Caos ‘Dante Alighieri’, il CdA di Aloi vince al TAR. Assegnati 1.477 posti per i corsi abilitanti
Il TAR del Lazio accoglie il ricorso dell'Ateneo contro il Ministero. Una vittoria che garantirà all'università un'importante boccata d'ossigeno finanziaria
04 Luglio 2025 - 15:02 | di Pasquale Romano

Non c’è pace per l’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, ma l’ultimo colpo di scena potrebbe segnare un punto decisivo nel braccio di ferro per la governance dell’ateneo. All’indomani del comunicato stampa del Consiglio d’Amministrazione “parallelo”, presieduto da Pasquale Basilicata, che auspicava di «invertire la rotta e di riportare la “Dante Alighieri” a riconquistare il ruolo centrale di istituzione pubblica», il CdA guidato da Pietro Aloi incassa una vittoria cruciale.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha, infatti, accolto il ricorso presentato dall’Università contro il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) , annullando la sua esclusione dall’elenco degli atenei autorizzati a erogare i percorsi di formazione iniziale per docenti (60 CFU). Di conseguenza, il MUR ha emanato un nuovo decreto, il n. 443 del 2 luglio 2025, assegnando ben 1.477 posti per 13 percorsi formativi all’Ateneo reggino in aggregazione con l’Accademia di Belle Arti.
La controversia nasceva da un’interpretazione da parte del Ministero della sospensiva emessa dal TAR di Reggio Calabria il 19 marzo 2025, con cui era stato congelato il nuovo statuto dell’ateneo. Il MUR riteneva che tale sospensiva invalidasse anche la delibera di approvazione dell’offerta formativa, presupposto necessario per l’accreditamento dei corsi.
Tuttavia, i giudici del TAR del Lazio hanno chiarito un punto fondamentale: la sospensiva del tribunale reggino riguardava la delibera dell’11 dicembre 2024, mentre l’atto contenente l’offerta formativa per i corsi abilitanti era la delibera n. 11 del 4 dicembre 2024, che rimane «pienamente valida ed efficace». Il Ministero, secondo la sentenza, è quindi incorso in un «evidente travisamento dei fatti» non considerando il parere favorevole già espresso dall’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) che avrebbe dovuto logicamente portare all’accreditamento dei corsi.
La reazione dell’ateneo è stata immediata. Con il decreto presidenziale n. 9/2025 del 3 luglio, l’Università ha subito attivato i percorsi per le 13 classi di concorso autorizzate, aprendo le iscrizioni fino al 17 luglio. Questa operazione rappresenta una vitale boccata d’ossigeno per le casse dell’ente: l’attivazione dei corsi garantirà un introito di oltre 2 milioni e mezzo di euro, fondamentale in un periodo di forte incertezza istituzionale che durerà almeno fino all’udienza di merito all’adozione del nuovo Statuto, prevista per metà settembre. Una vittoria che, nel pieno della bufera, rafforza la posizione dell’attuale gestione e complica non poco i piani di “riordino” annunciati appena ieri dal fronte opposto.