Una valigia di suoni contro la paura: presentata l’edizione 2016 del Play Music Festival


La musica riesce a far incontrare persone e culture diverse, che insieme danno vita a qualcosa di nuovo. Il Play Music Festival 2016 nasce dalla necessità di voler vivere e raccontare questo incontro, esprimendolo in tutti i modi possibili dell’arte contemporanea.

L’associazione Soledad e il direttore artistico Alessio Laganà hanno quindi proposto il tema della valigia di suoni ad altre realtà operanti sul territorio nel mondo dell’arte, dell’impegno sociale, dell’accoglienza.

La valigia di suoni intesa come viaggio, incontro, ricerca, ascolto, apertura verso gli altri, superamento dei pregiudizi, compresi quelli che ci riguardano. È stato chiaro fin da subito che, per evitare gli opposti estremi del buonismo e della diffidenza, avremmo dovuto metterci in gioco “noi” (intesi come italiani, calabresi, reggini) per primi, proprio per superare quel “noi” e allargarlo all’umanità intera.

Come in una festa condivisa, ognuno ha portato qualcosa di sé e delle proprie attività, per costruire insieme delle occasioni in cui raccontarsi e raccontare cosa succede quando si incrociano esperienze e culture diverse. È quindi grazie alla collaborazione e la disponibilità di A di Città Rosarno, Amnesty International Gruppo 292, Arci Community Reggio Calabria, Associazione Magnolia, Coordinamento Diocesano Rc, Fondazione Horcynus Orca, Gruppo Emergency Rc, Help Center Casa di Lena, Il Cerchio dell’Immagine, Techné Contemporary Art, Terrearse Lab che il programma ha potuto prendere forma.

Il cantiere Officine Miramare che ha sposato il progetto, patrocinato dal Comune di Reggio Calabria, lo ha reso ancora più ambizioso e simbolicamente rilevante.

Da tutto questo sforzo sinergico sono nate quattro performance artistiche, una mostra fotografica, otto incontri, oltre che il fiore all’occhiello del Play Music, i tre emozionanti concerti, che di seguito presentiamo alla città.

Play Music Festival 2016 – Programma

Sabato 27 febbraio

Ore 19 | Pre – Posizioni | Performance di apertura

Moto a luogo, moto per luogo, stato in luogo, moto da luogo. Potevamo puntare sui complementi, abbiamo scelto le preposizioni. Di a da in con su per tra fra. Perché è in movimento che ci si incontra, prima di trovare una posizione. Chi è in viaggio?

La performance di apertura del Play Music Festival 2016 gioca con tutti i suoni dell’arte, per superare i pregiudizi. Gli ambienti di Questa casa non è un albergo, la mostra curata alle Officine Miramare da Techné Contemporary Art, interagiranno con i temi del viaggio, dell’identità e dell’incontro tra persone e culture diverse. Durante i giorni del festival, si rimoduleranno costantemente. In apertura, diventeranno scenario di situazioni in movimento in cui a migrare sarà il visitatore/ospite. Temi cari a Techné Contemporary Art, che dal 2006 si impegna a rendere fertile il dialogo tra artisti del territorio e il pubblico europeo e internazionale, nonché tra gli artisti stranieri in Italia e le istituzioni museali, favorendo i rapporti tra gallerie, critici, curatori e collezionisti. tra migrazioni e ricerche di identità. A Reggio Calabria e non solo.

Ore 20| Ascolti con grammofono | a cura di Giuseppe Nicolò

Il fruscio della puntina, il sottofondo del disco che gira: dentro un grammofono antico si custodisce una valigia di suoni. Li scopriremo insieme, grazie alla passione e alla competenza di Giuseppe Nicolò.

Giuseppe Nicolò è appassionato di musica e restauro. Due passioni che si sono unite e rafforzate reciprocamente grazie ai grammofoni antichi. Da più di dieci anni, Nicolò setaccia fiere e mercati in cerca dei preziosi oggetti che raccontano di un passato affascinante e li restaura riportandoli a nuova vita. Ne possiede ormai più di cinquanta, ed è felice di condividere racconti e aneddoti che racchiudono 50 anni di storia musicale.

