A Bova ‘Una ballata alla fine’ di Valerio Strati apre la prima edizione di Epic Festival

Alle ore 20 al parco delle Rimembranze del borgo che, fino al 22 agosto, ospiterà in ogni suo angolo spettacoli, reading, concerti, seminari e proiezioni

«Costruito per essere inaffondabile, la massima espressione della tecnologia navale del tempo, il Titanic, il più grande e lussuoso transatlantico del mondo, affondò nel 1912 dopo la collisione con un iceberg in pieno oceano Atlantico. Bastò un pezzo di ghiaccio, per mandare in frantumi un sogno. Un fatto storico drammatico che è anche una potente metafora del nostro tempo che, nel segno della modernità e di un progresso sfrenato, persevera nel prediligere il profitto, nell’emarginare gli ultimi del terra, come i passeggeri di terza classe che rappresentarono la maggior parte delle 1600 vittime dell’affondamento del Titanic, e nel generare diseguaglianze e ingiustizie laceranti che ci stanno portando all’autodistruzione».

Così Valerio Strati, l’attore e regista calabrese da tempo ormai residente a Palermo, presenta la sua lettura scenica di “Una Ballata alla fine“, ispirata a “La fine del Titanic”, opera nella quale lo scrittore e poeta tedesco Hans Magnus Enzensberger indaga questo ruolo fortemente annientatore e violento rivestito dalla tecnologia e da un progresso di cui sono state, e sono ancora, scientemente sacrificate le dimensioni sociali e umane.

Con l’accompagnamento dal vivo del sassofonista siciliano Gianni Gebbia, la performance teatrale e musicale aprirà, stasera, alle ore 20, al parco delle Rimembranze di Bova, la prima edizione di Epic Festival. Promosso da Mana Chuma Teatro, in collaborazione con Il teatro delle Rane e Play Music Festival – associazione Soledad e con il sostegno della rete Latitudini, il festival animerà il borgo fino al prossimo 22 agosto.

L’evento è patrocinato dal comune di Bova e finanziato dalla Regione Calabria nell’ambito dell’avviso pubblico Eventi culturali non storicizzati annualità 2019.

«Sono contento di proporre a Bova, in occasione di questo festival, uno spettacolo che ritengo molto intenso e attuale. Esso suggerisce al pubblico una riflessione sul lungo momento che ancora stiamo vivendo, segnato da scelte votate al progresso e che vanno nella direzione di un mondo che, avendo smarrito la propria profondità, è votato ad un inesorabile e galoppante declino. Lo stesso titolo ‘Una Ballata alla fine’ rafforza questo senso di ineluttabilità. Dalle prime letture sceniche, accompagnato dal cantautore Ivan Segreto fino a questa nuova dimensione musicale con Gianni Gebbia, sassofonista siciliano molto eclettico, passando per la fase in cui questa lettura è stata anche un monologo, la Ballata è cresciuta e maturata. Questo spettacolo sarà impreziosito da musiche originali, virtuosismi e slanci creativi di Gianni Gebbia, che compone e improvvisa in modo assolutamente originale», ha spiegato ancora l’attore e regista Valerio Strati.

Dal 2011 Valerio Strati, formatosi tra Reggio Calabria e Roma con Rodolfo Chirico e con Isabella Del Bianco e Cristiano Censi, dirige il Teatro alla Guilla, nel centro storico di Palermo. Il teatro prende il nome dall’antica sorgente che un tempo sgorgava copiosa vicino alla porta Bab-Schatagat delle antiche mura punico-romane e che avevano chiamato Wid, fiume, poi volgarizzato in Guilla. Uno spazio artistico vivace nel cuore della città palermitana dove pulsano passione per il teatro, ricerca e sperimentazione e che, come tutti gli spazi più raccolti e chiusi in tempo di pandemia, nel pagare un tributo altissimo, sta misurandosi con nuove esperienze.

Tra le altre produzioni di Valerio Strati in qualità di regista ricordiamo anche “Antigone”, “Rooms. Stanze in Consuete si raccontano”, “Bloodybrothers”, “Raskòlnikòv. Racconto di un delirio”, “Eight music”.