Talenti Reggini, Fabio Mollo pronto al secondo film. "Lavorare con Sorrentino esperienza unica"

di Pasquale Romano - Colpo di fulmine. In origine

di Pasquale Romano – Colpo di fulmine. In origine era il ‘Circolo Chaplin‘, sala cinematografica dove Fabio Mollo era finito per caso, “a vedere film che non conoscevo, di cinema non ne sapevo nulla”.

Si trattava di lungometraggi girati da registi dello spessore di Wim Wenders e Michelangelo Antonioni, da quel momento la vita di Mollo ha preso una piega inaspettata, “ero felice sino a quel momento della mia adolescenza spensierata, trascorsa nel quartiere Gebbione” confida ai microfoni di CityNow.

Sono seguiti anni di studio e apprendimento, in nome di una passione bruciante che ha condotto a ‘Il sud è niente‘, primo film del regista reggino che ha riscosso un successo che ha valicato i confini nazionali.

“A giugno finalmente uscirà il dvd, rivederlo mi ha dato l’opportunità di guardare al passato, alle difficoltà enormi che ogni opera prima comporta. Il sentimento prevalente è la gratitudine, per tutto quello che ‘Il sud è niente‘ mi ha permesso di fare e per le opportunità regalate ad altri, ad esempio l’attrice Miriam Karlvist“.

Fabio Mollo è pronto a girare il suo secondo film, le riprese inizieranno ad inizio maggio e vedranno coinvolte anche la Calabria. Protagonisti Isabella Ragonese e Luca Marinelli, quest’ultimo in rampa di lancio dopo il successo ottenuto con ‘Lo chiamavano Jeeg Robot: “Si chiama ‘Il padre d’Italia’, la definirei una commedia drammatica. Racconta il momento molto delicato che la generazione dei trentenni sta attraversando, in un paese che ci vuole ancora figli, piuttosto che adulti”.

Reduce da un periodo particolarmente denso di esperienze, Mollo si sofferma sul documentario girato sulla serie  ´Papa giovane’, ultima fatica del premio Oscar Paolo Sorrentino: “Ho avuto modo di seguire tutte le riprese, non è semplice stare sul set di una mega produzione americana (Hbo, ndr) la tensione era palpabile. Ero un ‘moscerino’, Paolo invece è stato gentilissimo, la mia stima nei suoi confronti è enorme. Inutile dire come sia stato un piacere straordinario e un’occasione di crescita unica, ho imparato ogni giorno cose nuove”.

Oramai realtà del panorama cinematografico italiano, il regista reggino ha lavorato a diversi i progetti che negli ultimi mesi lo hanno visto protagonista. Il suo documentario ‘Vincenzo Da Crosia’ ha vinto una menzione speciale al Torino Film Festival, poi la regia curata per il programma SkyArtist in Love‘, incentrato sulle storie di personaggi celebri come Johnny Cash e Maria Callas.

Il cuore altrove. Per questioni professionali trapiantato a Roma, Mollo non vuole rinunciare alle proprie radici.

Proprio a Reggio Calabria è legato il ‘Filmmaking Lab‘, laboratorio che ha visto dieci registi lavorare al cortometraggio ‘Il miracolo‘. “Posso annunciare con grande soddisfazione che quel lavoro ha vinto una menzione speciale ai Nastri d’argento. Questa estate si terrà la seconda edizione, visti i risultati ottenuti sarebbe bello pensare a un qualcosa di ancora più importante”.

Non è (solo) un filo affettivo a legare Fabio Mollo alla Calabria, in realtà c’è dentro molto di più. La forte volontà di creare opportunità e di stimolare il lato artistico-culturale di una città che vuole risvegliarsi dal torpore: “La cosa più bella è condividere le positività con gli altri, io voglio farlo con la mia terra. Ho avuto la fortuna di ottenere una chance, inseguita con tenacia, e nel mio piccolo spero di offrire simili possibilità ad artisti reggini. Noto un bel fermento a Reggio Calabria, i cittadini mostrano interesse crescente verso iniziative culturali”.

Il cinema come specchio della realtà. In Italia si vivono tempi difficili, particolarmente complicati. Grazie anche al neorealismo, movimento che ha fatto la storia del cinema, l’Italia si rialzò e si costruì un futuro quando attorno esistevano solo macerie. Secondo Mollo la generazione attuale vive un simile decadimento: “Alla fine siamo sempre in guerra, le difficoltà sono ovunque e non solo al sud. Stiamo subendo un sistema che non sembra aver davvero voglia di porre fine ai problemi. Il cinema, per come lo intendo, può contribuire a riempire questo ‘vuoto’. E mi piace pensare che la Calabria possa fare la propria parte”.