Ore 21| Periscope feat. Dario Deidda in concerto

Orazio Maugeri sax – Alessandro Presti tromba – Toti Cannistraro piano – Gaetano Presti batteria – feat. Dario Deidda basso

Gruppo italiano di comprovata esperienza che annovera la presenza di due grandi del jazz italiano e del pop d’autore come Dario Deidda e Orazio Maugeri (tra le collaborazioni: Francesco De Gregori, Pino Daniele, Fiorella Mannoia). La band propone una reinterpretazione di temi di Bill Evans, Billy Strayhorn, Charles Mingus.
Orazio Maugeri è uno dei più grandi musicisti del movimento jazzistico italiano. Sassofonista versatile, vanta una vasta attività concertistica e discografica con musicisti italiani e stranieri, dalla musica jazz alla musica etnica, dalla musica d’autore alla musica contemporanea. Ha suonato con artisti del pop italiano come Francesco De Gregori col quale ha inciso sette cd dei quali cinque live. Maugeri, già docente presso i Conservatori di Palermo e Catania. Tra le collaborazioni: Tom Harrell, Nathalie Cole, Diane Schuur, Arturo Sandoval, Vinicio Capossela. Ha suonato da solista con: Orchestra della RAI, l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania.

Alessandro Presti è uno dei più promettenti trombettisti jazz italiani. Si specializza presso la fondazione Siena Jazz, sotto la guida di Corvini e Tamburini.
Nel 2010 vince il terzo premio al Vittoria Jazz Award e nel 2011 il premio del pubblico e il premio della critica Yamaha al concorso Chicco Bettinardi. Nonostante poco più che ventenne ha già affiancato musicisti d’eccellenza come Nasheet Waits, Paolino dalla Porta, Fabio Zeppetella, Mario Biondi, Ellade Bandini. Fa parte da tre anni del quartetto italiano di Eddie Gomez.

Toti Cannistraro oltre ad essere un valido pianista è un organizzatore/produttore di importanti festival jazz. Ha avuto modo di collaborare con artisti internazionali soprattutto americani, organizzando per loro tour in Europa, prediligendo la nuova generazione di jazzisti New Yorkesy che si muovono nei locali del Village. Vivendo infatti per anni tra Palermo e New York, è stato il talent scout di molti artisti emergenti degli anni 90 che oggi suonano nell’Olimpo del jazz mondiale.

Gaetano Presti è una giovanissima promessa del jazz italiano. Ha studiato con il M. Giuseppe Urso specializzandosi con Billy Stewart, Dave King, Mark Guiliana.  Ad oggi frequenta il corso di Batteria e Percussioni Jazz presso il conservatorio V. Bellini di Palermo. Si esibisce dal 2010 con formazioni composte dai migliori musicisti jazz siciliani. Tra le collaborazioni, ricordiamo: Fabrizio Brusca, Robertinho de Paula, Nello Toscano,  Danilo Blaiotta, Rino Cirinná, Giacomo Tantillo, Fabrizio Cassarà, Roberto Brusca, Daniela Spalletta, Giuseppe Asero.

Dario Deidda è uno dei musicisti jazz italiani più apprezzati nel mondo. Tra le collaborazioni, ricordiamo quelle con Maurizio Giammarco, Roberto Gatto, Danilo Rea, Enrico Rava, George Coleman, Jerry Bergonzi, Marcus Miller, Vinnie Colaiuta, Randy Brecker, Michel Petrucciani, Benny Golson. Ha fatto parte di numerose band televisive (Il caso Sanremo, M. Costanzo Show, L’ottavo nano, Roxy Bar). Nel 1999 ha fatto parte della band di Pino Daniele. Ha inoltre formato con i colleghi e amici Marco Siniscalco e Luca Pirozzi, un trio di soli bassi elettrici, Bassic Istint.

Domenica 28 febbraio
Ore 18 | Searching Rosarno: paesaggi sonori della Piana

Alla ricerca della Rosarno contemporanea, quella che sembra perduta tra chiusure e reciproche diffidenze. Alla ricerca delle impronte e dei segnali che, per usare le parole del compositore Schafer, ne costituiscono il paesaggio sonoro. Dalle voci di persone che il territorio, oltre che raccontarlo, lo vivono e lo ascoltano.

