È reggino l’infermiere eroe che ha salvato 96 persone da una strage silenziosa

Individuata una fuga di monossido di carbonio ha fatto evacuare tutti gli ospiti dall'hotel

fuga monossido hotel roma infermiere danilo lizzi

È originario di Siderno, il giovane che ha evitato una tragedia nella Capitale, che avrebbe potuto riempire le pagine di cronaca nera. Si chiama Danilo Lizzi, ha 35 anni, fa l’infermiere nell’Ares 118 di Roma e nella notte tra lunedì 14 e martedì 15 luglio ha salvato 96 persone da una fuga di monossido di carbonio all’interno dell’Hotel Raganelli, in via Aurelia.

Una storia che ha il sapore dell’eroismo, ma che Danilo, con la semplicità tipica della sua terra, definisce “solo parte del proprio lavoro”.

L’intuito che salva la vita: tragedia scampata a Roma

Chiamato per un intervento che sembrava ordinario – un bambino svenuto – Lizzi si è trovato davanti a un rischio ben più grande. Non appena ha messo piede nella hall dell’albergo, il suo rilevatore di monossido di carbonio ha cominciato a suonare. Nessun guasto elettrico, come suggeriva il portiere: qualcosa non andava davvero.

Non ha perso tempo. Ha chiamato rinforzi, aperto finestre, e assieme al collega Marco Trinca ha iniziato a battere porta a porta, svegliando ogni ospite, facendo evacuare camere, piani e interi corridoi. In meno di mezz’ora, 96 persone erano fuori dall’hotel, tra cui famiglie con bambini.

I sintomi, la paura, ma nessun passo indietro

Intossicazione in corso, nausea e vertigini. Anche lui non si è risparmiato, ma non ha smesso un secondo di muoversi tra le stanze. I vigili del fuoco hanno trovato l’hotel quasi vuoto. Solo una stanza con due persone, già in uscita. La caldaia difettosa, all’origine della fuga, è stata sequestrata.

“Quel gas è inodore, invisibile. Se non avessi insistito, sarebbero morti nel sonno”, ha spiegato Danilo.

Le radici calabresi

Formatosi tra Locri, Lamezia, la Valtellina e Verona, Danilo non dimentica le sue origini.

“Sono ancora in aspettativa dall’ospedale di Locri… la Calabria mi ha insegnato che con poche risorse si può fare molto”, ha raccontato.

Non ama sentirsi definire eroe. Ma Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, non ha dubbi:

“Ha evitato una tragedia”.

L’importanza di chi sa cosa fare

Il gesto di Danilo ha riacceso i riflettori sull’importanza della formazione, della prontezza, degli strumenti giusti in mano a chi lavora nell’emergenza.

Lizzi è stato ricoverato con altri sette intossicati. Fortunatamente, nessuno in gravi condizioni. È stato dimesso dopo poche ore.

Il nome di Danilo Lizzi oggi circola per la sua prontezza e il suo sangue freddo, ma soprattutto perché racconta una verità semplice: non servono grandi palcoscenici per salvare vite. Basta saper leggere il pericolo, fidarsi dell’esperienza, non voltarsi dall’altra parte.

Un infermiere reggino ha ricordato a tutti che l’eroismo, a volte, nasce in silenzio.