I calabresi fanno gli scontrini: la scoperta 'scioc' del sindaco di Venezia

Durante un comizio di Coraggio Italia per le imminenti elezioni regionali, Brugnaro ha raccontato la sua visione dei calabresi al lavoro

“I calabresi fanno gli scontrini”. Ci sarebbe una lista interminabile di epiteti nordisti nei confronti dei calabresi, talmente lunga da far accapponare la pelle anche meridionalista meno incallito. Un elenco numerato darebbe, forse, la misura di ciò che deve sopportare un “terrone” a distanza di 160 anni dall’unità d’Italia.

L’ultima batosta, in ordine di tempo, è arrivata dal sindaco di Venezia che, durante un comizio di Coraggio Italia per le imminenti elezioni regionali, ha toccato il nervo scoperto del lavoro in Calabria.

La scoperta scioc del sindaco di Venezia

Ci sarebbe da ridere se non fosse che la situazione diventa sempre più tragica.

Nella giornata di ieri il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro ha preso parte all’evento organizzato da Coraggio Italia, insieme al sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo. Fin qui, tutto regolare. Peccato per l’infelice esempio che il primo cittadino veneto ha scelto come metafora della grande operosità dei calabresi.

“Fanno gli scontrini”.

Poche e semplici parole che arrivano dritte al sistema nervoso centrale. Basta qualche frazione di secondo per capire che, in questa frase, qualcosa non quadra. Anche se il sindaco veneto la pensa diversamente, tanto da asserire immediatamente un simil “non è come sembra”. E invece eccome se lo è. Dal racconto di Brugnano emerge lo stupore nel veder lavorare e, soprattutto, fare gli scontrini, di alcuni giovani durante il periodo estivo.

I calabresi fanno gli scontrini

“Scusate l’esempio ma – ha detto il primo cittadino di Venezia e presidente di Coraggio Italia – è pratico: questa estate qui, mentre facevo campagna elettorale, una domenica ho visto dei bambini che giocavano sulle onde e vedevo questi ragazzi che avevano questi salvagenti, hanno lavorato sotto il sole, saranno stati 40 gradi, non avete idea di quanto hanno lavorato. Hanno guadagnato legittimamente, facevano lo scontrino.

Li ho guardati tutto il giorno. Altroché se lavorano i calabresi: dagli da lavorare e poi vedi se i calabresi lavorano. Io lo testimonio perché li ho visti. Dobbiamo fare progetti che – ha concluso Brugnaro – coinvolgono i giovani in questo i futuro, è l’unica strada da fare”.

A questo punto diteci anche che sappiamo leggere, scrivere, stare composti a tavola, accendere il fuoco o impugnare la clava.

Quante volte, ancora, i calabresi saranno costretti ad ascoltare uomini delle istituzioni che sminuiscono un intero territorio e la comunità ivi residente?

Meridionali bistrattati

Dal sindaco Sala, convinto che un lavoratore di Reggio Calabria ed uno di Milano debbano percepire uno stipendio diverso a parità di mansioni, al Ministro del turismo sul cui sito istituzionale campeggia l’inno leghista “Prima il nord”, alla collezione degli epiteti nordisti, oggi, si aggiunge anche quella degli scontrini.

Ma, a questo punto risulta davvero difficile per i meridionali credere che il “razzismo” nei loro confronti sia ormai acqua passata.

Eppure le belle parole non mancano. Con le Regionali alle porte tutti sembrano essersi ricordati della Calabria e delle sue infinite potenzialità, della brava gente, dei talenti sparsi in tutto il mondo. Ma a cosa servono i bei discorsi e le passerelle quando alla minima distrazione si torna a parlare del Sud attraverso i soliti, vecchi pregiudizi?

“I calabresi fanno gli scontrini”. C’è chi l’ha definita una “gaffe” del primo cittadino, ma se ci si sofferma attentamente sul significato delle parole contenute nella frase, non è affatto difficile intuire come queste minino, profondamente, la reputazione, già di per sé debole, di una Regione che ha bisogno dell’appoggio incondizionato degli italiani e non di esempi stupidi che non rendono affatto l’idea del tema lavoro in Calabria.