Angelo Carchidi da 27 anni si muove tra Rosarno, Roma e Ferrara, dove ha terminato i suoi studi in architettura. A Ferrara si appassiona alla vita associativa e organizza 2 edizioni della 4 Giorni delle Arti. Ritorna a Rosarno nel 2012 e insieme a Ettore Guerriero e a Giovanna Tutino è tra gli ideatori di A di Città e del Festival della Rigenerazione. Instancabile nomade, con un forte senso delle radici nella propria terra natia, si muove tra il coinvolgimento della propria comunità in progetti di coesione sociale e la ricerca, che lo porta a pubblicazioni di contributi all’interno di saggi e di testi scientifici e a esperienze come tutor in laboratori di progettazione urbana e culturale.

Bruno Giordano, 27 anni, è reggino e fotografo professionista. Dal 2013 è socio attivista di Amnesty International, nonché co-fondatore del Gruppo Italia 292, di cui è vice-Responsabile. Nel 2015 viene nominato referente per la comunicazione della circoscrizione Calabria di Amnesty International, fonda il gruppo locale Greenpeace di Reggio Calabria, l’unico attualmente presente in tutta la regione, e ne diviene coordinatore. È inoltre volontario per il Gruppo Emergency di Reggio Calabria, per ReggioVeg, unica associazione anti-specista presente in città, e dal 2010, per il Tribunale per i Diritti del Malato. Sempre a Reggio Calabria.

Ousmane Thiam nasce in Senegal nel giugno 1972. Nel 2011, a Rignano Scalo (Fg), dove si prestava a lavorare come bracciante, conosce Emergency. Distintosi come eccellente poliglotta, (parla benissimo 5 lingue, tra cui un fluente italiano) , diventa mediatore culturale per l’organizzazione. Attualmente lavora presso il Poliambulatorio Emergency di Polistena, dove svolge un ruolo importantissimo facendo da collante soprattutto con l’utenza che popola la tendopoli e i container di Rosarno.

Giovedì 03 marzo

 Ore 19 | Saudade fez um samba. Introduzione alla Musica Popular Brasileira

“La saudade ha scritto una samba”, cantava João Gilberto nel 1959. Dopo quell’album, “Chega de saudade”, il mondo avrebbe scoperto la bossanova, in cui la samba si lega al jazz. Ma la saudade, che cos’è? Tra nostalgia e desiderio, viaggio tra i ritmi emotivi del cuore del Brasile. E non solo.

 Giovanni Guaccero è compositore e pianista. Da molti anni si occupa di música popular brasileira (MPB): nel 1976 inizia ad ascoltare i dischi di Vinicius de Moraes, Toquinho e Chico Buarque, incoraggiato anche dal padre che nel 1981 lo porta ad assistere a un toccante concerto di Baden Powell in omaggio a Vinicius. Nei primi anni ’90 inizia a suonare nei jazz club romani con la cantante carioca Rosalia De Souza. Nel 2005 conosce il poeta Geraldo Carneiro, collaboratore di Egberto Gismonti, con cui compone il brano Em surto de poesia. Nel 2014, insieme alla chitarra di Stefano La Via, accompagna al pianoforte la voce di Chico Buarque de Hollanda, nell’incisione del brano Senza te (Sem você 2) dell’artista carioca, incluso nel cd allegato al volume Chico Buarque. Canzoni di Stefano La Via (Pavia University Press). L’amore per la MPB non è mai venuto meno, nella convinzione di trovarsi di fronte a una delle più ricche, complete e importanti culture musicali del mondo.

 Ore 20 | Auto-nòmos

Fogli di carta, pratiche, accumuli, routine. Un richiamo ad una presa di coscienza. Una provocazione al valore dell’oggetto artistico. Partendo da una parola: autonomia.

