Da Zio Fedele serata di musica e allegria con Augusto Favaloro a pochi passi dal…Tapisroulant


di Antonio Cormaci – Nella splendida cornice del locale “Zio Fedele”, ormai indiscutibile sinonimo di qualità e calore umano nel cuore del centro storico della nostra città, abbiamo incontrato Augusto Favaloro, cantautore reggino dotato di grandissima personalità da palco e che vive ormai da tanti anni, per la precisione dal 1995, a Milano; ma la sua musica, come vedremo, non tradisce una grande appartenenza reggina. Fondatore del gruppo Sfere Cristalline Concentriche, che tante soddisfazioni gli ha regalato dal 2006 al 2009, adesso si dedica alla carriera da solista e nel 2016 ha pubblicato il suo primo EP, “? Normale”.

Che cos’è la musica per Augusto?

Mi sono trasferito a Milano quando avevo 13 anni ed avendo trascorso molto tempo da solo, il mio modo per evadere e per trascorrere il tempo era mettermi al pianoforte e scrivere canzoni. Ed è così che la musica è diventata importante. Una compagna. La definirei quasi una psicanalisi, un modo di esplorare se stessi per vivere bene. A Milano ho fondato un gruppo, Sfere Cristalline Concentriche, con altri amici di Reggio Calabria, e lì abbiamo lavorato bene, facendo apparizioni televisive, vincendo concorsi”.

Chi è invece Augusto nella musica? Qual è il messaggio che vuoi lasciare a chi ti ascolta?

La musica è un modo di esplorare il nostro io. Per me è come se fosse un trasferimento di energia, una forza che possa smuovere l’animo di chi mi ascolta, per far sì che possa avere una risposta in più. Una sorta di zen. Non ho mai pensato alla musica come un punto di arrivo, un’ansia di dover per forza affermarmi. Per me la musica è stare bene con se stessi e quindi con gli altri. È felicità”.

Ti definisci un musicista indipendente. Secondo te quali sono le maggiori difficoltà che un musicista indipendente incontra in Italia?

Non viviamo più nel periodo in cui, pur avendo del talento o idee innovative, le case discografiche cercavano l’artista. Ai tempi del vecchio cantautorato italiano erano le case che ti offrivano bei contratti. Adesso è l’opposto. Non serve più esclusivamente il talento o l’idea innovativa. Serve principalmente il denaro, servono le risorse economiche da investire in tutta la fase di produzione tecnica e musicale. Fortunatamente la sensibilità delle persone è ancora tanta per cui attraverso iniziative di fundraising, c’è la possibilità di realizzare qualcosa di importante. Sto lavorando proprio in questi giorni al mio album, un progetto al quale tengo tantissimo”.

Qual è il messaggio che vuoi lasciare stasera a chi ti ascolterà?

Voglio smuovere gli animi. Come un alchimista, insomma”.

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Avrà, Augusto, avuto successo nel suo intento, ossia quello di entrare nel cuore delle persone come un mistico alchimista?

A giudicare dalle danze continue e dal clima di festa ed allegria che ha percorso l’intera serata, la risposta non può che essere positiva! Se psicanalisi, introspezione e benessere interiore è il succo della vocazione musicale di Augusto, divertimento, allegria, coinvolgimento e soprattutto tanta passione sono state invece le parole chiave per descrivere la serata di un grande talento reggino che ieri sera, nell’atmosfera elegante di Zio Fedele, ormai punto d’incontro dello svago reggino, ha dato prova di essere veramente un artista capace di coinvolgere.

Un “animale da palco”, per mutuare un linguaggio teatrale. La reinterpretazione di tanti pezzi della cultura pop italiana come “Via con me” di Paolo Conte, oppure “Una ragazza in due” de I giganti, o la celeberrima “Tanto pe’ cantà” del grandissimo Nino Manfredi sono stati motivo di tanto trascinamento da parte di un pubblico che, numeroso, ha saputo anche apprezzare il pezzo che forse caratterizza di più l’autore e che, dipingendo perfettamente diverse e molteplici situazioni cui i reggini sono abituati, è un perfetto spaccato di cultura pop reggina: “Tapisroulant”. Ma non solo. Con “Love in Reggio night”, “Incubo nero”, “Cambio ritmo” e la azzeccatissima, date le festività imminenti, “E’ quasi Natale” Augusto ha ricordato, ancora una volta, d’essere un grande autore, oltre che un grande interprete di pezzi storici della musica italiana.

Insomma, metti, in una sera di dicembre, un artista con la musica nel sangue, metti una band capace e vivace, metti un pubblico che si diverte, metti un locale che con la giusta location ha saputo dare quel quid in più: ecco qui la semplice equazione dell’allegria, a portata di centro storico.

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