100 anni dalla nascita di Don Italo Calabrò, Morrone: ‘Il suo impegno per la comunità e l’omelia contro la ‘ndrangheta’

Reggio celebra il "sacerdote dei poveri". Il vescovo: "Quello della Chiesa reggina è un tessuto buono, ci sono le ombre, ma d’altra parte ognuno di noi si porta le ombre dentro la sua vita"

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Alla vigilia del centenario dalla nascita, Don Italo Calabrò viene celebrato nella Cattedrale di Reggio Calabria, con il convegno ecclesiale dal titolo: “La vita del Servo di Dio sacerdote Italo Calabrò: a servizio della Chiesa e dei poveri”. A tenere la relazione principale è stato il cardinale e arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia.

26 settembre 1925 – 26 settembre 2025. L’incontro ha rappresentato il momento conclusivo delle iniziative dedicate a don Italo e partite lo scorso giugno, con una partecipazione intensa e commossa della comunità diocesana.

Le parole del vescovo Morrone

Il vescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Fortunato Morrone, ha sottolineato la forza e l’attualità della testimonianza di don Italo:

“Quello che ricorre oggi è un compleanno particolarissimo. Voglio ringraziare il cardinale Battaglia, Don Mimmo, come viene chiamato, perché è la seconda volta che in brevissimo tempo lo vediamo qui in cattedrale a Reggio Calabria.

È una ricorrenza particolare quella che celebriamo, molto intensa, perché fare memoria, come ha saputo fare veramente Don Mimmo, che è uno scrittore poeticamente dotato, intrecciando parte della vita di Don Italo con la vita della Chiesa, con la vita della società civile, negli anni faticosissimi, non è cosa semplice.

Ha preso quella famosa omelia in cui Don Italoa denunciava il sequestro di un bambino, denunciava in modo chiarissimo la disumanizzazione di coloro che perdono il senso della propria umanità, quindi contro la ‘ndrangheta. Un “contro” che serve per costruire – ha detto il vescovo di Reggio Calabria – poi una coscienza credente che entra nel tessuto umano e fa lievitare tutto il bello e il buono, il vero, giusto, l’autentico che c’è, che è molto di più delle cosiddette macchie, ombre, che sono dentro la nostra realtà.

Il tessuto sociale della nostra Chiesa reggina-bovese, e dunque del nostro territorio, è un tessuto buono, ci sono le ombre, ma d’altra parte ognuno di noi si porta le ombre dentro la sua vita, molto di più per quella bellezza che noi riusciamo a trarre fuori”.

L’intervento di Mario Nasone

A chiudere il ciclo di eventi è stato il Centro Agape, che ha fortemente voluto l’organizzazione del convegno. Il presidente Mario Nasone ha evidenziato il valore profetico della figura di don Italo:

“È stato un momento molto intenso, veramente con un’intensa e attenta partecipazione, perché ha seguito coinvolgerci nel raccontarci una pagina di Vangelo, attualizzata, che ha un nome chiaro, Don Italo. Di questo ringrazio veramente il nostro cardinale. È stato bravissimo, perché è riuscito a cogliere tutta la grande ricchezza spirituale, umana, di questo nostro sacerdote. È riuscito a raccontarlo anche a chi non lo ha mai conosciuto, con espressioni e narrazioni che ci hanno colpito.

Noi che siamo stati accanto a lui per tantissimi anni non sempre abbiamo colto questa profondità. La sua vita non è stata altro che un predicare il Vangelo della gioia e della liberazione. Io l’ho conosciuto che ero appena adolescente, 16 anni, ed è stato per me e per tantissime generazioni un compagno di strada, un maestro che ha illuminato la nostra vita.

Oggi abbiamo voluto ricordarlo dandogli il buon compleanno, non come una memoria fine a se stessa, ma rilanciando attraverso il cardinale di Napoli il suo messaggio che ancora oggi è vivo. Oggi il mondo, proprio perché segnato da guerra, ingiustizia e disagi, ha bisogno di profeti come lui. Noi speriamo nel nostro piccolo di essere strumenti del suo messaggio, raccontandolo soprattutto attraverso le opere che lui ha fondato e le tante altre sfide della povertà e del disagio che ancora ci attendono, e non ultima quella della pace, che oggi è diventata prioritaria”.

Una memoria che diventa impegno

Il centenario di don Italo Calabrò, celebrato nella sua città, non è stato solo un anniversario commemorativo. La sua testimonianza di fede e di servizio ai poveri è stata riletta come un messaggio ancora attuale, da trasformare in azione concreta per affrontare le sfide del presente: dalla lotta alla criminalità alle nuove forme di povertà, fino al bisogno di pace e giustizia.