Taciana Coimbra Visual artist e performer, vive a Reggio Calabria. Ha lavorato con il Bare/Not Curating Projects di Londra ed è l’ideatrice del gruppo d’arte contemporanea AMPLEXO in Brasile. La sua opera si appropria dell’iconografia della donna come un contenitore psicologico in cui la sessualità si confronta con diversi aspetti antropologici della società contemporanea. Il suo percorso artistico è segnato da incontri speciali, come in occasione del progetto di arte ed educazione Meninos do Campus-UFPE’ realizzato nel 1998 in Brasile. Dalla sua avventura come straniera in Italia nascono, nel 2008, il progetto Niente a che vedere con le donne di Almodóvar, in cui racconti di donne straniere diventano una videoart e una performance, e la sua tesi di laurea all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, focalizzata sul migrante.

Ore 21 |Trio Da Paz

Il Play Music Festival è felice di ospitare a Reggio Calabria la prima tappa del tour europeo del Trio da Paz. Formato da tre dei musicisti più quotati in Brasile, collaboratori di Antonio Carlos Jobim, il Trio da Paz è unico per la capacità di coniugare il jazz alla musica brasiliana. Fondato nel 1990 da Romero Lubambo, Nilson Matta e Duduka Da Fonseca, il trio ridefinisce il jazz brasiliano con interazioni armoniosamente avventurose, improvvisazioni audaci e ritmi abbaglianti. Tutti e tre sono riconosciuti maestri del jazz samba con curriculum impressionanti.

Duduka da Fonseca è nato Eduardo Moreira da Fonseca, a Rio de Janeiro, nel 1951. Batterista e percussionista, ha iniziato a suonare all’età di 12 anni e a 15 aveva già collaborazioni con i musicisti più quotati del Brasile. Nel 1975, si trasferisce a New York, dove la sua carriera esplode con i Brazilian Express, i New York Samba Band e i Brazilian All Stars. Ha collaborato con artisti internazionali come Antonio Carlos Jobim, Herbie Mann, John Scofield, Gerry Mulligan, Joe Henderson, Cláudio Roditi, Nana Vasconcelos, tra gli altri. Nel 1990 cofonda il Trio da Paz.

Romero Lubambo A 13 anni ha cominciato a studiare la chitarra classica, alla Villa-Lobos Music School. Dal 1985, ha vissuto negli Stati Uniti e suonato e registrato con nomi come Astrud Gilberto, Dianne Reeves, Michael Brecker, Al Jarreau e Cesar Camargo Mariano. Uno dei suoi contributi più noti e amati è la chitarra che ha fornito a Yo-Yo Ma e Paquito D’Rivera su Doce de Coco dentro il CD Apassionata di Ma.
Nilson Matta è stato definito dalla rivista statunitense Downbeat una centrale elettrica bassista. Matta ha studiato contrabbasso presso l’Università Federale di Rio de Janeiro (UFRJ) con Sandrino Santoro. Durante i suoi anni in Brasile, ha suonato con luminari come João Gilberto, Hermeto Pascoal, João Bosco, Luis Bonfá, Chico Buarque. Dal trasferimento a New York, negli anni ’80, ha suonato e registrato con Paquito D’Rivera, Herbie Mann, Astrud Gilberto, Mark Murphy, Don Friedman. Con il pianista leggendario Don Pullen Nilson ha co-fondato il progetto The Afrobrasilian Connection. Ha lavorato a lungo con il sassofonista Joe Handerson, giocando un ruolo fondamentale nell’album Joe Henderson Big Band, vincitore del Grammy per la migliore performance come big band.
Sabato 05 marzo
Ore 17.30 | Senza Valigia: visioni incrociate

Approdi, tra Reggio Calabria e Lampedusa. Due porti, centinaia di volti, persone, storie diverse. Due diverse esperienze, in momenti e luoghi diversi, per immagini che rispondono ad una identica necessità: documentare una tragedia globale che ci appartiene e che sembra vederci tutti impotenti. Insieme in una mostra inedita, queste fotografie diventano complementari ad una narrazione di cui ci mancherà più di un frammento e molte verità. Da una parte gli sbarchi dei sopravvissuti, con tutto il carico intangibile che portano con sé; dall’altra le carcasse di barconi fatiscenti ammassati nell’area portuale di Lampedusa, e tutte le storie che contengono.

