Comunali Reggio, Lamberti insiste: 'Per fare l’amministratore ci vuole una persona, non un partito”

Dalle accuse al centrodestra all’eventuale Polo civico ‘senza il M5S’: ‘Se c’è unità avremo belle sorprese’

“Non sono mai stato iscritto a nessun partito di sinistra. Centrodestra, centrosinistra hanno in comune il centro. Io sono un moderato. In questo momento per fare l’amministratore, mettiamocelo bene in testa, ci vuole una persona, non ci vuole un partito politico, va bene? Ci vuole una persona. Perché per ripulire la città, per rendere la città vivibile, per rendere la città densa di contenuti culturali, ci vuole una persona, possibilmente una persona per bene. Centrodestra e centrosinistra oggi non esistono più”.

È un Eduardo Lamberti Castronuovo convinto delle proprie idee, e dei propri mezzi, quello che si è presentato ai microfoni di CityNow nell’ormai consueta rubrica web che sta permettendo ai reggini di conoscere gli aspiranti candidati a sindaco per la corsa alla conquista di Palazzo San Giorgio. Esperienza che Lamberti fece già nel 2007, e che si concluse male, politicamente parlando. A chi gli chiede cosa è cambiato in questi 18 anni, risponde così:

E’ cambiata la mia vita. Io ho fatto l’assessore di Raffa, assessore tecnico in una giunta di centrodestra, e mi pare che quello che ho fatto io in quei 5 anni non mi pare di averlo mai visto. La destra mi ha fatto fare quello che la sinistra mi ha sempre impedito di fare. Perché i signori che vogliono sapere cosa è cambiato è giusto che vadano a leggersi le intercettazioni telefoniche del caso Palamara per capire chi è che non ha voluto che io facessi il sindaco. La domanda da porre invece sarebbe: il dottore Lamberti può essere una persona che cambia il destino di queste città o no? Se sì, non vi fate domande sul mio passato. Basta con questa solfa. Io sono stato sempre un indipendente. Sono stato chiamato allora, nel 2007, dalla coalizione di centrosinistra che è stata bravissima a tradirmi immediatamente, perché non si riconosceva in me. Ma sono io che non mi sono riconosciuto nel centrosinistra”.

Centrodestra smarrito

Ma è anche un Lamberti in un certo qual modo deluso dalla strategia messa in campo dal centrodestra – area politica in cui si riconosce – che ancora non ha ufficializzato il nome del proprio candidato. Soprattutto quando commenta una delle ultimissime voci che si rincorrono rispetto ad una scelta, quella della Lega, che starebbe virando, secondo lo stesso Lamberti, sul nome di Paolo Zagami, brillante avvocato reggino, di stanza a Roma, che in tempi non sospetti aveva avanzato una sorta di autocandidatura.

“Hanno cercato il direttore dell’Università, l’ex rettore dell’Università Pasquale Catanoso, il professore Massimiliano Ferrara, il notaio Stefano Poeta e chi più ne ha più ne metta. Cioè sono andati alla ricerca, questi signori della Lega, di nominativi da proporre al centrodestra per la carica di sindaco. Ora, la carica di sindaco non è una barzelletta. Non è una cosa che si può inventare dall’oggi al domani. Come fa una persona, pur qualificatissima e integerrima, ad accettare una proposta del genere se non ha mai fatto politica diretta, se non conosce i meccanismi amministrativi? Fare il sindaco della città, anzi di 97 città perché sono 97 i comuni della Città Metropolitana è una cosa serissima. Ma possibile che questi signori in un mese abbiano bussato alla porta di 7 persone, tutte di assoluto alto livello”.

Lamberti prosegue nella sua analisi – “se in politica non bisogna dire ciò che si pensa, beh allora io non faccio politica”, dice – lanciando qualche frecciatina alla coalizione e alla Lega in particolare:

“Quando ero ragazzo, se mi avessero chiesto se avessi voluto lasciare la mia città, non l’avrei mai fatto, perché per me Reggio è una delle più belle d’Europa. Ma perché davvero Reggio era così. Oggi non posso vedere Reggio nelle mani di chi non la conosce, e non parlo dei candidati, ma di chi li sta candidando, come una imposizione dall’alto, parlo della Lega. Io non ho niente contro nessuno, perché sono un pacifista per antonomasia e sono un democratico nato. Ho grande rispetto per la Lega, che è un partito della coalizione, alcune cose le condivido, altre meglio che le dimentico, ma la Lega avrebbe fatto un’operazione di grandissimo respiro se avesse scelto insieme agli altri due partner, un candidato gradito alla popolazione non a loro. Il politico deve fare, come diceva Plutarco, l’interprete fra il desiderio della popolazione e quelli che sono le esigenze di una comunità”.

