Calenda a Reggio, dall'endorsement a Versace al Ponte: 'Non sono contrario, ma non si farà'

Stop all'abuso di ufficio, l'autonomia differenziata "così come fatta è una follia per Nord e Sud". Il resoconto della tappa reggina del leader di Azione

Una gremita folla di persone, tra politici, addetti ai lavori e semplici curiosi, ha accolto, nel pomeriggio di ieri, Carlo Calenda a Reggio Calabria. Il leader di Azione è sbarcato nella città dello Stretto per l’incontro dal titolo “Calabria, sul serio”, ospitato da L’Accademia Gourmet.

Di “bellissima giornata” ha parlato il sindaco metropolitano f.f. Carmelo Versace che ha avuto l’onore di ospitare il segretario nazionale di Azione a Reggio Calabria.

“Ringrazio tutta la mia squadra. La presenza di tanti amministratori e tanta gente a questo evento è sintomo di una città che vuole cambiare”.

La visita di Calenda a Reggio Calabria

Carlo Calenda Rc (4)

L’endorsement a Versace

Soddisfatto anche Calenda che, alla stampa locale, non ha lesinato i complimenti sull’operato dell’esponente locale di Azione:

“Carmelo Versace è una persona concreta. Quando vengo qui, mi racconta che avete ben 22 bandi del PNRR e che di questi molti sono in avanzata progettazione. È uno che dà numeri concreti”.

Il tavolo di Azione era composto poi anche da un altro membro del partito:

“Insieme a noi oggi – ha spiegato Calenda – abbiamo anche un senatore di Reggio Calabria, Marco Lombardo. È evidente, dunque, che c’è un occhio particolare di riguardo per la città”.

Abuso d’ufficio e salario minimo

E parlando di stretta attualità, sono state diverse le tematiche affrontate dal segretario nazionale, partendo da tasti dolenti per il territorio fino al salario minimo. Tra questi, l’abuso di ufficio, particolarmente sentito in riva allo Stretto viste le vicende che hanno coinvolto il sindaco oggi sospeso Giuseppe Falcomatà:

“Voi ne sapete qualcosa. Quello che diciamo è levate l’abuso di ufficio perché non possiamo fare 155 mila bandi e contemporaneamente indagare gente che nell’oltre 90% dei casi, poi, viene assolta.

Abbiamo fatto una proposta di salario minimo a 9 euro l’ora, che vuol dire 1200 euro netti al mese. È il minimo per cui una persona dovrebbe lavorare in Italia”.

Il ponte sullo Stretto

Carlo Calenda Rc (3)

“Può essere un’opportunità, come tutte le infrastrutture, ma se nel frattempo hai i soldi ma non rimetti a posto le ferrovie o l’impianto idrico, che in questa città mi dicono essere vecchissimo, cioè tutti i servizi di base. Io vengo dalle aziende e lì si insegna che prima bisogna mettere in atto le cose previste dal tuo core business e poi il resto.

Io non sono contrario, sia chiaro – ha aggiunto Calenda – ma vedrete che alla fine non si riuscirà a fare il Ponte e questi soldi non verranno spesi. Questo perché parliamo di gente che non ha mai lavorato un giorno fuori dalla politica e gli diamo da gestire piani multimiliardari pensando che come per magia possa avvenire il miracolo”.

Importanti anche le parole del Senatore Lombardo che ha ricordato come, solitamente, questi eventi vengano organizzati in concomitanza di campagne elettorali.

“Il nostro segretario nazionale, invece, ha scelto di venire qui, adesso, per fare un investimento politico al Sud e, in particolar modo in Calabria. Io credo che offrire un’alternativa, ad una terra a me tanto cara, ma che ha tante difficoltà, credo sia un messaggio davvero importante che coinvolge la Calabria in un nuovo protagonismo”.

Il PNRR e l’Autonomia differenziata

Carlo Calenda Rc (2)

Calenda è passato poi a tematiche di rilevanza nazionale come i progetti del PNRR:

“Pensiamo sempre che il problema in Italia siano i soldi, invece il nocciolo della questione è come realizzare le infrastrutture e l’incapacità di spesa. Se andate a vedere i cv delle persone che fanno politica, non hanno mai fatto null’altro a parte questo e quindi sono incapaci di gestire qualsivoglia situazione. Un esempio? Nel 2023 è stato speso poco più di 1 miliardo a fronte dei 32 che dovevano essere spesi. noi abbiamo proposto di farli utilizzare alle imprese, attraverso un piano impresa 4.0. Abbiamo 155 mila bandi, non riusciremo mai a portarli a compimento”.

E sull’autonomia differenziata:

“Per come è stata impostata, è una follia, non solo per il Sud, ma anche per il Nord. Noi dovremmo avere ogni Regione con la sua società elettrica, con la sua società di gestione del gas, che può mettere un veto/bocciare gli accordi commerciali fatti dall’UE. L’Italia sarebbe, dunque, divisa in signorie.

Io non sono affatto contrario a lasciare più margine di azione alle Regioni, fornendo loro maggiori deleghe, però bisogna farlo con intelligenza, altrimenti questo paese in cui non si riesce a fare niente, ancora meno si potrà fare”.