Tridico a CityNow: ‘Occhiuto sembra un grillino della prima ora. Sue dimissioni come il Papeete di Salvini ‘

"Reggio mortificata dalla Regione, trasferirò subito le deleghe alla Città Metropolitana. Occhiuto sempre sui social alla ricerca di consensi, aspetto di leggere il suo programma", l'affondo di Tridico, che poi lancia l'invito al confronto...

occhiuto tridico

Pasquale Tridico non le manda a dire. L’ex presidente dell’Inps ed eurodeputato, oggi candidato alla presidenza della Regione Calabria, ha rilasciato a CityNow un’intervista in cui affronta i principali nodi della campagna elettorale. Il suo racconto si muove tra il mancato trasferimento delle deleghe alla Città Metropolitana di Reggio Calabria, le critiche al presidente uscente Roberto Occhiuto, la crisi politica aperta dalle sue dimissioni e la scelta personale di candidarsi, dopo aver dichiarato nei mesi scorsi di voler restare a Bruxelles.

“Reggio mortificata dalla Regione. Trasferirò subito le deleghe”

Per Tridico il punto di partenza è Reggio Calabria, una città che definisce “mortificata” dalle politiche regionali. Il riferimento è alle deleghe che spettano di diritto alla Città Metropolitana, ma che ancora oggi non sono state trasferite.

“Che Reggio ho visto in questi giorni? Una città mortificata dalle politiche regionali. Esiste un obbligo nei confronti delle Città Metropolitane in Italia: distribuire le deleghe da parte delle Regioni. A Reggio non è mai accaduto. È successo ovunque, ma non qui. Perché? Perché la Regione Calabria preferisce accentrare poteri che non le competono o, laddove ci sono sindaci “non amici”, di colore politico diverso, decide di non darle. Questa è anche la percezione del sindaco Falcomatà. Io invece posso dire che la prima cosa che faremo come governance sarà distribuire quelle deleghe che la città aspetta da anni”.

Occhiuto nel mirino: “Un grillino della prima ora”. L’invito al confronto

Il confronto con Roberto Occhiuto, presidente uscente e principale avversario, è diretto e senza sconti. Tridico lo accusa di aver trasformato la politica in un esercizio di immagine.

“Occhiuto non fa altro che stare sui social, alla ricerca di consensi. Mi sembra un grillino della prima ora. Parla sempre di sondaggi che lo vedrebbero all’80 o 90%. Io invece non sto sui social, ma in mezzo alla gente. E lì sento un grandissimo entusiasmo. La mia campagna elettorale è diversa: cammino tra le persone, vado dove ci sono bisogni e difficoltà, ma anche dove ci sono realtà positive, come l’Atam di Reggio Calabria o l’Ntt di Cosenza”.

Un confronto diretto con Occhiuto? Per Tridico non c’è alcun problema. ‘Quando vuole possiamo concordare una data, possiamo farla anche qui su CityNow. ‘

Le dimissioni di Occhiuto e la ricandidatura: “Una crisi senza motivo, come in Brasile”

Il passaggio più critico riguarda la scelta di Occhiuto di dimettersi e subito dopo ricandidarsi. Per Tridico, quella decisione ha aperto una ferita nella credibilità delle istituzioni calabresi.

“I calabresi non si aspettavano che Occhiuto scatenasse una crisi politica senza motivo. Un politico indagato ha due possibilità: dimettersi per affrontare il processo, o dire “vado avanti perché sono sicuro della mia innocenza”. Entrambe le opzioni sono legittime. Nessuno però si aspettava che si arrivasse a trattare la magistratura come in America Latina o nel Brasile di Bolsonaro: dimettersi ma ricandidarsi, come se il voto popolare potesse esimerlo dalle indagini. Questo non può accadere in un Paese dove la divisione dei poteri è un principio fondamentale”.

Un giudizio duro, che interpreta la mossa del presidente uscente come un tentativo di spostare lo scontro politico sul terreno del consenso popolare, eludendo il confronto con la magistratura.

Infine, l’ex presidente dell’Inps spiega perché ha scelto di candidarsi, nonostante nei mesi scorsi avesse dichiarato di voler restare al Parlamento europeo. Una scelta maturata rapidamente, spinta da un appello che definisce “irrinunciabile”.

“Cosa mi ha convinto a cambiare idea? Lo dico francamente, il “Papeete” di Occhiuto, che voleva coglierci impreparati. Da quel momento, ho visto una domanda fortissima dalla mia comunità politica e dalle forze progressiste, che hanno chiesto a gran voce il mio nome. Ho sentito il dovere di rispondere positivamente, nonostante le responsabilità a Bruxelles. Questa è la mia terra, questa è la mia Calabria. Per questo ho accettato. Sono stati venti giorni intensi di riflessione: per chi li ha vissuti, sono sembrati tanti. Altrove, per scrivere un programma, ci mettono venti mesi. Noi l’abbiamo fatto in venti giorni. E attendo di leggere quello del centrodestra”, la punzecchiatura finale di Tridico.

Manca ormai meno di un mese al voto e la campagna elettorale si è già arroventata dopo le prime battute. Sanità, reddito di dignità e le dimissioni di Occhiuto saranno i principali temi dello scontro politico. Tridico ha scelto di impostare il confronto su questi fronti, convinto che la Calabria debba voltare pagina.

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