Reggio, AMPA: 'Patto di opposizioni politiche e sociali per la democrazia e la Costituzione'

L'Associazione Meridionale di partigiani e antifascisti contro le modifiche agli articoli 59, 88, 92 e 94 della Costituzione

Il 3 novembre 2023 il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge di riforma costituzionale (a firma Meloni e Alberti Casellati), che prevede l’elezione diretta del Presidente del Consiglio, riforma costituzionale ancora una volta presentata da Governi che non si riconoscono nella nostra Costituzione, nata dall’Antifascismo e dalla Resistenza.

La proposta prevede, come si legge sul sito del Senato, “modifiche agli articoli 59, 88, 92 e 94 della Costituzione per l’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, il rafforzamento della stabilità del Governo e l’abolizione della nomina dei senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica”, proposta sintetizzata con il titolo, “Modifiche costituzionali per l’introduzione dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri”, sintesi che fa comprendere bene quale sia l’obiettivo centrale della proposta.

Come scriveva Piero Calamandrei, illustre giurista, uno dei Padri della Costituzione, le proposte di modifica della Costituzione debbono avere origine in Parlamento (che rappresenta tutti i cittadini) sottolineando che, quando si discute di Costituzione, “i banchi del governo dovranno essere vuoti; estraneo del pari deve rimanere il governo alla formulazione del progetto, se si vuole che questo scaturisca interamente dalla libera determinazione dell’assemblea sovrana”.

La maggior parte dei costituzionalisti ha espresso severe critiche al disegno di legge del Governo; in particolare Mario Volpi scrive che Giorgia Meloni  e Maria Elisabetta Alberti Casellati hanno confezionato “un pasticcio all’italiana pieno di anomalie e che avrebbe come effetto lo smantellamento della Costituzione”, precisando che “l’elezione popolare del Primo ministro non è prevista nelle democrazie, che ritengono di non dover dare una legittimazione eccessiva al capo della maggioranza” (non a caso il costituzionalista Michele Ainis parla di “capocrazia” in un articolo su Repubblica).

Siamo davanti ad un’azione di propaganda di basso livello: aumentano a dismisura i poteri del Presidente del Consiglio “eletto dal Popolo” e diminuiscono i poteri del Presidente della Repubblica.

La Presidente Meloni sostiene :

“Nulla cambia perché non vengono modificate le prerogative del Capo dello Stato”.

Tutti i costituzionalisti sanno bene che su alcune parti della riforma  (“il premio di maggioranza”) la Corte Costituzionale si è già espressa chiaramente sulla incostituzionalità di norme che non definiscano le soglie minime per l’applicazione del premio.

Scrive Sergio Caserta del Coordinamento di Democrazia Costituzionale :

“Occorre  che le opposizioni politiche e sociali si uniscano in un patto per la democrazia e la Costituzione”, per contrastare il subdolo “tentativo di colpire i capisaldi della nostra democrazia che è repubblicana, parlamentare e antifascista. Il fascismo non è solo quello storico dei manganelli, dell’olio di ricino, del silenziamento dell’opposizione, del confino, dell’arresto e dell’omicidio degli oppositori, il fascismo contemporaneo è anche più subdolo: usa le regole formali della democrazia, svuotandole di contenuto effettivo e di significato, applica il principio di una sola verità e di una sola normalità quella del potere costituito. La democrazia è come l’aria, diceva Calamandrei, ti accorgi quanto è importante quando comincia a mancare; e dobbiamo dire che si respira già a fatica, l’atmosfera è già plumbea, il clima politico è fortemente deteriorato”.

AMPA venticinqueaprile, nella consapevolezza che il progetto di riforma mira a stravolgere la nostra democrazia costituzionale, fa appello a tutti i cittadini, ai movimenti ed alle organizzazioni politiche che si riconoscono nella nostra Costituzione, a lavorare in sinergia perché il progetto venga sottoposto a Referendum costituzionale e sia quindi bocciato dall’intervento diretto dei cittadini.