Falcomatà-Pd, volano (di nuovo) gli stracci ma manca il coraggio. Un film già visto, dal finale prevedibile

L'immortale Highlander Falcomatà riesce a mettersi tutti contro, a lacerare la sua stessa maggioranza, ma alla fine la spunta sempre e rimane al suo posto

Sindaco Giuseppe Falcomata

Bisogna guardare più di una volta il calendario per non sentirsi disorientati. Effettivamente, ci troviamo alla metà di aprile 2025, e non nel periodo tra novembre e dicembre 2023. Un anno e mezzo fa, al rientro dopo la sospensione, il sindaco Falcomatà dopo settimane di tensioni, scintille e scontri infuocati, presentava nel giorno dell’Epifania la “Giunta del rilancio”. L’attualità di questi giorni racconta e giudica meglio di ogni commento possibile con quale esito.

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Sembra preistoria, ma in realtà non è passato così tanto tempo. E’ costante la sensazione di deja-vu, favorita dalle mosse di un sindaco che appare sempre più in balìa di sè stesso. Non bisogna commettere l’errore però di addossare tutte le responsabilità al sindaco. Il primo cittadino guida si una maggioranza e un’amministrazione, questo però non gli consegna in contemporanea una patente speciale, superpoteri che gli permettono di fare, molto semplicemente, quel che gli pare.

L’attuale maggioranza invece, è bravissima con i comunicati stampa e le prese di posizione contro il sindaco, fumo buono per dare un’aroma alla propria presenza. Di arrosto però, non se ne vede. La maggioranza (trainata dal Pd, il partito del sindaco) ha avuto la ghiotta e concreta possibilità di far saltare il banco in più circostanze, partendo dalla prima sospensione di Falcomatà in ambito del Processo Miramare.

Non tanto per la condanna ricevuta da Falcomatà e altri esponenti di maggioranza, ma tanto per la nomina dei due vice sindaci Brunetti e Versace, esponenti di altri partiti, effettuate senza aver minimamente pensato di consultare il suo partito. Anche in quel caso, telefonate bollenti e buffetti di richiamo, seguiti poi dal volemose bene in nome di poltrone comode.

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Lo stesso film, è andato in onda un anno e mezzo fa. Pd ‘infuriato’ per le scelte del sindaco, maggioranza irritata, comunicati stampa di dissenso e critica nei confronti di Falcomatà come se piovesse. Risultato finale? Il 6 gennaio 2024 erano tutti al fianco del sindaco Falcomatà, raggianti, sorridenti, convinti di far parte della ‘Giunta del rilancio’.

Il terzo atto sta andando in scena in queste settimane. Falcomatà (già da un paio di mesi, assicurano alcuni suoi fedelissimi) aveva già deciso per il rimpasto del rimpasto, e aveva già in mente i 2-3 assessori da defenestrare: Lanucara e Zoccali su tutti, con Malara e Costantino in bilico.

Lo stop della Consulta al terzo mandato rappresenta il ‘Nirvana’, momento propizio per passare dalle idee ai fatti. Via Lanucara, Costantino e Zoccali, dentro Palmenta, Burrone e Calafiore. Salta il terzo scambio a causa di una battaglia senza esclusione di colpi con Azione.

ll telefono torna a rendersi protagonista, sono almeno due le telefonate infuocate che in questi giorni hanno visto protagonista Falcomatà. In ordine temporale, la prima è tra il sindaco e il segretario provinciale di Azione Santo Suraci: sono volate parole grosse e forse anche qualche insulto, come affermato dall’on. Richetti.

La seconda telefonata incandescente rappresenta plasticamente il duello interno al Pd, con un Falcomatà secondo indiscrezioni furibondo nei confronti del segretario provinciale dem Antonio Morabito. Motivo dello scontro, la nota del Pd nella quale si riportava di aver appreso del rimpasto ‘dai giornali’.

Nota peraltro, assicurano sottovoce alcuni esponenti dem locali, non soltanto non condivisa da alcuni consiglieri del Pd locale, ma della quale gli stessi non erano a conoscenza. In sintesi, alcuni esponenti del Pd hanno appreso dai giornali della nota del Pd che afferma di aver appreso dai giornali delle scelte di Falcomatà. La tragica comicità per la fase che vive oggi la politica reggina, è tutta qui…

Il Pd così torna a fare la voce grossa, ma al momento solo sui giornali, così come il resto della maggioranza. Bipolarismo mentale e politico difficile (?) da comprendere: come si fa infuriarsi tre volte con il sindaco in modo così forte, vigoroso e compatto, per rimanere sempre e comunque al suo fianco?

Il motivo lo si conosce bene ma (ahiloro) non è una motivazione conosciuta solo alle forze di maggioranza. Esiste infatti uno strumento semplice e democratico per manifestare apertamente il dissenso verso le scelte reiterate del sindaco Falcomatà, con il sindaco che quantomeno in questi anni ha dimostrato coerenza in quanto a decisioni. Compiute sempre in prima persona, senza confronto o dialogo alcuno, in alcuni casi (emblematico quanto accaduto con Giuggi Palmenta, cacciata e poi richiamata, come se nulla fosse) irridendo quasi la città e gli elettori.

Lo strumento semplice è rappresentato dal far mancare l’appoggio al sindaco all’interno del Consiglio comunale, con la naturale conseguenza di andare tutti a casa. Mettendo fine a quella che appare ogni giorno di più come un’agonia, con l’immortale Highlander Falcomatà che riesce a mettersi tutti contro, a lacerare la sua stessa maggioranza, ma alla fine la spunta sempre e rimane al suo posto.

Manca ancora un anno al voto, c’è ancora tempo quindi per un rimpasto del rimpasto del rimpasto: risparmiateci però questa pantomima. Invece (facile fare questa previsione) oggi saremo costretti ad assistere all’ennesima farsa all’interno dell’Aula Battaglia.

Lo stesso se si dovesse assistere alla presentazione ufficiale della giunta del secondo rilancio o del quarto tempo, le equazioni diventano sempre più complicate. Tutti al fianco del sindaco Falcomatà, per il bene della città…

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