Zucchero infiamma Roccella con il suo blues e saluta la Calabria: "Siamo parenti"

Due ore di concerto che non possono sintetizzare 35 anni di carriera ma che sono sufficienti per far brillare il palco della sua poesia

E’ il secondo giorno d’autunno, ma a Roccella è ancora estate grazie all’energia di Zucchero. Il bluesman emiliano chiude nel migliore dei modi la rassegna Roccella Summer Festival, il nuovo progetto firmato dalla Esse Emme Musica e che ha visto arrivare i big della musica italiana in Calabria.

Il Teatro al Castello di Roccella Jonica è la location ideale, accogliente ed intima, per ospitare l’ultimo tour di Zucchero “Inacustico 2021”.  Accompagnato sul palco da Doug Pettibone e Kat Dyson, Zucchero ha presentato alcuni brani del suo ultimo album “Inacustico d.o.c. & More”, contenente tutti i brani del disco di inediti “D.O.C.” e una selezione di grandi successi del suo repertorio, riarrangiati in un’inedita veste acustica. “Inacustico D.O.C. & MORE” è il primo progetto interamente acustico della carriera di Zucchero.

Arrivato sul palco in leggero ritardo, prima delle 22, Zucchero apre il concerto con ‘Testa o croce’, proseguendo con ‘Il suono della domenica’ e chiudendo il tris iniziale con ‘Un soffio caldo’. “Grazie di essere qua Roccella, non avevamo mai suonato in 3 prima di questo tour”, le parole dedicate al pubblico presente.

Giacca nera con disegni sulle maniche, t-shirt e pantaloni scuri, Zucchero con ‘Spirito nel buio’ e ‘Soul mama’ dà spazio a due brani dell’ultimo album interamente di inediti, ‘DOC’, datato 2019.  Con ‘Ci si arrende’ l’atmosfera al Teatro al Castello di Roccella si fa ancora più esclusiva, quasi confidenziale. Il trio di brani proseguito da ‘Blu’ e terminato con ‘Voci’, conferma le qualità eccelse da bluesman consumato di Zucchero, artista di spessore internazionale che abbaglia Roccella con una voce unica e inconfondibile.

‘Wonderful life’ e ‘Love is all around’ chiudono la prima parte del concerto, un siparietto legato ad una chitarra scordata fa sorridere il pubblico e lo stesso Zucchero, che manda lo strumento…a farsi benedire prima di riprendere imbracciando una nuova chitarra, ‘o siete stonati voi o non capisco nulla io’, dice sorridendo ai due componenti della band.

Divertito, il cantautore emiliano racconta un aneddoto che ne rivela le origini in parte calabresi. “Da piccolo vedevo questi pacchi arrivare in casa, pieni di tonno e arance. Ce li mandano i nostri ‘cuggini’ calabresi, mi raccontavano i miei genitori. Ma io non capivo come potessi avere parenti in Calabria. Tutto parte dalla guerra, sbagliarono a dare la destinazione a mio nonno, Reggio Calabria invece che Reggio Emilia. Si ritrovò in riva allo Stretto, incontrò una ragazza, fece un figlio…e poi non poteva che fermarsi lì”, spiega sorridendo, da qui nascono i Fornaciari residenti in provincia di Reggio Calabria.

Zucchero lascia per qualche minuto il palco, ‘You Never Can Tell’ di Chuck Berry, magistralmente eseguita da Doug Pettibone e Kat Dyson, è l’intermezzo ideale per confermare l’abilità dei due musicisti di statunitensi. E’ un tappeto di chitarre quello che fa da sfondo al concerto, Zucchero torna e va al piano per ‘Indaco dagli occhi del cielo’, cover del brano di Beck, ‘Everybody’s got to learn sometimes’.

Come fosse un viaggio nel tempo con tappe avanti e indietro a scandire una carriera da applausi, è il turno di ‘Don’t cry angelina’ e ‘Facile’, due pezzi dell’ultimo progetto musicale di Zucchero. ‘Rossa mela della sera’ sembra confermare a chiare lettere la definizione che Bono, leader degli U2, ha fatto del timbro vocale del cantautore emiliano: ‘Ha la voce di un leone’ le parole di Bono, descrizione che calza a pennello per definire la vocalità unica di Zucchero e rappresentarne la magia.

‘Non illudermi così’ e  ‘Never is a moment’ lasciano il posto ad una doppietta che è un coltellata al petto: “Dune mosse” e “Diamante”, tra i brani più conosciuti del repertorio e non a caso cantati all’unisono dal pubblico presente a Roccella, rivela la parte più struggente e profonda di Zucchero.

Quasi a voler smuovere fisicamente anime rimaste immobili, Zucchero dopo l’emotività intensa degli ultimi due brani si getta agli antipodi e invita il pubblico ad alzarsi dalle sedie e lasciarsi andare sulle note di ‘Baila’ e ‘Diavolo in me’, invito raccolto immediatamente dal Teatro al Castello di Roccella Jonica.

Come un fulmine arriva il momento dei bis…e arriva un diluvio ad accorciare inesorabilmente l’ultima parte di concerto. La pioggia però è il poster perfetto per dare vita a ‘Hey man’, un altro dei meravigliosi quadri malinconici dipinti da Zucchero in quasi 40 anni di carriera. Un percorso che è impossibile sintetizzare nelle due ore di un concerto, ma che sono sufficienti per far brillare il palco della sua poesia.