Comunali Reggio, Liotta il visionario spera nell’unità del civismo e in Bombino - VIDEO

Il candidato sindaco di Nuova Reggio si definisce appassionato di politica e rilancia il progetto della Regione dello Stretto

Nino Liotta, con rispetto per tutti i candidati in campo, ha una storia e ha una grande coerenza. Ha un’idea, un progetto. Vuole risolvere le emergenze nel giro di sei mesi e se non lo farà in 6-8 mesi se ne andrà a casa. Le emergenze le sappiamo, è inutile pure ripeterle, perché è demoralizzante parlare di spazzatura nel 2020. Nino Liotta è un visionario, crede in una missione politica legata ad una missione amministrativa. Questa è una città che va amministrata in modo sano, rompendo determinati meccanismi, e io li voglio rompere e, soprattutto, penso di avere l’autorevolezza per farlo. Nino è il pazzo visionario che ha l’ambizione tra 5 anni di non ricandidarsi, per lasciare la città che già cammina da sola, e dedicarsi alla Regione dello Stretto perché oggi la più grande ambizione che sento in circolazione è riparare qualche buca”.

Tocca a Nino Liotta, presentarsi ai cittadini nella consueta diretta di CityNow dedicata ai candidati sindaco. Vulcanico, genuino, convinto delle proprie idee, innamorato della città. Con la sua “Nuova Reggio” ha tutta l’intenzione di tentare la scalata a Palazzo San Giorgio.

Ma per quanto visionario, Liotta, sa bene che nello scenario attuale anche la sua potrebbe tramutarsi in una candidatura come tante altre. Per questo strizza l’occhio all’idea di unire le forze insieme agli altri candidati civici in un Polo che, però, non sembra voler decollare per il momento.

Si definisce un appassionato della politica con la P maiuscola che ha studiato all’Istituto di formazione socio politica. Già consigliere comunale (2011), è stato uno degli attori principali delle primarie del 2014, senza però parteciparvi. Promosse e tenne vivo un tavolo per diversi mesi che voleva essere costruttivo e propositivo: “quando si trasformò in un tavolo di nomi e non di programmi, senza alcuna condivisione, se non nel ritaglio di spazi di potere ringraziai tutti per l’attenzione e salutai”.

Una storia coerente

“Ho deciso di candidarmi manifestando, proprio all’alba del nuovo anno, il primo gennaio, tramite i canali Social, quella che è la mia proposta. Anche perché ho una mia piccola storia, modesta e umile, nel recente passato, anche in Consiglio comunale. Forse sono l’unico di tutti i candidati in campo che è stato consigliere comunale di una lista civica nel 2011 espressione di Energia pulita, una meravigliosa esperienza che sosteneva l’avvocato Massimo Canale come candidato sindaco alle elezioni che poi si conclusero con la vittoria del dottor Demetrio Arena. Fu un biennio nel quale mi sono spesso con amore e passione, pure se nella posizione dell’opposizione”.

Come detto, nel 2014, dopo la parentesi delle primarie, si candidò nella lista del Pd, senza però centrare l’obiettivo. Da allora i rapporti politici con il sindaco Giuseppe Falcomatà si sono deteriorati:

“Non mi interessava ritagliarmi uno spazio. Alle scorse elezioni ero esterno al fatto elettorale. E non perché non si vedeva l’appeal, ma perché venni chiamato in causa direttamente con la richiesta di dare un contributo dopo avere combattuto e dopo che mi fu riconosciuto pubblicamente di essere stato un po’ la punta di diamante dell’opposizione. Non feci 4 mesi di campagna elettorale, ma mi candidai gli ultimi due giorni e chiaramente mi venne proposto una lista civica ma alla fine la mia fu l’unica candidatura indipendente nel Partito Democratico”.

Oggi giura che la sua non è un’avversione al Pd, tutt’altro, e conferma di riconoscersi ancora nei principi e nelle linee del Partito Democratico più di quanto si esprimano e si manifestano coloro che ci stanno da tanto tempo.

Ma spiega:

“Io mi sono immediatamente posto in una funzione ‘conflittuale’, anche se non l’ho fatto pubblicamente, per correttezza, lasciando il tempo a chi di dovere di maturare un percorso che non è arrivato da nessuna parte. Esattamente un mese dopo le elezioni chiesi conto del perché non si dichiarò il dissesto a Reggio Calabria, visto che lo avevamo chiesto per due anni in Consiglio comunale. Una scelta macroscopicamente errata che paghiamo anche oggi”.

Per questa nuova avventura Liotta dovrà allestire anche una buona squadra:

“Come nasce la mia lista? In questi due anni in cui ho messo in campo questo percorso non ho cercato di fare la rincorsa ai nomi da candidare. Ho cercato di fare un discorso che fosse veramente di rottura col sistema, non contro i partiti, ma alternativo ai partiti che in questo momento sono vuoti. Ho cercato di dare anche un messaggio: non sono andato a cercare i candidati che avevano i numeri, sono andato a cercare i candidati che avevano le qualità, e sono tornato da un nucleo di bellissime persone rappresentative di vari mondi. Soprattutto sono persone belle, sono persone che hanno da dare e da offrire alla città un contributo. Nell’arco della prossima settimana potrebbe esserci la conferenza stampa”.

