Andrea Vianello emoziona il 'Polimeni': presentato ai Caffè letterari il libro 'Ogni parola che sapevo'

La musica di Piovani 'La vita è bella ' ha aperto l'incontro coinvolgendo la platea del circolo 'Polimeni' in occasione dell'incontro promosso dal Rhegium Julii

Andrea Vianello durante il secondo appuntamento dei Caffè Letterari, ha lasciato senza fiato la platea del circolo “Polimeni”. La sua storia è densa di significati: dall’impotenza dell’uomo rispetto agli eventi della vita, spesso improvvisi, alla volontà di rialzarsi dopo tremendi urti.

L’incontro è stato moderato da Tonino Raffa, coadiuvato da Anna Foti che ha letto diversi passi del libro del giornalista RAI ‘Ogni parola che sapevo‘, edito da Mondadori nel 2020.

L’evento promosso dal circolo culturale Rhegium Julii e dal Panathlon Reggio Calabria, rappresentati per l’occasione rispettivamente dal professore Giuseppe Caridi e da Antonino Laganà Past Governatore Area 8. Ha fatto gli onori di casa Igino Postorino, presidente del circolo “Polimeni”.

Molto interessanti gli aneddoti raccontanti con minuziosità ed ironia da Vianello, durante la presentazione del libro. La mattina del 2 febbraio 2019, il giornalista fu colpito da ischemia celebrale togliendogli in maniera temporanea l’uso della parola e del linguaggio, che ha recuperato gradualmente e completamente dopo una lunga terapia.

“Avevo appena fatto colazione e all’improvviso non mi sono più sentito la mano”.

E’ stato proiettato un video durante la presentazione i saluti del medico dell’ospedale Umberto I di Roma. Oggi Andrea Vianello deve tutto al suo neurochirurgo:

“E’ stato bravissimo, il professor Simone Peschillo, è il mio salvatore, oggi siamo amici”. 

L’ictus ha fatto sentire Andrea Vianello come se fosse stato sfigurato, come se qualcuno gli avesse deturpato il volto.

“Il rischio peggiore quando si è vittime di un ictus: sentirsi uomini e donne ‘a metà’ e convincersi di non poter recuperare mai più. E invece no”

Il conduttore di fortunate trasmissioni televisive, ha sottolineato il suo attaccamento alla famiglia: la presenza della moglie in casa il giorno dell’ictus è stata provvidenziale, il ricordo del padre, e l’attaccamento ai tre magnifici figli dei quali ha voluto immediatamente pronunciare il nome durante la fase di riabilitazione.

Le parole sono tornate a poco a poco, lavorando tanto in un centro di riabilitazione. La logopedia mi ha restituito le parole che non avevo più. Ho avuto una seconda mamma che giorno dopo giorno, per tanti mesi, mi ha aiutato a riprendere confidenza con le parole.

In conclusione, Vianello ha fatto presente come le manipolazioni troppo ‘energiche’, al pari dei colpi di frusta, possono (seppur di rado) causare una dissezione carotidea, come quella da cui ha avuto origine l’ictus che lo hanno colpito. Un elemento in fase di approfondimento di questa storia intensa dalla quale c’è molto da apprendere: spesso non ci si rende conto delle fortune possedute, e bisogna perderle per rivalutarne l’importanza.