Caso Quattrone, l'imprenditore reggino: 'Presto rimarrò a terra, non voglio pietà ma giustizia'

Assolto perchè il fatto non sussiste chiede la restituzione di tutti i suoi beni. L'odissea giudiziaria dell'imprenditore di Gallina continua

Ristobottega

Era il 14 giugno 2022 quando il sig. Quattrone Francesco si incatenava al Cedir, mostrando il suo dolore in modo plateale con l’obiettivo di far conoscere la sua storia e sensibilizzare l’opinione pubblica.

In piedi e con la sua lunga catena al collo l’imprenditore di Gallina, titolare di Arca di JoliLuxuryAlbergo Arca e Unicità è rimasto per giorni, prima davanti al Tribunale di Reggio Calabria, poi a Catanzaro ed infine a Roma per evidenziare il dramma giudiziario che lo ha travolto e lasciato oggi con soli 300 euro al mese.

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“Sono un imprenditore stritolato e depredato dalla vostra morsa di potere ingiusto. Nel 2010 mi avete arrestato con misura cautelare 416-bis. Dopo 20 giorni il Tribunale della Libertà annulla l’ordinanza ma in automatico fate scattare il sequestro di tutti i beni in mio possesso. Frutto del lavoro di 50 anni. Intanto nei tre gradi di giudizio mi confermate la confisca di tutto nel 2015. Nel 2020 si conclude il processo con l’assoluzione perchè il fatto non sussiste. Chiediamo la revisione del processo e la Cassazione il 25 maggio 2022 rigetta lasciandoci nudi dei nostri sacrifici. Chiedo e vorrei giusta giustizia”.

Si leggeva nel manifesto che il sig. Quattrone mostrava davanti ai portoni dei Palazzi di Giustizia.

Oggi l’imprenditore di Gallina continua la sua protesta davanti alla Corte d’Appello di Catanzaro.

“Dopo che finalmente il primo dicembre 2022 era arrivata la notifica di aver fissato l’udienza il 15 marzo 2023 per la revisione del processo, la settimana scorsa arriva la notifica con la scusante di un rinvio. Il caso vuole che a Catanzaro sia cambiata anche la commissione. Suona sempre tutto molto strano ma a patire siamo sempre noi che ci troviamo ancora una volta delusi. Quando si era aperta una mera speranza. Ci troviamo di nuovo di fronte a delle manovre?”.


Ancora una volta dunque Francesco Quattrone rivela alla stampa il suo dolore. Un uomo sempre più debole che continua a chiedere da anni solo giustizia.

“Cado e mi rialzo come una trottola ma presto rimarrò a terra – conclude Quattrone – Mi hanno rinviato nuovamente l’udienza per la revisione del processo. Sono uscito assolto perchè il fatto non sussiste e nonostante questo non mi rivogliono dare i miei beni. Chiedo a tutti di aiutarmi, non voglio pietà ma solo la giusta giustizia”