Gratteri: “Mafiosi organizzano incontri dal carcere. Cento telefonini attivi in ogni struttura “
"Carceri in Italia un colabrodo. Più facile gestire una piazza di spaccio in prigione che fuori", le parole del procuratore
29 Aprile 2024 - 10:30 | Redazione

Per Nicola Gratteri, procuratore di Napoli, la situazione delle carceri italiane è oramai al collasso e il sistema carcerario intero è “un fallimento, ridotto a colabrodo“.
Una disamina impietosa quella di Gratteri durante l’intervista concessa alla ‘Stampa’ in queste ore.
Dichiara Gratteri:
“I detenuti di mafia organizzano chiamate collettive anche da carcere a carcere mentre fuori si conduce una battaglia per arginare profitti e reati delle organizzazioni. È ormai più facile gestire una piazza di spaccio in carcere che fuori. Il traffico di sostanze stupefacenti dentro i penitenziari è diventato un vero e proprio business.
È più facile oggi gestire una piazza di spaccio in carcere, dove i detenuti di spessore hanno a disposizione una nutrita manovalanza di detenuti di minore levatura per la gestione, che in una singola città ove le rivalità tra clan ne riduce la loro potenzialità. I capi si arricchiscono e i detenuti tossicodipendenti invece di essere curati continuano a drogarsi in ambiente che dovrebbe invece essere deputato al loro recupero”.
Dalle parole del procuratore emerge un altro fatto significatico: nell’ultimo anno nelle carceri italiane sono stati ritrovati 2000 telefonini.
Spiega Gratteri:
“È oltremodo necessario recidere definitivamente il fenomeno con la predisposizione di jammer con i quali poter impedire ai telefonini, in possesso illecitamente dei detenuti, di poter ricevere e comunicare. La possibilità di poter decidere le sorti di un carcere anche con soli pochi telefonini, mai in possesso di capimafia ma da loro comunque utilizzati, con i quali detenuti di alta e media sicurezza, per i quali dovrebbe esistere la netta separazione, organizzano la commissione di reati, proteste e spedizioni punitive per accrescere il loro carisma penitenziario e mafioso”.
Prosegue il procuratore:
“Mediamente, in ciascuna struttura carceraria italiana, ci sono 100 telefoni attivi in qualsiasi momento. Ci sono detenuti appartenenti ad organizzazioni mafiose che organizzano incontri telefonici, anche collettivi e finanche tra carcere e carcere.
In alternativa pensiamo al fatto che nel carcere di Rossano, ove esistono reparti di alta sicurezza per mafiosi e per terroristi internazionali, di recente sono stati rinvenuti complessivamente circa 140 telefonini”.
Conclude Gratteri:
“È un duro colpo allo Stato nella sua lotta costante contro la criminalità mafiosa”.