Marco Costantino nasce a Reggio Calabria il 31 marzo 1975. Nel 2007 comincia l’attività fotogiornalistica nel quotidiano Calabria Ora, dal 2010 è iscritto all’ordine dei giornalisti. Attualmente collabora con la testata Il Garantista e con agenzie di stampa. Oltre alla fotografia di cronaca è molto attivo nella fotografia di scena (teatro e concerti).

Daniela Liconti, giornalista, traduttrice e copy, collabora con case editrici nazionali, testate giornalistiche, redazioni e agenzie di comunicazione. Viaggiatrice per passione, per lavoro, comunque per necessità.

Ore 18 | Questo mare è pieno di voci: passaggi sullo Stretto

“Questo mare è pieno di voci e questo cielo pieno di visioni” scriveva Pascoli ai primi del ‘900. Da quali voci e da quali visioni è popolato lo Stretto contemporaneo? Da chi è attraversato? Viaggio tra gli attraversamenti letterari di Vittorini, Pasolini e D’Arrigo e l’esperienza di chi quotidianamente lavora sul fronte accoglienza, sia su quella che è stata definita “l’emergenza sbarchi” che sulla richiesta di protezione internazionale.

Massimo Barilla, classe 1972, è autore, attore e regista teatrale. Dal 1998 è direttore artistico del Mana Chuma Teatro, associazione di teatro civile. Dal 2003 è il responsabile degli eventi culturali della Fondazione Horcynus Orca, ente gestore dell’omonimo parco culturale a carattere interdisciplinare che comprende il complesso monumentale di Capo Peloro (Me) nonché cluster per l’economia solidale e la sostenibilità ambientale.

Davide Grilletto è presidente per la provincia di Reggio Calabria dell’Arci, l’Associazione Ricreativa e Culturale Italiana, nonché coordinatore del Progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) Approdi Mediterranei del comune di Villa San Giovanni. È inoltre componente, in rappresentanza del comune di Reggio Calabria,  della commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Crotone – sezione di Reggio Calabria.

Bruna Mangiola, classe 1952, è responsabile del settore promozione umane della Caritas diocesana, dell’Help Center Casa di Lena nonché del Coordinamento Diocesano di prima accoglienza, nato per rispondere alla richiesta dei migranti che sbarcano al porto di Reggio Calabria. Un Coordinamento composto da Agesci, Masci, Comunità di Sant’Egidio, Gesuiti e Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Ottimista, è l’emblema della frase: “La solidarietà non ha orario”.

Domenica 06 marzo

Ore 18 | Un bagaglio di suoni: la ricerca di Mimmo Martino

Non è semplice parlare di una persona che fisicamente non c’è più. Ma la valigia di suoni che Mimmo Martino ha lasciato è un bagaglio immenso, troppo grande e importante per non sentire la necessità di fermarsi a condividerlo ancora. Una ricerca che è andata molto oltre le etichette, musicali e non solo, dalle voci di chi di quella ricerca è stato testimone.

Simone Martino è attore e musicista professionista, arte terapista. Nato a Milazzo nel 1980, frequenta nel 2002 la Scuola Laboratorio Internazionale del Teatro delle Radici con il quale collabora come attore dal 2003 al 2009. Continua la sua formazione tra Europa ed America Latina approfondendo lo studio tra corpo poetico, narrazione fisica e interrelazione tra musica e recitazione. Collabora con varie realtà artistiche, tra cui NIDO acciones escennicas (Malaga). Con Il ventre della Balena partecipa come attore a vari festival teatrali, tra cui XII Festival de teatro de la Habana (Cuba), 24th Fadjir International Theater Festival (Iran). Ha collaborato come musicista con artisti e gruppi tra cui Claudio Lolli, Giora Feidman, Carmine Torchia, i Mattanza, i Pontedaria. Si occupa di formazione e didattica tenendo corsi sia in Italia che all’estero.

