Reggio, il progetto 'L’Arte racconta'. Morrone: 'La cultura ci educa al bello'

Attraverso un'App sarà possibile ascoltare la storia di 30 opere d'arte esposte tra Duomo e Museo Diocesano

Si è tenuta stamattina, presso l’aula capitolare della Basilica Cattedrale di Reggio Calabria, la conferenza stampa di conclusione del progetto “L’arte racconta“, alla presenza drll’arcivescovo metropolita di Reggio-Bova, monsignor Fortunato Morrone, di esperti e istituzioni civili e religiose.

Il progetto “L’arte racconta”

L'arte Racconta (1)

I saluti introduttivi sono stati affidati a monsignor Antonino Denisi, decano del Capitolo della Basilica Cattedrale. Gli esiti del progetto “L’Arte Racconta” sono stati illustrati da tre relatori:

  • Lucia Lojacono, direttrice del Museo diocesano di Reggio Calabria e responsabile scientifico del progetto;
  • Giorgio Nordo, referente di Calabria Formazione;
  • il restauratore Giuseppe Mantella.

Il progetto L’arte racconta presenta una selezione di trenta opere d’arte conservate nella Cattedrale, sia all’esterno, che all’interno e nel Museo diocesano.

L’incontro tra arte e tecnologia

A ciascuna opera è associato un personaggio, scelto tra i protagonisti della storia del Cristianesimo e della Chiesa locale. Personalità di spicco ma anche uomini e donne del popolo. Per ciascun personaggio è stato registrato in studio un audio clip di alta qualità.

Il personaggio racconta così in prima persona, con uno stile diretto e coinvolgente, la sua storia in relazione a specifici episodi storici della città e della Chiesa locale.  Basterà quindi scaricare l’App “L’arte racconta”, inquadrare il QRcode esposto accanto all’opera e ascoltare la “telefonata” in cui viene spiegata l’opera.

Morrone: “Iniziativa che ci educa al bello”

Ha infine preso parola l’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova e presidente della Conferenza episcopale calabra, monsignor Fortunato Morrone:

“La bellezza non appare se non attraverso la nostra umanità; – ha detto Morrone – la tecnologia ci permette di concretizzare l’immaginazione e di comunicarla. La bellezza se non comunica, però, non è buona: il bello non è estetismo, ma è una storia che si racconta.

L’arte custodita in questo progetto racconta una grande tradizione popolare; in fondo, racconta tutto quello che siamo. Questa iniziativa ci educa al bello e ci aiuta a guardare con occhi diversi le brutture che vediamo, oggi, in questa città per invertire la rotta e lavorare assieme a costruire qualcosa di nuovo”, ha concluso il pastore della Chiesa reggina.