E quando si fanno i nomi più gettonati, Minicuci e, ora Zagami, Lamberti è ancora più diretto:

Minicuci era un ottimo burocrate, persona integerrima sicuramente, come lo è anche Paolo Zagami, ci mancherebbe, è un mio carissimo amico personale. L’altra sera, eravamo insieme, e davanti ad altre persone ha detto io il sindaco non lo posso fare perché non lo so fare. Ha detto esattamente così, perché è una persona onesta intellettualmente. Fare il sindaco di Reggio oggi è veramente una cosa di grandissima difficoltà perché è una città che sta andando verso il dissesto, che non ha da 6 anni a questa parte nulla di culturalmente valido da proporre, non ha proposto nulla se non mi sbaglio”.

Lamberti conferma insomma che se il centrodestra non proporrà un candidato all’altezza della situazione, lui resterà in campo, candidandosi per conto proprio:

“Siccome non sono un politico di professione, io faccio il medico e lo faccio discretamente, però quello che ho fatto l’ho dimostrato alla gente, perché ho fatto tanto per questa città e ne sono orgoglioso, e sono già stato ripagato in questa città, quindi non avanzo niente. La domanda è, vogliamo aiutare questa città? Io scendo in campo, ma un generale senza l’esercito la perde la battaglia. Ma io non posso permettermi di perdere la battaglia, perché perderebbe una parte buona della città che credo di rappresentare. Quindi se il centrodestra dovesse portare avanti una candidatura credibile, accettabile, io mi ritrovo assolutamente in questa compagine e ci resto senza avanzare nessuna pretesa. Però se il nome non è quello che noi desideriamo, cioè un nome imposto dall’alto, che non ha niente a che vedere con la città, io farò di tutto per unire quante più forze possibili della società civile e gente perbene che vuole cambiare le sorti di questa città. Non ci vuole molto”.

Terzo polo, si o no?

Per Lamberti, dopotutto, “per aiutare la città non è necessario essere sindaco”. Un concetto, quest’ultimo, che sta andando per la maggiore in città, e che si concretizzerebbe meglio con la nascita di un Polo civico, in grado di mettere assieme i tanti aspiranti sindaci che altrimenti rischierebbero di scomparire dalla scena ancor prima del voto.

E d’altra parte gli incontri tra gli aspiranti candidati si susseguono. Giusto la scorsa settimana il candidato ufficiale del Movimento 5 stelle ha messo sul piatto la propria disponibilità a ritirarsi di fronte alla possibilità di costituire un terzo polo, civico e unito. Anche sul punto Lamberti non le manda a dire:

Nel momento in cui si fa il polo civico il Movimento 5 stelle non c’entra più, perché se si fa un polo civico si fa un polo di persone, che magari appartenevano ad altri schieramenti politici, ma sulla carta, e poi si svestono da quello schieramento politico e scendono in campo in quanto tali, in quanto uomini. Quindi la proposta di Fabio Foti, non dei 5 Stelle, è una proposta che va validata. Perché se noi portiamo a unità il Polo civico sicuramente avremo delle belle sorprese, perché la gente è stanca. Io ne vedo tante persone al giorno e quelli che non sono politicizzati hanno bisogno di avere una risposta precisa. Allora mettiamoci sotto, se poi la mia presenza o quella di altri è scomoda per qualche motivo, ma quale è il problema? Arrivederci, fate voi. Trovate la persona giusta e basta. Cosa volete che vi dica, noi lo facciamo per dare una mano. Secondo voi può aumentare il mio prestigio andare a fare il sindaco di Reggio Calabria? Sicuramente è un grande onore, ma è anche un grande onere e io so benissimo che pagherei a caro prezzo una cosa del genere, la pagherei veramente a caro prezzo, perché sappiamo bene come vanno le cose a Reggio”.

Lamberti dice anche di non avere alcun problema a dialogare con chi, da civico, ha dato la propria disponibilità a scendere in campo:

“A me piacciono tutti i nomi di chiunque si candida, che abbia le qualità per farlo. Io desidero che la città di Reggio vada ad una persona che abbia le qualità per farlo. Adesso dico una cosa che sicuramente farà rizzare i capelli a qualcuno: Per me Giuseppe Falcomatà è un bravissimo ragazzo. Lo conosco, l’ho cresciuto, è un ottima persona, sicuramente sarà un buon avvocato, ma gli hanno fatto fare il sindaco in un momento in cui non avrebbe dovuto farlo, perché non aveva l’esperienza per farlo. E ha pagato l’esperienza, abbiamo pagato noi, questo è il dramma. Perché si è attorniato di persone che non l’hanno saputo aiutare, neanche lui aveva la possibilità di farlo perché non aveva quello che ci vuole per fare l’amministratore non il politico”.