Via dalla mafia, Rai 3 sul mondo dei bambini 'Liberi di scegliere'

Il Tg3 dedica una puntata alla realtà reggina (unica in italia) dei bambini 'Liberi di scegliere' un'alternativa alla mafia. Il racconto di una mamma e del Giudice Roberto Di Bella

“Ogni volta che lo vado a trovare mi si spezza il cuore. Non si può descrivere il sentimento di una mamma che deve lasciare il proprio bambino. Da piccolo aveva un carattere ribelle, si descriveva come un mafiosetto. Ora sta crescendo e sta crescendo bene, ha il sostegno di una struttura valida”. Inizia così, con il racconto di una mamma, l’ultima puntata del Fuori Tg di Rai 3, dedicata alla realtà reggina (unica in italia) dei bambini ‘Liberi di scegliere’ un’alternativa alla mafia

“I miei cari sono stati portati via, non volevo che mio figlio prendesse questa brutta strada e per questo motivo mi sono rivolta al Tribunale, per farlo crescere in un altro ambiente. Ma non avrei certo voluto lasciarlo andare, un figlio non si abbandona mai. Sono stata molto criticata per questa scelta, nonostante tutto cammino a testa alta e non mi piego a niente. La mafia porta o in carcere o sotto terra“, non usa giri di parole la madre per spiegare i timori che l’hanno spinta a scegliere un futuro migliore per il figlio.

Presente in studio Mario Nasone, Responsabile del Centro Agape

“Da anni cerchiamo di stare vicino a questi ragazzi, seguirli nel percorso di riscatto. Anche io ho fatto un’esperienza diretta accogliendo uno di loro. Hanno bisogno di vere alternative e opportunità, per lasciarli davvero liberi di scegliere.  Sono ragazzi che soffrono, per poter calmare il bambino che ho accolto io dovevo ricorrere alle favole. Le mamme sono quelle che in passato hanno garantito il mantenimento della cultura mafiosa e accettato in silenzio, ora invece stanno reagendo con decisione e vogliono cambiare il destino dei loro figli. Non devono essere lasciate sole”, ha raccontato Nasone.

Il Fuori Tg di Rai 3 ospita anche l’intervento del Giudice Roberto Di Bella, Presidente del Tribunale dei minori di Reggio Calabria.

“Ricordo un ragazzo di una nota famiglia mafiosa, arrestato. Sembrava irrecuperabile, invece dopo aver scontato pena lo abbiamo trasferito al nord. Ora è rinato. Ci siamo accorti che sono ragazzi che vivono profonde sofferenze, i report psicologici sono quasi da guerra del Vietnam. Vivono un angoscia costante. Abbiamo saputo di ragazzi che si fanno tatuare la figura del carabiniere sul piede, cosi da poterla calpestare mentre camminano.

“Il film Liberi di scegliere -sottolinea Di Bella- ha amplificato e fatto conoscere nostra storia in tutta Italia, mi arrivano lettere di detenuti del 41 bis che mi incoraggiano e alcuni mi dicono ‘se avessi avuto io questa possibilità avrei potuto fare un’altra vita’ “.

CENTRO GIOVANILE DON ITALO CALABRO’

Il Fuori Tg di Rai 3, in chiusura, mostra la realtà del Centro giovanile di Don Italo Calabrò di Melito Porto Salvo. Carmela Fotia, pedagogista del centro, racconta dello stato psicologico dei ragazzi che arrivano nella struttura di Melito Porto Salvo.

“Sono ragazzi che esprimono sottomissione dai genitori, sono le prime vittime del contesto mafioso. Devono rinunciare ai loro sentimenti ed emozioni. La loro vita è già segnata, ma dietro l’apparente esuberanza sono fragili. Sembrano appartenere ad un altro mondo. Dopo i 18 anni è complicato perché le maglie si allargano e possono cadere nuovamente in situazioni di disagio. La speranza –spiega Carmela Fotia– è che ci siano figure della famiglia, magari di contorno, che possano supportare i ragazzi e sostenerli nel percorso di ritorno alla normalità”.

Manca ancora un disegno di legge che possa regolamentare a livello nazionale questo tipo di soluzione innovativa, che al momento vede Reggio Calabria come unicum in Italia. Il Senatore Nicola Morra, Presidente della Commissione antimafia, ha assicurato che c’è un’intenzione in quest’ottica e che un comitato dedicato ai problemi del mondo giovanile e adolescenziale può essere il ‘motore’ per questo disegno di legge.

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