CityNow incontra il maestro Uto Ughi


di Didi Labate – Per chiunque si intenda di musica classica il nome Uto Ughi fa venire i brividi dall’emozione.

Il Maestro Ughi è, infatti, uno dei più rinomati violinisti mondiali e ha calcato i palchi dei più grandi teatri compreso il nostro Teatro Comunale Francesco Cilea.

Lunedì 28 settembre il Maestro Ughi ha tenuto un concerto accompagnato dai Filarmonici di Roma il cui ricavato è stato devoluto in Beneficenza.

La mattina dopo, il Maestro avrebbe dovuto tenere una conferenza con gli alunni del Liceo Scientifico Alessandro Volta per introdurre i ragazzi al mondo della musica classica, tuttavia la conferenza è stata annullata.

Uto Ughi ha però voluto comunque visitare nel primissimo pomeriggio il plesso scolastico così mentre veniva guidato dalla Dirigente Scolastica Palazzolo tra le mura dello splendido edificio siamo riusciti a intercettare il violinista per una rapida intervista:

Maestro, ieri ha tenuto uno spettacolo nel nostro Teatro Comunale, quali le sue impressioni?

E’ un teatro molto importante il “Cilea”, penso che dovrebbe essere sfruttato e valorizzato meglio e con più attività musicali. Una città con ricchezza e creatività musicale come Reggio Calabria merita di avere un teatro in continua attività. E’ un peccato che sia usato poco, anzi, dovrebbe essere un fiore all’occhiello.

Vederla suonare e ascoltarla è uno spettacolo incredibile; si ha l’impressione che le sue mani, il suo violino e lo spartito si fondano in un solo essere. Come fa a “rendere suo” ogni pezzo?

Tutte le volte che si interpretano autori del calibro di Mozart, Bach, Vivaldi si cerca di penetrarne lo spirito, bisogna conoscere l’opera nella globalità e conoscere a fondo le interpretazioni. Un’esecuzione non è mai uguale all’altra, ogni musicista aggiunge immaginazione, cultura, vivacità. Naturalmente la musica ha le sue leggi e non si può trasgredire: ci sono indicazioni precise dei compositori ma diverso è l’impatto sul pubblico che ascolta e che varia nel tempo. Il musicista deve essere rigoroso ma allo stesso tempo libero, può sembrare un antitesi ma non è così!

Essendo Lei uno dei massimi esponenti viventi della musica classica, avrà sicuramente notato che sempre meno giovani tendono ad avvicinarsi a questo stile musicale preferendone altri..

Scusa se ti contraddico ma non ne preferiscono un altro, conoscono altro! I ragazzi sono come spugne, assorbono ciò che gli viene dato, se nelle scuole non c’è un insegnamento musicale, difficilmente gli alunni ameranno qualcosa che non conoscono. Noi italiani siamo bombardati da un unico settore musicale ignorando la nostra identità e la nostra tradizione storica. Per fare un esempio in Giappone, paese che visito spesso, viene adottato un metodo formidabile per avvicinare i giovani alla musica: si fanno ascoltare ai bambini di 3-4 anni le migliori musiche mai composte, in seguito raggiunti i 6 anni si offre l’opportunità di scegliere uno strumento da suonare con la libertà di scegliere senza alcuna costrizione; la scelta diventa la base dell’educazione!

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