Ucraina, ennesima notte di sirene d'allarme: vertice tra Usa e Cina a Roma

Zelensky torna a chiedere la no-fly zone: altrimenti presto missili su territorio Nato

Le sirene suonano ancora una volta nella gran parte dell’Ucraina: in almeno 19 delle 24 province del Paese la nottata è stata ancora di paura sotto il fuoco dell’artiglieria russa. Volodymyr Zelensky esorta la popolazione a resistere: “vinceremo”, dice in uno dei suoi video serali.

Con toni duri il presidente ucraino mette poi in guardia la Nato: senza una no-fly zone “è solo questione di tempo” prima che un missile russo cada nel territorio dell’Alleanza. E parla del nuovo round di negoziati atteso a ore e che, per la sua delegazione, ha il “compito chiaro” di portare a casa anche un incontro fra Zelensky e il presidente russo Vladimir Putin. Proprio Zelensky chiede da tempo un faccia a faccia con Putin, ma la sua richiesta finora non è stata accolta dal Cremlino.

Mentre a Mariupol si rischia il peggio con la popolazione ormai allo stremo senza cibo e medicine e a Odessa ci si prepara per un’invasione russa dal mare, la diplomazia lavora a tutto campo nel tentativo di mettere fine alla guerra. Oltre ai colloqui fra Ucraina e Russia, nelle prossime ore è atteso a Roma il vertice Usa-Cina fra il consigliere alla Sicurezza nazionale americano Jack Sullivan e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi. Un incontro che arriva mentre filtrano indiscrezioni sulla richiesta della Russia di assistenza militare, inclusi droni, ed economica alla Cina. Per Sullivan e Jiechi è il primo incontro dallo scorso ottobre, il primo faccia a faccia quindi da quando è iniziata la guerra. La Cina non ha mai condannato l’attacco di Mosca ma si è astenuta, anziché votare ‘no’, sulla risoluzione dell’Onu contro la Russia. Solo alcuni giorni fa il presidente cinese Xi Jinping ha però usato per la prima volta il termine ‘guerra’, tanto sgradito al suo alleato Vladimir Putin.

In vista dell’incontro romano e per fare il punto sulle varie iniziative in campo, Joe Biden ha sentito nelle ultime ore il presidente francese Emmanuel Macron. I due leader, riferisce l’Eliseo, si sono accordati per rafforzare le sanzioni contro la Russia. A chiedere a Biden di fare di più per l’Ucraina è da una parte Zelensky e dall’altra un coro bipartisan che si è alzato dal Congresso americano. La richiesta è quella di fornire più armi e jet da combattimento a Kiev in modo che – sostengono parlamentari e senatori Usa – possa difendersi meglio dalla Russia.

Il conflitto russo-ucraino è ad un passo dai confini con l’Unione europea. Missili russi hanno distrutto una base militare a Yavoriv, a metà strada fra Leopoli e il confine polacco, da cui dista circa 25 km. Sono state uccise 35 persone, fra i 134 feriti anche olandesi affiliati alla legione straniera. Mosca rivendica di aver ucciso ‘mercenari stranieri’ e distrutto ‘armi straniere’.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato a chiedere alla Nato di istituire una no-fly zone sul suo Paese, altrimenti, ha avvertito, “i razzi russi cadranno sul territorio dell’Alleanza”. “Se non chiuderete il nostro cielo non è che una questione di tempo prima che i razzi russi cadano sul vostro territorio, sul territorio della Nato”, ha affermato Zelensky in un nuovo video. Il reporter Usa, Brent Renaud ucciso a Irpin, sobborghi di Kiev, da un colpo al collo al checkpoint dove filmava profughi in fuga.

Salgono i timori per una guerra chimica, la Casa Bianca avverte Mosca che pagherebbe un prezzo alto. Varsavia:

‘Se Putin usa le armi chimiche interviene la Nato’. Guerini: “Non permetteremo attacchi sull’Europa, l’Ue deve avere politica di difesa comune”.

La Russia ha chiesto alla Cina assistenza militare per sostenere l’invasione dell’Ucraina. Lo riporta il Financial Times citando fonti americane, secondo le quali Mosca avrebbe chiesto attrezzature militari e altra assistenza militare a Pechino fin dall’inizio dell’invasione. La richiesta ha suscitato preoccupazione all’interno della Casa Bianca, sollevando timori sulla possibilità che Pechino metta a rischio gli sforzi per aiutare le forze ucraine a difendere il paese. Gli Stati Uniti si sono “preparati a mettere in guardia gli alleati sulla situazione alla luce delle indicazioni che la Cina potrebbe aiutare la Russia”, mette in evidenza il Financial Times, riferendo che alcuni funzionari americani hanno ricevuto indicazioni di alcune carenze nelle armi delle forze russe.

E’ salito ad almeno 4 morti e 3 feriti il bilancio del raid russo su una scuola a Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina. Lo riferiscono i servizi d’emergenza locali.

Fra le vittime in Ucraina c’è il giornalista americano Brent Renaud, ucciso a Irpin, nei sobborghi di Kiev, dalle forze russe.

Il giornalista e i colleghi stavano filmando i profughi in fuga da Irpin quando sono stati sorpresi da colpi di arma da fuoco ad un checkpoint. Renaud è stato colpito al collo.

Dopo la diffusione della notizia, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan, intervistato dalla Cnn, ha avvertito la Russia:

‘Subirà gravi conseguenze per quanto sta facendo’.

Sono almeno 596 i civili uccisi dall’inizio del conflitto in Ucraina, 18 giorni fa. Tra questi, 43 sono bambini. Lo afferma l’ufficio dell’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani (Ohchr), secondo cui i civili feriti sono saliti a 1.067, di cui 57 bambini. Nel precedente bilancio di ieri, l’agenzia delle Nazioni Unite aveva parlato di 579 vittime e 1.002 feriti.

Intanto un altro sindaco ucraino è stato rapito dalle forze armate russe: si tratta del primo cittadino della città occupata di Dniprorudne, nella parte sudorientale del Paese, nella regione di Zaporizhzhia. Lo riporta il Kyiv Independent. Il sindaco di Dniprorudne, Yevhen Matviiv, è il secondo sindaco rapito, dopo quello di Melitopol, da quando è iniziata l’invasione russa in Ucraina. “I crimini di guerra stanno diventando sistemici”, afferma il governatore della regione di Zaporizhzhia Olexandr Starukh.

Circa 1 milione di persone sono senza gas e riscaldamento in Ucraina, a causa degli attacchi russi. Lo ha reso noto il fornitore di gas del paese, secondo quanto riporta il Guardian. GTSOU ha fatto sapere che si sta lavorando per riparare i danni causati dai bombardamenti e ripristinare le forniture. I bombardamenti hanno danneggiato le infrastrutture di Donetsk, Luhansk e Mykolaiv.

Agli ingegneri è stato impedito di raggiungere un centro di distribuzione del gas a Bashtanka a causa dei combattimenti in corso. Un centro a Prybuzke è stato chiuso per i danni alle apparecchiature.