'Ndrangheta - Morra 'abbraccia' Bentivoglio 11 anni dopo l'attentato

Il Presidente della Commissione parlamentare Antimafia ricorda l'attentato del 9 febbraio 2011 ed esprime la sua solidarietà al commerciante reggino

Ha denunciato i mafiosi che volevano chiedergli il pizzo e gli hanno incendiato la sanitaria che gestiva insieme alla moglie. È la storia (parziale) di Tiberio Bentivoglio, commerciante di Reggio Calabria a cui, oggi, arriva l’abbraccio virtuale del Presidente della Commissione parlamentare antimafia in occasione dell’undicesimo anniversario dell’attentato durante il quale è stato gambizzato.

L’attentato al commerciante reggino Tiberio Bentivoglio

L’attentato del 9 febbraio 2011 è solo l’epilogo di un’odissea che inizia nel 1992. Bentivoglio, imprenditore reggino, decide infatti di allargare i propri locali senza chiedere il “permesso”, non al Comune od alle istituzioni, bensì “a chi di dovere”. Così hanno inizio i problemi: furti, minacce, incendi.

Le denunce non sono mai mancante, sin dal primo momento, e così al commerciante viene assegnata una scorta alla quale segue una pronta rinuncia a causa “dello stress che comportava”. I suoi estorsori sono stati condannati, ma non per i reati commessi nei suoi confronti e, un anno dopo la sentenza del Tribunale (8 febbraio 2010), è arrivato l’attentato che, tutt’oggi, indigna l’intero Stivale.

Gli aggressori lo hanno atteso sotto casa e hanno fatto fuoco non appena è uscito per andare a lavorare. I proiettili sparati contro l’uomo lo ha colpito al polpaccio. L’imprenditore è stato portato agli Ospedali Riuniti dove gli sono state prestate tutte le cure del caso. Un episodio che avrebbe fermato molti, ma non Bentivoglio che ha fatto della lotta alla mafia un proposito di vita, tanto che, ancora oggi, nonostante le intimidazioni non siano praticamente mai terminate, conserva la sua Sanitaria e lotta al fianco del movimento LiberaReggioLibera.

L’abbraccio di Nicola Morra

Marsupio Attentato Tiberio Bentivoglio

“”Tranquillo, tutto è passato, ora ci siamo noi”. Queste le parole pronunciate dal poliziotto che per primo si chinò a sorreggere, la mattina del 9 febbraio del 201, Tiberio Bentivoglio, commerciante reggino che da più tempo sta vivendo una vita segnata dalla volontà di non piegarsi alla ‘ndrangheta”.

Sono le parole dedicato all’imprenditore reggino da Nicola Morra in un post su Facebook.

“Quello in foto è il marsupio di cuoio, che quella mattina Tiberio portava a tracolla sulla schiena e che tuttora conserva con cura perché gli ha permesso di sopravvivere trattenendo fortunosamente uno dei proiettili.

A Tiberio Bentivoglio un abbraccio forte. Ai calabresi ed agli italiani tutti gli che continuano a non piegare la testa l’augurio di poter lasciare ai figli un paese più giusto”.