Reggio, intitolazione a Bryant. Il pensiero unanime degli sportivi: 'Più che doveroso'

Il ricordo dei tifosi reggini dedicato alla leggenda del basket e la scelta unanime dell'intitolazione di una via o piazza

Il ricordo della leggenda di basket Kobe Bryant, riaffiora a tutti i tifosi delle varie epoche in cui il campione americano ha giocato ritiratosi vantando un palmares stellare. A partire da Reggio Calabria, dove ha la lasciato una traccia indelebile.

Ai microfoni di CityNow Sport:

Gaetano Gebbia (allenatore di pallacanestro)

Questa notizia ha sconvolto il mondo intero, basta guardare i titoli e gli spazi nei giornali nazionali e stranieri, per capire la caratura del personaggio. Reggio Calabria ha dei ricordi molto chiari, del bambino che sfruttava qualsiasi tipo di spazio per andare a canestro e lo ricordano i suo compagni di allora. Soprattutto la passione smisurato. Credo doveroso intitolargli una via o una piazza con la mia associazione “Viola inside” abbiamo ad esempio intitolato il Botteghelle a coach Gianfranco Benvenuti.

Giuseppe Laganà (Radio Gamma)

E’ una scomparsa tragica, Bryant è cresciuto a Reggio Calabria, sarebbe giusto intitolare una piazza o una strada a questa leggenda del basket.

Paolo Dattola (tifoso storico della Viola)

Più che doveroso intitolargli una via o una piazza. Ricordiamo tutti con affetto il ragazzino che giocava durante le pause dei match del padre che vestiva la maglia della Viola. Durante le interviste anche lui ha sempre ricordato Reggio Calabria. Ci ha lasciato davvero basiti la notizia.

Carmelo Catania (tifoso storico della Viola)

Il mio ricordo è legato al Pgs Modena, al Botteghelle, lo vedevo nell’intervallo che giocava. E’ stato un vero maestro della palla a spicchi.

Saverio Loddo (tifoso storico della Viola Reggio Calabria)

Io frequentavo grazie a Pino Pitasi i cortili e le palestre di Modena in modo particolare il PGS. Luoghi in cui ho imparato il gioco e le regole della pallacanestro io che ho sempre vissuto di calcio. È stato nel cortile delle scuole di Maria Ausiliatrice che ho visto un ragazzino magro magro ma con degli occhi nerissimi e vispi che palleggiava sia con la mano destra e sia con la sinistra e nascondeva la palla sia ai compagni che agli avversari. Io da profano ho chiesto chi fosse quella birba e Pino Pitasi – per me la memoria storica di quel periodo del basket a Modena con meraviglia per la mia ignoranza mi dice: “È il figlio del grande Joe Bryant” uno degli idoli del basket Reggino. Cosicché quando l’ho rivisto negli intervalli delle partite del padre l’ho riconosciuto con un pallone tutto suo a tirare instancabile sotto il canestro fino a quando non riprendeva la partita. Grande Joe e grande Kobe protagonisti a Reggio nel clima di una grande Viola.

Santo Frascati (editore di Touring 104 e Video Touring 655)

Quando si parla di Kobe si ricordano le imprese sportive, ciò che mi è rimasto impresso è stata la sua passione ai limiti dell’ossessione. Era continuamente votato alla ricerca del miglioramento psicofisico, soprattutto quando perdeva. Trasformava infatti la sconfitta in uno stimolo per migliorarsi. Abbiamo avuto la fortuna di averlo a Reggio, ma così poco da non potercelo godere, è stato un esempio ribadisco per lo sport, soprattutto per l’approccio mentale, rispetto a quelli che sono stati gli esaltanti risultati sportivi. Durante la trasmissione “Momenti neroarancio” sarà dedicato uno speciale sulla leggenda del basket del tutto condiviso e partecipato. Chiunque potrà intervenire lasciando un messaggio su Kobe, a tal proposito Touring consegnerà un premio al miglior intervento-pensiero che verrà inviato durante la trasmissione. Appuntamento a mercoledì alle ore 21:10 su canale 655 ed in diretta streaming sulla pagina facebook.