Addio alla archi-star Zaha Hadid


Ha avuto un infarto in un ospedale di Miami, dov’era ricoverata per una bronchite.

Aveva 65 anni ed era nata a Baghdad, in Iraq, prima di andare a studiare a Beirut e trasferirsi a Londra,

Girava molto il mondo seguendo i progetti del suo studio, che l’avevano messa nel gruppo delle “archistar” mondiali già da quasi trent’anni.

Zaha Hadid era stata la prima donna a vincere il premio Pritzker, il più importante riconoscimento internazionale nel campo dell’architettura. 

Nata in un ricco sobborgo di Baghdad nel 1950 Zaha Hadid è la più piccola di tre figli. Suo padre, studi alla London School of Economics, era capo del Partito democratico iracheno. Zaha ha un’educazione cosmopolita intervallata da viaggi frequenti in Europa («anche Capri, Napoli, Pompei. Ho persino una foto davanti alla fontana di Trevi»).

Studia prima dalle suore francesi («non c’era nessun pregiudizio, noi donne eravamo incoraggiate a studiare materie come scienze e ingegneria») poi si laurea in matematica («in realtà mi interessava la geometria, la fluidità della linea») a Beirut, dove vivevano i fratelli. «Nei 60 in Iraq c’era grande ottimismo e senso di progresso. Beirut invece era la nostra riviera», ricorda.

«Un film di Fellini. La Dolce vita». Nel 1972 emigra a Londra dove affitta un appartamento su King’s Road e si iscrive alla Architectural Association di Bedford Square, scuola di architettura nota per la sua tradizione anticonformista. È lì che viene influenzata dall’olandese Rem Koolhas, per cui lavorerà negli anni 80 e uno di suoi maggiori sponsor. È una perfetta Chelsea girl.

«In quegli anni a Londra non c’erano molti posti in cui andare come a New York e quindi ci inventavamo tutto tra noi. Era molto intimo. I miei amici piombavano a casa anche alle due di notte. Io disegnavo e dipingevo. Mi cucivo anche i vestiti da sola perché la moda mi è sempre piaciuta e negli 80 a Londra c’era questo gusto per il costume, il travestimento. Mi divertivo ma non bevevo: sapevo che il giorno dopo dovevo lavorare».

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Particolare del complesso Galaxi Soho, 4 torri di 15 piani, progettato a Pechino.

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Il colpo d’occhio di cemento e vetro di Pierresvives a Montpellier, archivio pubblico, biblioteca multimediale e dipartimento dello sport, per un totale di 35mila metri quadri, inaugurato lo scorso settembre. È il primo edificio pubblico progettato da Hadid in Francia.

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Il divano Zephyr, disegnato per Cassina. «Le idee vengono fuori in scale differenti» dice. «Non ci sono linee di demarcazione tra architettura, design e moda».

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Eli e Edythe Broad Art Museum nel Michigan.

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Due torri del Galaxi Soho a Pechino, spazio per uffici e negozi.