Alitalia saluta Reggio Calabria, Confcommercio: "Preoccupazione, delusione e amarezza"

Delusione e amarezza per l’Associazione di

Delusione e amarezza per l’Associazione di categoria di via Castello 4. La decisione di Alitalia di interrompere i 56 voli settimanali da e per Reggio Calabria (38 voli con Roma, 14 con Milano e 4 con Torino) preoccupa, e non poco, l’intero sistema imprenditoriale reggino.

Confcommercio, per l’ennesima volta, si rivolge alle istituzioni locali, regionali e alla Sacal (fresca di assegnazione per la gestione trentennale dell’Aeroporto dello Stretto) di intervenire fattivamente dopo l’annuncio della compagnia di bandiera. Alitalia, secondo quanto riportato nella nota diffusa ieri sera, in questi mesi avrebbe ripetutamente, e ahinoi invano, cercato di trovare un’intesa con le autorità locali e regionali allo scopo di adottare soluzioni che rendessero economicamente sostenibili i collegamenti con Reggio Calabria.

Tuttavia, non vanno sottaciute le responsabilità della compagnia di bandiera che, è bene ricordarlo, lamenta ingenti perdite a fronte di una politica volativa che fino ad oggi ha costretto i reggini a pagare tariffe di viaggio nazionali paragonabili ai prezzi delle traversate intercontinentali.

Basta parole, quindi, e basta subire. La città è stremata, in ginocchio. Ora più che mai serve battere i pugni sui tavoli (ma non dovevano essere permanenti?), alzare la voce e sapersi assumere delle responsabilità. I tagli annunciati, in vigore dal prossimo 27 marzo, salvo miracoli dell’ultimo momento, impongono interventi immediati per scongiurare quella che si rivelerebbe una vera e propria sciagura: l’ennesima batosta all’economia di un territorio già martoriato dal sistema trasportistico e un colpo mortale per il “Tito Minniti” e le sue maestranze. Per non parlare delle ripercussioni negative sul già flebile flusso turistico che converge in città.
Per Confcommercio non si può condannare la neonata città metropolitana a non avere un futuro.

C’è forte preoccupazione tra i commercianti e operatori turistici che giornalmente vivono e lamentano difficoltà. Chiedono fatti e risposte concrete a chi di dovere e non appelli inascoltati che renderebbero inevitabile la chiusura delle rotte.

L’area metropolitana dello Stretto ha, e deve avere, un suo valore e un suo peso specifico che, soprattutto la politica, quella del servizio alla comunità e non quella delle poltrone, deve riaffermare nelle sedi opportune. Basta mortificazioni per Reggio Calabria.