, al pari di altre tra cui “sigaretta senza combustione”.

I riscaldatori di tabacco sono dispositivi elettronici che scaldano una miscela di tabacco (in forma di stick monouso) senza innescare il processo di combustione*. Ciò rappresenta una differenza sostanziale rispetto ai tradizionali prodotti a base di tabacco da bruciare; di conseguenza, è facile intuire perché non sia corretto chiamarle ‘sigarette’.

Per evitare l’innesco della combustione, i THP utilizzano differenti tecnologie, abbinate a sistemi di controllo della temperatura (software e sensori). Le due soluzioni più diffuse sono la Induction Heating Technology e il riscaldamento di tipo resistivo; il primo sviluppa il calore per scaldare la miscela mediante induzione, sfruttando una bobina metallica avvolta attorno alla camera di riscaldamento in cui va inserito lo stick di tabacco. È il caso, ad esempio, dei THP a marchio glo™ prodotti da BAT Italia, contraddistinti anche da una doppia modalità di riscaldamento.  I sistemi resistivi, invece, sono dotati di una resistenza elettrica, che si scalda al passaggio della corrente e trasferisce il calore alla miscela.

*Questo prodotto non è privo di rischi e contiene nicotina, una sostanza che crea dipendenza.

Sigarette elettroniche (‘e-cig’)

All’alba del nuovo millennio debutta sul mercato la cosiddetta ‘sigaretta elettronica’, denominazione italiana applicata alle e-cigarettes o semplicemente ‘e-cig’. In realtà, a differenza di quanto potrebbe suggerire un nome ormai ampiamente consolidato nell’uso corrente – anche a livello commerciale – i prodotti di questo tipo non hanno niente in comune con le tradizionali sigarette. Il motivo è molto semplice: non contengono tabacco, in alcuna forma.

L’appellativo di ‘sigaretta’ è dovuto probabilmente al fatto che questi dispositivi elettronici imitano l’esperienza del fumo tradizionale, pur senza fare ricorso al tabacco. Grazie ad un atomizzatore interno, infatti, le e-cig producono un aerosol caratterizzato da una quantità variabile di nicotina; il vapore viene ottenuto vaporizzando una soluzione liquida, contenuta in una cartuccia collocata all’interno del dispositivo. Quando l’utilizzatore inspira l’aria attraverso l’apposito bocchino, una coppia di sensori entra in funzione ed attiva il sistema di atomizzazione, che riscalda il liquido fino a trasformarlo in un vapore biancastro. È per questo che l’uso delle e-cig viene chiamato ‘vaping’ (in inglese) o ‘svapo’ (in italiano).

I prodotti di questo tipo si differenziano in modelli ‘a sistema chiuso’ e ‘a sistema aperto’; i primi sono dotati di cartucce monouso: una volta esaurito il liquido all’interno del serbatoio, la componente va rimossa per intero e sostituita con un’altra precaricata. Le sigarette elettroniche a sistema aperto, invece, consentono all’utilizzatore di ricaricare il serbatoio interno al termine di uno o più utilizzi, anche variando il tipo di liquido da vaporizzare.

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