Ass. Anassilaos: “Il Dopoguerra” insieme al Prof. Antonino Romeo


Il 2015 è stato ed è anno denso di anniversari, dal 70° della Liberazione (25 aprile) al Centenario dell’intervento dell’Italia nella Grande Guerra (23 maggio) fino a giungere all’8/9 maggio del 1945. In quei giorni, con la resa della Germania alle forze occidentali (8 maggio) e alle forze sovietiche (9 maggio) la Seconda Guerra Mondiale cessa in Europa mentre in Oriente proseguirà fino alla resa del Giappone nel mese di agosto, venuta dopo Hiroshima e Nagasaki. A settanta anni dalla fine di quella che può essere considerata come una delle più grandi carneficine che abbiano travolto e coinvolto l’umanità nel corso della sua storia pur densa di eccidi e stragi, l’Associazione Anassilaos promuove un incontro che si terrà sabato 9 maggio alle ore 18,00 presso la Sala di San Giorgio al Corso nel corso del quale il Prof. Antonino Romeo, che nei mesi scorsi ha già affrontato alcuni temi e aspetti legati al Secondo Conflitto Mondiale (Giorno della Memoria, Giorno del Ricordo, Liberazione), analizzerà soprattutto gli aspetti e i problemi legati al Dopoguerra. E’ noto agli storici che i dirigenti nazisti negli ultimi anni di guerra avevano sperato che la innaturale coalizione che vedeva alleati forze capitaliste (Gran Bretagna e Stati Uniti) con l’Unione Sovietica di Stalin potesse ad un certo punto spezzarsi prima che la Germania venisse sconfitta. Si credeva addirittura possibile fare la pace con uno dei contendenti (i Nazisti non avevano preferenze) così da consentire al Reich di affrontare il nemico restante. Tale auspicio nazista – oggetto forse di contatti segreti e riservati – non si realizzò. Nonostante le reciproche diffidenze tra gli alleati e i timori di Churchill che prevedeva, soprattutto dopo gli accordi di Yalta che dividevano l’Europa in sfere di influenza, il rischio di una espansione sovietica verso Occidente, la coalizione resistette fino alla completa resa della Germania anche se subito dopo cominciarono quelle schermaglie politico-diplomatiche che sfociarono nella cosiddetta “guerra fredda”. Fu lo stesso Churchill in un discorso tenuto il 5 marzo del 1946 a Fulton, nel Missouri, a parlare di “cortina di ferro”, un termine già usato da altri in precedenti circostanze, ma che acquistò una precisa dimensione storica soltanto con il suo intervento. “Da Stettino nel Baltico a Trieste nell’Adriatico – egli disse – una cortina di ferro è scesa attraverso il continente. Dietro quella linea giacciono tutte le capitali dei vecchi stati dell’Europa Centrale e Orientale. Varsavia, Berlino, Praga, Vienna, Budapest, Belgrado, Bucarest, Sofia. Tutte queste famose città e le popolazioni attorno a esse, giacciono in quella che devo chiamare sfera Sovietica, e sono tutte soggette, in un modo o nell’altro, non solo all’influenza Sovietica ma anche a una altissima e in alcuni casi crescente forma di controllo da Mosca” . Il crollo dell’Unione Sovietica nel 1989 mise fine alla Guerra Fredda ma aprì, nel contempo, in Europa un periodo di instabilità, che tuttora permane, che ha portato a conflitti regionali, dalla dissoluzione della Jugoslavia alla prova di forza della Russia in Georgia e in Ucraina con la conquista della Crimea. La conversazione dello studioso sarà aperta e accompagnata da una serie di letture di versi dedicati alla pace di grandi autori a cura dei poeti del Lunedì di Anassilaos con Lilly Arcudi, Giacomo Marcianò, Pietro Rossetti, Antonella Postorino, Pino Papasergio,
Nanà Logiudice, Nanni Barbaro, Mariangela Caminiti, Pina De Felice.