Villa San Giovanni: Bonelli, Falcomatà e Caminiti al convegno No Ponte
Convegno No Ponte a Villa San Giovanni: dubbi su costi, mafia e progettazione del ponte sullo Stretto.
03 Maggio 2025 - 10:22 | di Renato Pesce

Il convegno dei No Ponte a Villa San Giovanni ha acceso un acceso dibattito sulle problematiche legate al progetto del ponte sullo Stretto. Secondo gli organizzatori, “i conti non tornano” e ci sarebbero diversi aspetti poco chiari e preoccupanti riguardo ai finanziamenti e alle procedure.
Angelo Bonelli ha sottolineato:
“I conti non tornano perché ci troviamo di fronte a un grande imbroglio. Il primo è quello di sottrarre oltre 14 miliardi di euro di soldi pubblici alle emergenze del Sud, Sicilia e Calabria. Sono realtà ancora dove esiste il binario unico, dove la sanità è un disastro e certamente il ponte non è l’emergenza del Sud e nemmeno quella per rilanciare l’economia.”
Le preoccupazioni sulle inchieste e la progettazione
Bonelli ha poi evidenziato gravi criticità emerse dalle indagini:
“Sono molto preoccupato da quello che emerge dalle inchieste delle quattro procure, dall’indagine investigativa dei ROS, dove informazioni riservate sulle inchieste sul ponte, le connessioni tra mafia e politica sono state date ai vertici di Webuild che deve realizzare il ponte.”
Ha inoltre criticato la mancanza di un reale confronto tecnico:
“Non so se è democratico impedire al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici di esprimere il proprio parere dal punto di vista progettuale. Nessun paese del mondo fa questo.”
L’appello dei sindaci e la visione per Villa San Giovanni
I sindaci dei comuni interessati hanno chiesto di essere coinvolti nelle decisioni, senza subire tagli alle risorse destinate al Mezzogiorno:
“Abbiamo presentato i conti al MIT e solo le opere con prescrizioni valgono quasi 200 milioni di euro. Il consiglio comunale ha approvato un piano strategico per la città che vuole ridisegnarsi al di là del ponte.”
Giuseppe Falcomatà e Giusy Caminiti hanno condiviso queste preoccupazioni, sottolineando la necessità di un progetto definitivo che non penalizzi la città, anche in vista di un cantiere che potrebbe durare anni e provocare gravi disagi.