Miti di Calabria: le bocche dell’inferno a Cessaniti
Secondo l’antico mito le bocche del diavolo avrebbero un tempo ingurgitato tutto il centro abitato e proprio da questo avvenimento deriverebbe il nome del paese
11 Dicembre 2016 - 15:46 | di Redazione
Conosciamo la nostra terra, ne conosciamo i profumi, i luoghi, ma non sempre conosciamo i meravigliosi miti e le misteriose leggende che avvolgono la Calabria.
Eccoci dunque al settimo appuntamento della rubrica Miti di Calabria, nata per raccontarvi le più famose leggende che fanno parte della nostra terra.
Oggi vi portiamo a Cessaniti, in provincia di Vibo Valentia. Nella sua periferia esiste una piccola zona a cui la tradizione popolare ha dato il nome “vucche du diavulu” o “vucche du ‘mpernu“, ovvero bocche dell’inferno.
Un luogo misterioso, dove nel terreno accanto alle radici di giganteschi ulivi secolari ci sono delle grandi cavità dalla forma circolare quasi perfetta, profonde più di quaranta metri, delle buche da cui escono fortissime correnti d’aria.
Una leggenda narra che il diavolo dimora e dorme proprio lì sotto e le correnti non sono altro che il suo respiro. Secondo un’altra interpretazione invece a viverci sono i “fajetteji” dei piccoli folletti, vestiti di rosso, e particolarmente dispettosi. Per altri invece si tratta della Lamia, un mostro di donna nascosto in quel luogo, che si nutre di sangue umano.
Secondo l’antico mito le bocche del diavolo avrebbero un tempo ingurgitato tutto il centro abitato e proprio da questo avvenimento deriverebbe il nome del paese Cessaniti (cessau, cessato di esistere).