Ugl Calabria, Cuzzupi illustra la situazione dei braccianti agricoli di Gioia Tauro

"Chi lavora nella Piana di Gioia Tauro? Chi sono gli immigrati? Quale lavoro svolgono? Perché non sono gli  italiani a lavorare in quella zona?". La nota di Ugl Calabria

Chi lavora nella Piana di Gioia Tauro? Chi sono gli immigrati? Quale lavoro svolgono? Perché non sono gli  italiani a lavorare in quella zona? 

Proviamo a darci delle risposte, dopo aver monitorato con attenzione la situazione, in loco.

I circa 3.500 migranti che abitano questa parte di Calabria, sono stagionali che raccolgono arance, mandarini, kiwi. In un territorio  ricco di risorse ma difficile, per la presenza di soggetti malavitosi e caporali, espressioni di coloro che rappresentano l’antistato, condizionando in maniera negativa l’intera area geografica, seppur rappresentandone una piccolissima  parte.

I migranti, assolvono quei compiti di manodopera a basso costo, da sempre disattese  dai nostri connazionali a causa di condizioni precarie inaccettabili e, perlopiù, percepiscono due, massimo tre euro l’ora per svolgere un’attività  lavorativa di circa 12 ore giornaliere, senza versamenti contributivi e tutele di alcun genere, abitando in  baracche e tendopoli prima, ed in container e nuclei abitativi attualmente, ma, che versano sempre in  situazioni igienico-sanitarie al limite dell’umano, causa mancati allacci dei nuclei abitativi alla rete idrica e fognaria, privi di allacci a condutture di riscaldamento e forniture energetiche, senza presidi sanitari e,quindi, a forte rischio di diffusione di qualsiasi epidemia.

Non conoscono la lingua italiana, sono spesso privi di documenti, vaccinazioni e contratti di lavoro, così come previsto dalle normative vigenti di settore ,per cui si evincono condizioni  non conformi alle tutele dei lavoratori dell’agricoltura. Noi Dirigenti dell’UGL CALABRIA, ci siamo interessati da sempre al problema, adoperandoci in ogni modo e con ogni  mezzo a nostra disposizione, per trovare soluzioni possibili, abbiamo partecipato a sit-in, incontri, trattative e firmato, quali Parti Sociali attive sul territorio, importanti Protocolli di Legalità con Prefetti, Sindaci, Rappresentanti Istituzionali Autorità giudiziarie.

Nonostante tutto ciò, ancor oggi siamo costretti a registrare inaccettabili ritardi e contraddizioni nell’iter lungo ed estenuante, che dovrebbe gestire un fenomeno migratorio irrisolto ed  in continuon affanno.Nelle nostre sedi sindacali, riceviamo segnalazioni di disagio della popolazione ivi residente e continue richieste d’aiuto di uomini e donne che hanno abbandonato i loro Paesi d’origine per fame ed oggi si trovano nella Piana di Gioia Tauro per lavorare e per assicurarsi il pane quotidiano e non chiedono altro se non, giustamente, condizioni dignitose di permanenza in una Calabria  a cui rendono un utile servizio,Terra che si è sempre distinta per accoglienza e calore umano.

ORNELLA CUZZUPI, SEGRETARIO GENERALE UGL CALABRIA