I cavalli di battaglia

“Quando esco nel balcone, vede lo Stretto, la Sicilia e due città che sono periferia rispetto a un asse Catania Palermo, e rispetto un asse Catanzaro Cosenza. Assieme costituiamo una grande area in termini di numeri, di opportunità, di qualità, di continuità, di amore e di passioni condivise, tanti punti di unione che fanno si che questo mare se invece di separarci dovesse essere trattato in modo da essere d’unione, ci metterebbe non al centro dell’Italia ma ci metterebbe al centro del Mediterraneo come una risorsa fondamentale”.

La Regione dello Stretto per Liotta è un obiettivo percorribile, ma non calato dall’alto. Una idea che prende le mosse anche dall’avversione del candidato verso quel regionalismo nato 50 anni fa, e che non lo ha mai convinto. Liotta racconta anche di aver avuto la possibilità di candidarsi e vincerle le regionali, ma che per coerenza ha detto no.

Ma al di là della Regione dello Stretto Liotta vuole puntare sull’Aeroporto dello Stretto, altra questione da sempre nella sua agenda:

“Avrei intenzione, nel giro di un anno e mezzo, due anni, di far decollare l’Aeroporto per quello che mi verrà permesso. Tanti ne fanno il cavallo di battaglia, io ci sono da 25 anni su quella materia ed ho presentato tre anni fa, nel febbraio del 2017, un progetto rivoluzionario per fare un aerostazione a Messina e collegare in hovercraft l’aeroporto dello Stretto. Ma, soprattutto, ho promesso urbi et orbi, che la mia prima azione politica, se eletto, sarà quella di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea per togliere dalle mani di Sacal il nostro aeroporto e creare una società che ha capacità, nuova visione, per farne non soltanto un aeroporto in termini di utenza e di commercio, ma soprattutto un Hub economico”.

E sui rifiuti a Liotta piace parlare in termini di risorsa e non di problema:

“Fare educazione al cittadino, fare i centri raccolta, che sono le isole ecologiche di quartiere – non lo dico ora, lo dicevo nel 2011 quando ero consigliere con Energia pulita – e mettere anche i mastelli e i raccoglitori sotto terra con i bussolotti esterni. Dare una premialità a chi differenzia a rendere la differenziazione un obbligo e premiare il cittadino che conferisce quella che oggi è una ricchezza. Ci sono materie prime, vetro bianco e vetro colorato, alluminio, che non si chiamano plastica. Io li chiamo Pet e PVC. Sono due materiali che hanno un valore immenso che se si introduce in un circuito di economia circolare locale crea occasioni di lavoro e di sviluppo”

Polo civico possibile

“Nino Liotta oltre un mese fa è stato forse il primo soggetto che ha cercato di mettere in piedi un primo Polo, che non è un terzo Polo, io lo posso dire a voce alta”.

Il candidato per Nuova Reggio non si nasconde dietro il dito:

“Un passaggio di natura civica ci vedrà partecipi solo nel momento in cui non sarà una aggregazione di numeri e nomi, ma sarà uno slancio in avanti di tutti. Io mi sono confrontato con tutti, sono amici, avversari, e in una sola occasione conoscenti”.

Ma Liotta riconosce qualcosa in più ad uno di loro:

“Senza nulla togliere agli altri, verso il professor Bombino, amico e collega, nutro grande stima. È uno che ha sempre fatto passi di lato per aprire rispetto alle famose condizioni come ho fatto io e come ha fatto anche qualcun altro. Va riconosciuto e spero di non fare danno a nessuno, perché non c’è una mia manifesta volontà in questo rispetto al nome che ho fatto. Ma devo dire che ho sentito tanti ‘io io io’, ho sentito dei mega ego, ho sentito sempre le persone che o non si sono presentati al tavolo o se si presentano lo fanno con paletti e condizioni. Uno slancio in avanti prevede un atto d’amore per la città, avere l’umiltà di porsi alla pari con tutti e, soprattutto, parlare con verità”.

Una stima, quella verso Bombino, che Liotta rende ancora più plastica quando afferma che se eletto, magari con un Bombino avversario, lo chiamerebbe lo stesso per assegnargli un incarico. Liotta guardando agli avversari certi dice:

“Come il centrodestra non ha un candidato neanche il centrosinistra. C’è il candidato uscente, che in una coalizione politica sana si sarebbe messo da parte o sarebbe stato invitato dal suo partito a mettersi da parte. E chi le parla aveva la possibilità l’anno scorso di chiedere le primarie e diventare il candidato di una parte politica. La cosa che vedo in pochi posti è mettere avanti l’interesse della città. Nino Liotta sindaco sarebbe una grande opportunità pure per chi vuole fare politica, perché Nino Liotta sindaco darebbe l’opportunità ai partiti di lavorare dentro se stessi ed elaborare un nuovo modo di fare politica che è stato perso di vista”.

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