Voto fuorisede, primo via libera della Camera alla proposta di legge

Il governo dovrà emanare i decreti legislativi entro 18 mesi. La proposta riguarda soltanto le elezioni europee e i referendum

Primo via libera della Camera alla proposta di legge che delega il governo a predisporre le norme attuative per consentire il voto dei fuorisede. La delega prevede che l’esecutivo intervenga entro 18 mesi dall’entrata in vigore del provvedimento. Entro massimo un anno e mezzo, quindi, il governo dovrà emanare i decreti legislativi.

La delega, inoltre, prevede che il voto per i fuorisede sia previsto per le elezioni europee (ma difficilmente la legge sarà operativa in occasione dell’appuntamento nel 2024) e per le consultazioni referendarie. Non è al momento previsto, invece, per le elezioni politiche. La proposta di legge, che ora passa all’esame del Senato, ha subito una sostanziale modifica durante l’esame in commissione, facendo scatenare la dura reazione delle opposizioni.

L’iniziativa sul voto dei fuorisede era infatti stata avanzata dalle forze di minoranza ma, attraverso l’approvazione di un emendamento, la maggioranza di centrodestra ha ‘trasformato’ la proposta di legge in una legge delega, affidando quindi al governo il compito di intervenire sulla materia.

Cosa prevede il testo

Il testo è composto di un solo articolo e dispone appunto una delega al governo con un duplice oggetto: la disciplina dell’esercizio del diritto di voto degli elettori che per motivi di studio, lavoro, cura, assistenza prestata in qualità di caregiver familiari, si trovano in un comune situato in una regione diversa da quella del comune di residenza; la rimodulazione delle tariffe agevolate per i servizi di trasporto in favore degli elettori che si recano a votare nel comune di residenza.

La finalità della delega è consentire, nel rispetto dell’articolo 48 della Costituzione, l’esercizio del diritto di voto a tutti i cittadini, in modo tale da garantire la piena partecipazione degli elettori al processo democratico.

A tal fine il governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi che, innanzitutto, disciplinano l’esercizio del diritto di voto degli elettori che si trovano in una regione diversa da quella del comune di residenza in occasione dello svolgimento di consultazioni referendarie ed europee.

L’esercizio del diritto di voto è circoscritto agli elettori che si trovano fuori dal comune di residenza per motivi di studio, lavoro, cura, assistenza prestata in qualità di caregiver familiari.

Principi e criteri direttivi

Con un emendamento approvato in Aula, è stata aggiunta al testo una maggiore specificazione. Nell’esercizio della delega il governo osserva i seguenti principi e criteri direttivi:

  • Con riferimento alle consultazioni referendarie, previste dagli articoli 75 e 138 della Costituzione, prevedere per gli elettori che per motivi di studio, lavoro o cura, assistenza prestata in qualità di caregiver familiari, si trovano, per un periodo di almeno tre mesi, in un comune situato in una regione diversa da quella del comune di residenza, la possibilità di votare nel comune di temporaneo domicilio;
  • Con riferimento alle elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia, prevedere per gli elettori che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovano, per un periodo di almeno tre mesi, nell’ambito del territorio nazionale, in una regione diversa da quella del comune di residenza, la possibilità di votare su liste e candidati della circoscrizione elettorale di residenza presso sezioni speciali, a tal fine istituite in ogni capoluogo di regione;
  • Individuare i termini e le modalità per la presentazione, anche in via telematica, della richiesta per accedere al voto in un comune diverso da quello di residenza da parte degli elettori interessati, in occasione delle consultazioni referendarie ed europee.

L’esito delle prime consultazioni europee e referendarie svolte secondo le modalità previste dalla presente legge, è valutato ai fini dell’eventuale adozione di disposizioni legislative per consentire, anche in occasione delle elezioni politiche, agli elettori che si trovano temporaneamente residenti in un comune situato in una regione diversa da quella del comune nelle cui liste elettorali risultano iscritti, di esercitare il diritto di voto nell’ambito del comune in cui sono domiciliati.

(Fonte AGI)