Paola Bottero è giornalista, esperta di comunicazione pubblica e strategica e di mkt territoriale, scrittrice, editrice, autrice di programmi, direttrice di rete. Ma (ci tiene a sottolinearlo) soprattutto persona. Nata a Torino il 26 novembre del 1967, dal 2000 ha scelto la Calabria come terra d’adozione. Vive tra Roma e Reggio Calabria. Impossibile sintetizzare il suo cv in poche righe: già giornalista parlamentare e portavoce di ministri, è approdata in Calabria come esperta di comunicazione pubblica e strategica. L’urgenza delle storie calabre l’ha convinta a diventare, nell’ordine e senza che ognuno di questi passaggi escluda i precedenti: scrittrice (ad oggi ha pubblicato cinque opere di narrativa e due libri inchiesta a più mani), editrice (ha fondato Sabbiarossa ED), autrice radiofonica e conduttrice (ossi di seppia, aM, #CalabriaOLTRE la notizia, YouTouring), direttrice di rete (network radiotelevisivo Touring).

Danilo Gatto è musicista, studioso e didatta. Diplomatosi in Pianoforte presso il Conservatorio di Cosenza, si è poi laureato in Scienze Politiche presso l’università La Sapienza di Roma. Da oltre 30 anni si interessa di musica popolare come musicista e ricercatore, perfezionando sul campo la conoscenza delle modalità proprie della musica tradizionale calabrese, ottenendo per questo nel giugno 2006 il premio “Cassano” per l’etnomusicologia. Già componente del gruppo Re Niliu, con il quale ha partecipato ai più importanti festival di musica etnica del mondo, ha fondato nel ‘95 il gruppo Phaleg, e recentemente l’Orchestra Popolare Calabrese.

Giovanni Ladiana è superiore dei Padri Gesuiti di Reggio Calabria. Dopo l’attentato che il 3 gennaio 2010 ha colpito la Procura Generale della Repubblica ha promosso la manifestazione da cui è nato Reggio non tace, movimento di cittadini nato per sconfiggere il silenzio e proporre iniziative concrete per lo sviluppo della città. È autore del saggio Anche se tutti io no (Laterza, 2015). Nel novembre 2015 ha inaugurato Casa Eutòpia, luogo in cui stanno trovando sede alcune realtà reggine che si occupano a vario titolo del bene comune: dalla promozione dei diritti e della partecipazione attiva della cittadinanza, all’ambito della cultura, dell’economia alternativa, della lotta di liberazione dalla ‘ndrangheta.

Mario Lo Cascio è compositore, produttore e strumentista. Fa parte dei Mattanza, gruppo fondato da Mimmo Martino per il quale ha anche lavorato alla composizione di musiche e agli arrangiamenti. È interprete e coautore, con Mimmo Martino, del progetto Il suono e la parola. Ha suonato con Phaleg, Capueira Chamarel, Marikuyè, Walking trees, Fabulanova e i Discanto. Ha pubblicato con i Discanto l’album Chista Maìa (2005) e come solista l’album Luce Buia (2010). Ha scritto musiche per cortometraggi, televisione e teatro. Ha partecipato a diverse produzioni teatrali e spettacoli tra cui Jesus Christ Superstar (compagnia Opera Broadway).

Fabio Macagnino nato a Hilden (R.F.T.), è cantautore, percussionista, attore. Inizia il suo percorso musicale come batterista rock con la band calabrese Omerthà per poi allargare i suoi interessi al teatro e al mondo della world music: approfondisce lo studio dei tamburi a cornice (con Arnaldo Vacca, Massimo Cusato) vivendo la scena musicale che cresce intorno al Kaulonia Tarantella Festival e al festival Roccella jazz. Dopo numerose esperienze (cofonda i gruppi Folia, TaranKhàn e l’orchestra di musica popolare KarakoloFool) e una laurea in Architettura, nel 2008 decide di dedicarsi esclusivamente al cantautorato da solista, producendo 2 dischi (Scialaruga, Cosmopolitan Mama) che sintetizzano il suo percorso musicale: dalla rivitalizzazione della tradizione alla ricerca di una sintesi a più viste.

Ezio Marrari è vicepresidente dell’associazione culturale Magnolia, che ha co-fondato nel 2007. Gli altri soci lo definiscono un portatore sano dei valori dell’associazione, nata per impegnarsi sul territorio in prima persona sui temi dell’ecologia, del riuso, del consumo critico e della cittadinanza attiva, mirando a far emergere come il legame ad un territorio debba essere alimentato attraverso la riscoperta di ciò che a prima vista sembra superato, donandogli valore e bellezza.

