Aspromonte in cenere, il racconto di un volontario: 'E' stato un attacco alla nostra montagna. Piangiamo pini millenari'

"Partivano incendi da ogni valle. E' chiaro che c'è un attacco all'Aspromonte. E' tutto raso al suolo". La testimonianza di Giuseppe Romeo

Già presidente del CAI Reggio, tuttora socio del Club Alpino Italiano nonchè accompagnatore di escursionismo Giuseppe Romeo ha contribuito a domare gli incendi che hanno devastato il nostro territorio nelle ultime settimane.

Un lavoro intenso e costante il suo, fatto con amore ed estrema dedizione verso l’Aspromonte. Giuseppe è nato a pochi chilometri da Gambarie ed è un esperto conoscitore della montagna. Appena ha saputo dell’inferno che avvolgeva la sua terra, non ci ha pensato due volte ed è andato subito nei luoghi maledetti.

DRAMMA INCENDI, IL LAVORO INCESSANTE DEI VOLONTARI

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“C’erano tanti volontari che insieme ai Vigili del Fuoco hanno contribuito a salvare alcune zone dell’Aspromonte”.

Dopo l’intervento dall’alto dei canadair ed il lavoro incessante delle autobotti da terra delle squadre dei Vigili, agivano loro, i volontari.

“Il pericolo di un ritorno del fuoco arrivava dal sottobosco perchè, spente le fiamme alte, c’era sempre il rischio di un rogo successivo con fiamme basse ed il nostro lavoro è stato fondamentale perchè preveniva eventuali grossi incendi”.

In mano avevano pale, zappe e semplici guanti. Per giorni hanno battuto un terreno asciutto, secco e profondo. Ed è proprio sotto agli aghi di pino, alle pigne, alle foglie secche e ai residui vegetali che si celava l’ennesimo possibile rogo.

“E’ stato un lavoro continuo. E’ capitato che a distanza di 4 o 6 ore dal nostro passaggio il fuoco si riaccendesse negli stessi punti in cui eravamo già passati. Il fuoco covava nel sottobosco e riprendeva poi nel giro di qualche ora”.

ASPROMONTE FERITO, L’UOMO CONTRO LA NATURA

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Anche per Giuseppe Romeo gli incendi sono chiaramente di origine dolosa.

“E’ ovvio che ci siano interessi dietro. Sono pochissimi fortunatamente i folli che appiccano fuoco senza motivo. E anche noi volontari del CAI abbiamo trovato diversi innesti in questi giorni di fiamme. Gli incendi partivano da ogni valle ed era un continuo avvio di roghi. E’ dunque chiaro che c’è un attacco all’Aspromonte”.

Ma quali sono state le zone più colpite?

“Oltre alla zona di Roccaforte del Greco, completamente distrutta, c’è un altro luogo che piangiamo: quello della Valle infernale. Una zona molto selvaggia del nostro Aspromonte percorsa dal torrente Bùtramo, affluente del maestoso Bonamico che passa da Polsi. Questa parte è stata quasi interamente distrutta. L’incendio anche in questo caso è salito da valle e ha coinvolto tre contrade selvagge, Acatti, Afreni e Punta Cancelliere. Queste tre aree rappresentavano il cuore dell’Aspromonte e custodivano pini larici millenari. Fortunatamente la quercia più vecchia al mondo (Demetra) sembra si sia salvata”.

TUTELA DEI PARCHI, SOLO IN ASPROMONTE CI SI LAMENTA

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Giuseppe Romeo, contrariamente ad alcuni imprenditori che abbiamo recentemente intervistato, è favorevole ai tanti vincoli e alle ultime leggi che tutelano il territorio.

“Tutti i parchi d’Itali hanno vincoli. Come mai solo in Aspromonte ci si lamenta? Nei parchi del nord i sentieri sono molto curati con una forte attenzione anche all’inquinamento atmosferico ed acustico. I vincoli sono uguali per tutti e i parchi nascono per proteggere la flora e la fauna e permettere alle future generazioni di beneficiarne. E’ ovvio che il Parco poi deve anche poter essere vissuto attraverso i sentieri ma nella zona A (riserva integrale) è chiaro che l’uomo non può e non deve intervenire in alcun modo”.

CONTROLLI IN ASPROMONTE, ROMEO: ‘NON ABBIAMO MAI VISTO NESSUNA GUARDIA’

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I volontari hanno contribuito a tutelare l’Aspromonte in questi giorni e anche se l’impatto che hanno avuto gli incendi è stato devastante, molte piante sono state salvate proprio da loro, dagli angeli dell’Aspromonte.

“Abbiamo salvato molte piante. Un appello alle istituzioni? E’ necessario avere più sentinelle. Durante le nostre camminate non vediamo mai nessuno, né carabinieri, né guardie del Parco. Chi controlla le zone dell’Aspromonte deve conoscere la montagna e il dramma degli incendi passa attraverso il controllo continuo del territorio dell’uomo con un aiuto anche della tecnologia. La formazione e la conoscenza dell’Aspromonte nelle scuole è un’altra azione che il Parco deve fare parlando ed informando i bambini, da subito”.