Una vita in mare. Dentro la “Margottini”, nave da combattimento orgoglio italiano – FOTO


di Pasquale Romano – La passione per il mare come motore di una scelta di vita. La “Margottini“, nave della Marina Italiana in questi giorni ancorata al porto di Reggio Calabria, venerdi riceverà la bandiera da combattimento.

Si tratta di un ‘remake‘ di quanto già successo nel 1963. La prima “Margottini” (cosi nominata in onore del Capitano di Vascello Carlo Margottini, medaglia d’oro al valor militare alla memoria che prestò servizio con la Regia Marina durante la Seconda Guerra Mondiale) attraverso la signora Margottini riceveva la bandiera da combattimento proprio al porto di Reggio Calabria.

Si tratta di un passaggio particolarmente significativo, dal forte connotato simbolico. La bandiera, simbolo della Patria, è l’elemento che dà identità alla nave, per lei si deve combattere fino alla morte. Esattamente come fece il Capitano Margottini al largo di Capo Passero il 12 ottobre 1940. Colpito a morte, prima di spirare sulla plancia urlò parole di incitamento alla sua gente, trasfondendo in essa il suo spirito eroico.

La nave da combattimento, varata nel 2014, è un concentrato di tecnologia e avanguardia orgoglio italiano. Sviluppata con il programma FREMM (Fregata Europea Multi-missione) assieme alla Francia, la Margottini è lunga 144 metri, larga 19,4 metri e ha un dislocamento di 6700 tonnellate. Particolarmente rivoluzionario il sistema di combattimento, utilizzato per la prima volta su questa nave e vero punto di forza. Provato in alcune esercitazioni, ha dato ottime risposte agli Ufficiali della Marina italiana. La comunicazione militare il punto principale, curato nei minimi dettagli grazie anche ad alcuni sistemi satellitari.

Il compito principale della nave da combattimento è basato sulla ricerca e il contrasto dei sommergibili. Un ‘pesce’ meccanico capace di sganciarsi e scovare i sommergibili è l’elemento cardine, assieme a tutta la dotazione di scoperta e d’arma. Il sistema missilistico antiaereo, i cannoni, le celle per i missili, il radar multifunzionale e due navi ‘incursori’ capaci di raggiungere i 60 nodi rappresentano il cuore e l’anima della Margottini.

L’equipaggio è composto da 167 persone, prima del progresso tecnologico (e della crisi economica) invece una nave del genere ne poteva contare 4-500. Per ottimizzare le risorse e poter svolgere tutti i compiti nel migliore dei modi, sono diversi gli Ufficiali che ricoprono molteplici incarichi. Circa una decina i calabresi presenti nell’equipaggio, due i reggini che fanno parte della Margottini. Confortevoli gli alloggi, solitamente occupati da 4-6 persone, a differenza di quanto accadeva in passato con 30-40 persone per alloggio.

Sino ad oggi, fortunatamente, la nave non ha dovuto svolgere i compiti per i quali è stata creata. Nessuna guerra o combattimento, solo esercitazioni ed operazioni umanitarie. Viene descritta come forte, tristemente indimenticabile, quella legata all’Operazione ‘Mare Nostrum‘ che ha visto la Marina Militare (e anche la Margottini) impegnata al largo di Lampedusa.

Donne con neonati in grembo, cadaveri, miseria e disperazione. Sono momenti difficili da sopportare, che cambiano la vita di chi si vede in mare a prestare servizio. Il carattere temprato del militare viene messo a dura prova, c’è chi assicura di essere diventato più riflessivo e sensibile nei confronti di alcune tematiche dopo ‘Mare Nostrum‘. Gli Ufficiali che non possono rilasciare dichiarazioni ufficiali in merito, con una espressione del viso eloquente traducono la sofferenza vista negli occhi degli immigrati, stipati su barconi che partivano senza avere la garanzia di arrivare.

E’ probabilmente questa la difficoltà principale di un mestiere che come tutti gli altri offre possibilità e rischi, privilegi e difetti.

Le complicazioni familiari o sentimentali esistono (può capitare di partire per diversi mesi con un preavviso di pochi giorni) costruire rapporti duraturi non è semplice.

Lo abbiamo scelto perchè ci piace farlo, amiamo il mare e l’Italia, dice uno degli Ufficiali che trascorre parte della propria vita in mare aperto.

Dispiace stare cosi lontani dalla famiglia,  ma ci si abitua a tutto. Tranne che al dolore.

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