Isola di Dino, meraviglia calabrese che fu di Agnelli e ora vuole rinascere. FOTO
21 Aprile 2016 - 21:11 | di Pasquale Romano

In Calabria esistono meraviglie assolute, veri e propri Paradisi naturali, poco conosciuti e sfruttati. E’ il caso dell’Isola di Dino, ‘sorella’ maggiore dell’Isola di Cirella. Sorge sulla costa nord occidentale del Tirreno, di fronte all’abitato di Praia a Mare in Provincia di Cosenza. Perché si chiama Isola di Dino? Le interpretazioni sono varie, quella più diffusa porta l’origine del nome dall’etimo greco dina, ovvero vortice, tempesta.
L’isola, in passato testimone di lotte e battaglie e incursioni piratesche, nel 1928 dopo varie vicissitudini diventa proprietà del Comune di Praia a Mare, quando lo stesso diventa autonomo. Nel 1956 l’isola viene data in concessione per 99 anni e nel 1962 l’isola viene venduta per 50 milioni alla società amministrata da Gianni Agnelli. La vendita sembrava poter avviare un nuovo inizio per l’Isola, l’intenzione infatti era di portare uno sviluppo turistico di livello internazionale. Dopo l’inizio dei lavori però, la proprietà dell’isola è passata ad un gruppo di imprenditori che per motivi amministrativi hanno abbandonato il bene a se stesso.
Il 13 giugno 2014 la sezione distaccata di Scalea del Tribunale di Paola ha annullato il contratto con il quale Gianni Agnelli comprò l’isoletta per 50 milioni di lire. Ora l’Isola di Dino prova a risorgere, alcuni imprenditori locali stanno provando a portare avanti un processo di valorizzazione non semplice. Matteo Cassiano, giovane imprenditore praiese, è oggi l’amministratore dell’Isola di Dino. L’obiettivo è quello di rendere l’isola uno dei simboli della Calabria, attraverso un percorso che passo dopo passo aiuti a farla conoscere ai turisti italiani e stranieri.
Il fascino maggiore delle Isole di Dino è costituito senza dubbio dalle sue grotte che inframmezzano le scogliere creando scenari spettacolari. Le più belle sono la grotta del Monaco (dove il mare prende sfumature variabili dal verde smeraldo all’azzurro) la grotta delle Cascate (caratterizzata dalla presenza di stalattiti, stalagmiti e rocce rosa che si immergono nell’acqua) e la grotta Azzurra, la più grande, che vagamente ricorda Capri. E’ da sottolineare il fenomeno di ricongiungimento dell’isola di Dino alla terraferma, ascrivibile in gran parte alle correnti marine e alle forti mareggiate.
