Aeroporto di Reggio, lo scontro prosegue. Falcomatà scrive a Enac: 'Pronti a chiedere revoca di Sacal'

"L’Aeroporto dello Stretto non è della Sacal ma dei reggini. Alcuni interventi dell'emendamento da 25 milioni sono inutili"

Non conosce pause lo scontro tra Città Metropolitana di Reggio Calabria e Sacal, sul tavolo il futuro dell’aeroporto Tito Minniti. La scorsa settimana la conferenza stampa alla presenza del presidente di Sacal Giulio De Metrio e del deputato di Forza Italia Francesco Cannizzaro non è servita a placare le tensioni ma anzi ad aumentarle.

“Non c’è alcuna preclusione verso la Città Metropolitana, è l’Assemblea dei soci che prende ogni decisione. Diventare soci è un pò come sposarsi, c’è bisogno dunque di fiducia e la fiducia va conquistata, non comprata.

Alcuni comportamenti in questo senso non hanno aiutato, gli interventi devono essere costruttivi e non conflittuali. L’assenza del sindaco Falcomatà a questo tavolo? E’ una conferenza stampa, sono presenti soltanto i giornalisti”, il messaggio tutt’altro che amichevole lanciato da De Metrio.

Il primo cittadino aveva ‘giocato d’anticipo’ rispetto alla conferenza stampa tenutasi al Tito Minniti il 4 agosto, e 24 ore prima aveva inviato una lettera al Presidente Enac, Pierluigi Di Palma. Se i contenuti della missiva, seppur decisi e categorici, sorprendono solo in parte, è il passaggio istituzionale a racchiudere un valore importante.

La lettera di Falcomatà a Enac

“Dopo l’affidamento alla Sacal S.p.a nel 2017 non abbiamo mai creduto che una gestione unica dei tre scali calabresi avrebbe potuto portare sviluppo per gli aeroporti di Reggio e Crotone, per il semplice motivo che gli interessi economici dei soci, pubblici e privati, sono concentrati nel territorio delle Province di Catanzaro e Vibo Valentia.

Nonostante la cortesia e le promesse di condivisione da parte del nuovo Presidente del C.d.A. di Sacal, la Città Metropolitana di Reggio, i suoi cittadini, i vari comitati, le organizzazioni sindacali e gli operatori economici sono rimasti con un pugno di mosche, nessuna notizia, se non le solite roboanti dichiarazioni circa l’eliminazione degli ostacoli tecnici all’arrivo delle compagnie low cost e vari interventi manutentivi, qualcuno pure incomprensibile e probabilmente inutile, dal valore di oltre 25 milioni.

L’Aeroporto dello Stretto langue con appena due voli giornalieri di Alitalia (fino a quando durerà!), da e per Roma e Milano, con orari del tutto inutili a qualsiasi scopo.

Presidente, ove la Sacal non stesse rispettando gli impegni proposti in sede di offerta tecnica e non fosse nelle condizioni di portare avanti la gestione dell’Aeroporto dello Stretto, la Città Metropolitana chiederà che l’Enac, ai sensi dell’art. 15 della Convenzione sottoscritta, proponga la revoca della concessione per inadempimento.

L’Aeroporto dello Stretto non è della Sacal, ma dei cittadini metropolitani di Reggio Calabria e dell’Area dello Stretto che hanno, al pari degli altri calabresi e italiani, diritto ad usufruire di una delle infrastrutture trasportistiche più importanti del territorio”.

Quale futuro per lo scalo reggino?

La scelta di scrivere ufficialmente a Enac, rendendo ancora una volta noti i rapporti inesistenti tra Città Metropolitana e Sacal e minacciando la revoca della concessione per inadempimento, è l’ennesimo segnale eloquente. Lo scontro tra le parti prosegue e si intensifica, la battaglia avrà un solo vincitore. Di sicuro, sino a oggi si sa chi ha perso, ovvero lo scalo reggino e tutti i cittadini che si ritrovano un aeroporto moribondo.

Delle infinite promesse di Sacal, della rabbia di Città Metropolitana e del ‘singolar tenzone’ tra le due parti i cittadini hanno pochissimo interesse. L’unica cosa che importa è un reale e concreto rilancio dello scalo reggino, da realizzare attraverso obiettivi specifici e con un piano dettagliato e mirato di sviluppo. Il resto sono parole al vento, quelle si le uniche a volare copiosamente sopra Reggio Calabria.