Visit Veneto e l'infelice promozione anti-Sud: 'Nelle rovine della Magna Grecia si rischia l'insolazione'

La promozione di un museo veneto si è trasformata in una disputa tra Nord e Sud a causa di una descrizione denigratoria nei confronti delle rovine della Magna Grecia

“No, non sei in cima all’Acropoli di Atene e neppure a passeggio, accaldato e a rischio insolazione tra qualche rovina della Magna Grecia. Questo è il Veneto che sa sorprendere, questo è il Museo Archeologico Concordiese di Portogruaro”.

Sono le parole che, qualche giorno fa, sono apparse sulla pagina Facebook di Visit Veneto, l’ente che si occupa della promozione turistica della Regione. Un’accurata descrizione che, sfortunatamente, mette in cattiva luce tutti i centri archeologici all’aperto in cui figura la presenza delle rovine della Magna Grecia, tra cui, dunque, anche la Calabria.

Visit Veneto e l’infelice promozione anti-Sud

Una storia che si ripete e che ricorda la non troppo lontana, ed anche abbastanza triste, vicenda riguardante la guida EasyJet che aveva definito la regione meridionale come “terra di mafia e terremoti”. Insomma, dopo i pregiudizi, adesso è la volta anche delle “cospirazioni”.

Per i social media di Visit Veneto a visitare, attivamente, di persona e magari durante una bella giornata, si rischia l’insolazione a discapito dell’esistenza di precauzioni per poter tranquillamente evitare i risvolti tragici di una visita, di certo molto istruttiva tra le bellezze del patrimonio nostrano.

Dopo le segnalazioni da parte di numerosi utenti e diverse denunce pubbliche, il post è stato ovviamente revisionato e la descrizione odierna, così come forse avrebbe dovuto fare dal principio, non cerca di offuscare nessun potenziale competitor, ma mette in luce le bellezze del museo veneto:

“Conosci il Museo Archeologico Concordiese di Portogruaro? La sua collezione conserva materiali provenienti quasi esclusivamente dall’antica colonia romana di Iulia Concordia, rinvenuti grazie a scoperte del tutto fortuite da parte dei ‘cavatori’ di pietre della zona”.

Sarebbe stato, forse, più semplice e corretto optare sin dall’inizio su questa onestissima strategia. Ma una cosa di buono di certo c’è: chi sbaglia, impara.