Atzori: ‘Alla Reggina primo anno entusiasmante, la seconda volta si parlava di serie A…’

"La squadra amaranto, il Monza ed il Vicenza meritano la B"


Ex Reggina, oggi tecnico dell’Imolese, Gianluca Atzori fa il punto della situazione ed esprime il suo punto di vista sui possibili scenari, ma prima tra i tanti argomenti anche un passaggio sulla sua esperienza in amaranto a notiziariocalcio.com:

Le due esperienze alla Reggina

Con la Reggina nella stagione 2010-11 avevamo quattordici ragazzi provenienti dal settore giovanile ed eravamo la squadra più giovane del campionato, con entusiasmo a mille. L’anno in cui sono tornato non c’era questo entusiasmo, e le motivazioni fanno sicuramente la differenza. Oltre a questo, c’erano problemi societari, economici e di comunicazione: si è sbagliato fin dall’inizio quell’anno a parlare di Serie A, e tale pressione ha portato la squadra a sfaldarsi. Ci mancava la volontà”.

Il coronavirus ed il futuro del campionato

“Io spero di tornare presto in campo. La cosa che più mi manca sono i miei ragazzi, spero di poter tornare ad allenarli presto, e poi di poter tornare a vivere l’adrenalina prima della partita. Penso però che sia difficile poter tornare a giocare, viste la situazione e le direttive sanitarie imposte: per la Lega Pro e la Serie B credo sia impossibile riprendere. La Serie A credo che potrà ripartire. Riguardo promozioni e retrocessioni, da una parte credo che Monza, Vicenza e Reggina abbiano dimostrato di meritare l’accesso alla Serie B, dall’altra ritengo che vadano congelate le retrocessioni. È giusto che sia il campo a scegliere chi retroceda, non le carte. Per l’anno prossimo, credo ci sarà una Serie C più folta, magari con tre gironi per un totale di 66/68 squadre, perché dalla Serie D saliranno le capolista; si tratta di una soluzione, ovviamente, solo per il prossimo anno. Semiprofessionismo? Per me tornare indietro non è mai una scelta giusta, personalmente ritengo abbia poco senso riproporre una C1 e una C2. Quando si parla di professionismo, si parla di giocatori pagati: bisogna essere in grado di mantenere gli impegni”.

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