Inaugurazione della mostra Marginalia. Voci di altri popoli in Calabria.


di Domenico Suraci – Si è inaugurata Sabato 19 Luglio, presso il Palazzo della Provincia di Reggio Calabria la mostra itinerante dal titolo, Marginalia. Voci di altri popoli in Calabria, promossa dall’assessore alle minoranze linguistiche della Provincia di Reggio Calabria, dott.re Mario Candido.Organizzata dall’associazione culturale Aspromedia di Cittanova, la mostra è incentrata a far conoscere la cultura dei Greci di Calabria presso le altre minoranze etniche e linguistiche calabresi. Il fine dell’evento è infatti quello di creare prospettive di sviluppo comuni, in sinergia con le comunità Occitane ed Albanesi della Calabria, al fine di individuare strategie di tutela e valorizzazione di uno dei patrimoni etnografici più̀ interessanti dell’intera penisola italiana. Partendo dalla consapevolezza di quanto sia fondamentale una approfondita conoscenza di questi microcosmi culturali, Marginalia.Voci di altri popoli in Calabria, punta a fornire gli strumenti necessari alla comprensione delle ultime comunità grecofone del reggino meridionale, qualificandosi, inoltre, come un’occasione per riflettere sul ruolo che le minoranze etniche e linguistiche calabresi possono svolgere in Europa e soprattutto nella nostra regione, da sempre vocata all’accoglienza e all’ospitalità̀. Un momento culturale per sondare insieme alle comunità Albanesi ed Occitane l’impellente necessità di una tutela integrale di tutte e tre le minoranze etniche e linguistiche della Calabria, risorse d’eccellenza di una terra che punta a fare della cultura un’efficace strumento di crescita.Nessuna regione più della Calabria preserva, infatti, un numero così alto di minoranze etniche e linguistiche. Si tratta di presenze culturali di straordinario valore etnografico che, da sole, potrebbero diventare un volano turistico per l’intera regione, con un eccezionale ritorno economico e culturale soprattutto le piccole comunità minoritarie, oggi più che mai vittima d’abbandono e spopolamento. Greci, Occitani e Albanesi, hanno contribuito a fare della Calabria una cassaforte di saperi e tradizioni che nel tempo hanno generato sincretismi culturali unici al mondo.Appartenenti a famiglie linguistiche diverse dalla lingua nazionale, queste tre minoranze etniche e linguistiche sono oggi tutelate da apposite leggi regionali, in attuazione dell’articolo 6 della Costituzione Italiana, in quanto considerate tessere della diversità culturale che qualificano lo straordinario patrimonio etnografico del nostro Paese. Trovare insieme una chiave di lettura per programmare la tutela e la promozione sinergica delle tre minoranze etniche e linguistiche della Calabria è, per l’assessore Mario Candido, l’unico modo per divulgare, anche fuori dai confini regionali, questo straordinario patrimonio etnografico calabrese. Per questo motivo, dopo il suo soggiorno settimanale a San Demetrio Corone, capitale culturale degli Albanesi di Calabria, la mostra ha fatto tappa, Sabato 12 Luglio, a Guardia Piemontese, isola linguistica occitana, per giungere a Reggio Calabria, presso il Palazzo della Provincia, dove rimarrà esposta durante tutto il periodo estivo.I tre appuntamenti promossi dal dott. re Mario Candido, saranno accompagnati da un originale aperitivo a base di Bergamotto, l’agrume tipico dell’Area Grecanica, negli ultimi anni al centro degli obbiettivi di sviluppo strategici dell’assessorato alle minoranze linguistiche della Provincia di Reggio Calabria, il quale, in sinergia con gli altri assessorati dell’ente provinciale, puntano a valorizzare l’enogastronomia grecanica, associando l’alto valore culturale derivante da una civiltà millenaria, come quella delle comunità grecofone calabresi.Convinto dell’importanza di mettere in rete le energie potenziali di ognuna delle tre minoranze etniche e linguistiche calabresi, l’assessore Mario Candido, mira, con questo genere di iniziative, ad inaugurare una nuova stagione culturale per la minoranza storico linguistica calabro greco, per troppo tempo isolata all’interno di una visione campanilista, oramai incompatibile con l’imperante globalizzazione del nostro millennio.