Vaccini, il Cts: 'Seconda dose a 42 giorni. Ok richiamo con Astrazeneca'

Vaccini anti-Covid, pronta la nuova circolare del ministero della Salute che raccoglie il parere del Cts

Via libera alla seconda dose del vaccino anti Covid di AstraZeneca per chi ha ricevuto la prima senza riportare trombosi rare. Questa l’indicazione del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus, contenuta nel parere allegato a una circolare del ministero della Salute

“Il Cts – si legge in un estratto del verbale del Comitato, datato 30 aprile – ritiene che, sulla scorta delle informazioni a oggi disponibili sull’insorgenza di trombosi in sedi inusuali (trombosi dei seni venosi cerebrali, trombosi splancniche, trombosi arteriose) associate a piastrinopenia, riportate essersi verificate solamente dopo la prima dose del vaccino di AstraZeneca, i soggetti che hanno ricevuto la prima dose di questo vaccino senza sviluppare questa tipologia di eventi non presentano controindicazione per una seconda somministrazione del medesimo tipo di vaccino.

Questa posizione potrà essere eventualmente rivista qualora dovessero emergere evidenze diverse nelle settimane prossime venture, derivanti in particolare dall’analisi del profilo di sicurezza del vaccino nei soggetti che nel Regno Unito hanno ricevuto la seconda dose”.

‘Seconda dose a 42 giorni’

Per quanto riguarda i vaccini a mRna, quelli di Pfizer/BioNTech e di Moderna,  è emersa l’indicazione di estendere a 42 giorni l’intervallo fra la prima e la seconda dose. Questo per favorire la diffusione ad una più ampia platea di persone vaccinate possibile, in considerazione del fatto che la prima dose assicura già una buona efficacia.

“La somministrazione della seconda dose entro i 42 giorni dalla prima non inficia l’efficacia della risposta immunitaria; la prima somministrazione di entrambi i vaccini a Rna conferisce già efficace protezione rispetto allo sviluppo di patologia Covid-19 grave in un’elevata percentuale di casi (maggiore dell’80%);

in uno scenario in cui vi è ancora necessità nel Paese di coprire un elevato numero di soggetti a rischio di sviluppare forme gravi o addirittura fatali di Covid-19, si configurano condizioni in cui è opportuno dare priorità a strategie di sanità pubblica che consentano di coprire dal rischio il maggior numero possibile di soggetti nel minor tempo possibile”.