Venerdì 11 marzo
Ore 18 | Collage in valigia: che rumore fa l’identità?

Un incontro per indagare quell’enigma che chiamiamo identità, tra assemblaggi, momenti di passaggio, tentativi di mettere insieme spunti diversi, conflitti sempre in agguato. Ci siamo chiesti che rumore fa, nella valigia dei suoni che portiamo dentro. Lo chiederemo a chi, per vie diverse, si pone la stessa domanda: perché si deve spostare o si è già spostato, perché si confronta con le esigenze di chi è andato via, perché studia i modi con cui questi spostamenti li rappresentiamo, ieri come oggi.

Alessandro Cartisano, giovane reggino, è impegnato nel sociale. Presidente dell’associazione di volontariato Il Gabbiano, è a sua volta uno dei volontari dell’Help Center Casa di Lena, uno sportello di ascolto, accoglienza e risposte pratico-legali inaugurato nel marzo 2015 nei locali della Stazione Centrale di Reggio Calabria che rientra. All’Help è referente del sistema Anthology, rete informatizzata dell’Osservatorio Nazionale sul Disagio Sociale in stazione.

Denise Celentano – È nata a Reggio Calabria nel 1987. Dopo una laurea alla Sapienza di Roma, è ora dottoranda di ricerca in Filosofia politica all’Università di Catania e all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. Ha pubblicato saggi in diverse collettanee; si interessa fra l’altro di anacronismi come la letteratura, il Sud, la giustizia sociale. Soffre di pendolarismo cronico, malgrado il quale cerca di dare un contributo all’associazionismo locale come socia di Terrearse LAB, associazione giovanile no profit per la quale ha curato il progetto di rinarrazione dell’emigrazione meridionale Sud Altrove.

Mauro Geraci dal 2005 è professore associato all’università di Messina per le discipline demo-etno-antropologiche. Ha alle spalle decenni di ricerca sulla poesia popolare e i pueti-cantastorii in Sicilia e Calabria. Si è focalizzato sulle strategie del silenzio che compongono questa poesia, e sui modelli etici sottesi a questo tipo di poesia-canzone. Oltre a numerose pubblicazioni, nel 1997 è stato chiamato come consulente per la cura dei documenti folklorici siciliani della raccolta etnomusicale Lomax-Carpitella. Dal 2002 a oggi ha avviato nei contesti urbani dell’Albania post-socialista una indagine antropologica che rileva le immagini ricorrenti nella letteratura più recente come strategie retoriche e simboliche per il controllo e la ridefinizione della memoria collettiva. Un’indagine che ipotizza in Albania la riproposizione di un mosaico interpretativo prometeico, focalizzato sulla concezione di una nazione dalla vincente perdita, utile a ridefinire una memoria storica comune in rapporto alle più recenti trasformazioni politico-sociali.

Ali Ibrahim, sudanese, è titolare di protezione internazionale e mediatore Arci presso il progetto SPRAR Approdi Mediterranei– comune di Villa San Giovanni.

Sabato 12 marzo

Ore 20| Ascolti con grammofono – a cura di Giuseppe Nicolò

Il fruscio della puntina, il sottofondo del disco che gira: dentro un grammofono antico si custodisce una valigia di suoni. Li scopriremo insieme, grazie alla passione e alla competenza di Giuseppe Nicolò.

Giuseppe Nicolò è appassionato di musica e restauro. Due passioni che si sono unite e rafforzate reciprocamente grazie ai grammofoni antichi. Da più di dieci anni, Nicolò setaccia fiere e mercati in cerca dei preziosi oggetti che raccontano di un passato affascinante e li restaura riportandoli a nuova vita. Ne possiede ormai più di cinquanta, ed è felice di condividere racconti e aneddoti che racchiudono 50 anni di storia musicale.

