Tridico a Reggio: “L’azione di Occhiuto è inaccettabile. Falcomatà ha fatto un buon lavoro”
"Noi vogliamo sostenere il voto e facciamo un grande appello a recarsi alle urne, rifiutando la logica di chi preferisce l’astensionismo”, le parole di Tridico
16 Settembre 2025 - 09:44 | Redazione

Durante l’evento “Scirubetta”, in corso in questi giorni a Reggio Calabria, Pasquale Tridico, candidato alla presidenza della Regione Calabria per il centrosinistra, ha messo al centro del suo intervento due temi chiave: la valorizzazione dell’artigianato e la critica alle scelte politiche del presidente dimissionario Roberto Occhiuto.
“Far vedere i nostri migliori prodotti enogastronomici è fondamentale – ha dichiarato – i gelatieri fanno parte di quella catena straordinaria che dà valore alla nostra regione. Falcomatà ha fatto un buon lavoro e questa manifestazione ne è un esempio. Bisogna però migliorare le attività produttive a livello regionale: come Regione abbiamo investito poco nei poli artigianali. Abbiamo zone industriali, ma facciamo poco per il nostro artigianato. È necessario creare rete tra questi poli per valorizzarlo”.
Tridico ha poi raccontato la sua visita nelle aree interne, tra cui San Luca: “Sono luoghi che hanno problemi atavici che ci trasciniamo da tempo, ma custodiscono anche patrimoni come la casa di Corrado Alvaro, di Saverio Strati, di Campanella. In quelle aree bisogna creare la capitale degli scrittori calabresi: con la cultura si può contrastare la cappa di ‘ndrangheta che le soffoca”.
Non sono mancate le critiche a Occhiuto, definite senza mezzi termini: “L’azione spregiudicata di Occhiuto è inaccettabile, la sua mossa da Papeete di Salvini in piena estate voleva coglierci di sorpresa. Per questo la nostra risposta è stata molto ferma”.
Infine, un appello diretto al voto: “Ieri ho incontrato un signore di 105 anni che vota dagli anni ’40. Mi ha detto che può spiegare lui a chi non vuole votare cosa significa coltivare la democrazia. Noi vogliamo sostenere il voto e facciamo un grande appello a recarsi alle urne, rifiutando la logica di chi preferisce l’astensionismo”.