Ore 21 | BABA SISSOKO – Guest Luigi Masciari  

Il blues nasce come evoluzione della musica tradizionale africana negli sterminati latifondi degli stati del Sud America. Dalla stessa radice, con evoluzioni differenti, nasceranno il jazz, il r&b, il rock. Il Play Music  propone per la serata finale una formazione inedita che vede insieme sul palco Baba Sissoko, musicista simbolo del Mali, e Luigi Masciari, chitarrista rock-blues: per tracciare insieme questa musica di migrazione, di denuncia ma al contempo di speranza, chiamata Blues.

Baba Sissoko, cantastorie e polistrumentista, è uno dei maggiori esponenti dell’etno-jazz, da anni impegnato nella diffusione della tradizione musicale del Mali in ambito internazionale. Tra le collaborazioni, ricordiamo quelle con Youssou N’Dour, Buena Vista Social Club e l’Art Ensemble of Chicago. Come un vero griot attinge al patrimonio di suggestioni e leggende del suo continente per trasformarle in musica. È maestro indiscusso del Tamani (talking drum) che ha imparato a suonare durante la sua infanzia, grazie agli insegnamenti di suo nonno Djeli Baba Sissoko. Eccelso polistrumentista, Sissoko suona anche lo ngoni, il kamalengoni, la chitarra, il balaphone e… canta! Originario di una grande dinastia di griots del Mali, Baba ama integrare alle melodie ed ai ritmi propri della tradizione musicale del Mali le sonorità del jazz e del blues.

Luigi Masciari si è formato sotto la guida di  artisti  del calibro di Jim Hall, Michel Camilo,  Benny Golson, Kurt Rosenvinkel. Da subito dimostra doti compositive  che sintetizzano vari linguaggi tra cui il rock, il jazz ed il blues. È vincitore del premi: Outstanding Talent al Berklee Summer Clinics Umbria Jazz; Eddie Lang International Prize for Jazz Guitarists a Monteroduni e Betty Carter’s Jazz Ahed for performers and composers. Quest’ultimo riconoscimento gli consente di esibirsi sul palcoscenico del Kennedy Center di Washington D.C.  Collabora stabilmente con nomi di spicco del panorama  nazionale tra cui: Paolo Damiani,Danilo Rea, Maurizio Giammarco, Javier Girotto. È in uscita l’ultimo lavoro discografico registrato a New York di chiaro sapore rock-jazz.

Domenica 13 marzo

Ore 10 | I suoni del Griot: incontro con Baba Sissoko

I racconti in musica e parole dei Griot, poeti e cantori che nell’Africa occidentale avevano il compito di conservare la tradizione orale degli antenati, dalla voce di un Griot contemporaneo d’eccezione.

Ore 11.30 | Risonanze #1: oggetti in viaggio

Il momento conclusivo della performance in progress durante i giorni del festival. Scambieremo gli oggetti e prenderemo in carico la storia dell’altro, per un intreccio in continuo movimento.

Risonanze #1 è la performance in progress del Play Music Festival, nata per accogliere, raccogliere e fare entrare in risonanza le nostre diversità. Ci sono degli oggetti che hanno per ciascuno di noi un senso o un sentimento particolare: oggetti che in qualche modo risuonano dentro, raccontando qualcosa della nostra storia, unica e irripetibile. Abbiamo immaginato di creare un’opera d’arte in progress, partecipata, formata dagli oggetti che ognuno accetterà di portare alle Officine Miramare, legati ad un’esperienza o un’emozione. Ogni oggetto sarà sistemato dal proprietario in uno spazio pronto ad ascoltarne la storia, grazie alla collaborazione dei ragazzi de Il Cerchio dell’Immagine, che documenteranno le testimonianze in video per tutti i giorni del festival fino a sabato 12, in cui ognuno scambierà il proprio oggetto con quello di un’altra persona, accogliendone il vissuto.

Ore 12 | Soggetti Smarriti

Per un viaggio che finisce, un altro ne comincia. Nessuna asta, per i nostri soggetti smarriti, ma la volontà di continuare a cercare e condividere tracce ed emozioni. Una valigia di suoni.

La performance di chiusura del Play Music Festival cercherà di raccogliere tutte le suggestioni prodotte dai 3 weekend di influenze reciproche e intrecci.