Comunali Reggio, Minicuci firma il suo impegno per la città con il 'Patto per la rinascita'

In un’atmosfera berlusconiana, il candidato del centrodestra mette la firma su dieci punti urgenti da affrontare nei primi 180 giorni

Dieci punti in 180 giorni. È il patto che il candidato sindaco del centrodestra Antonino Minicuci ha stretto con la città a quattro giorni dal ballottaggio che lo vedrà sfidare l’uscente Giuseppe Falcomatà.

Nella segreteria del Coordinamento provinciale di Forza Italia si respira un’aria di grande attesa. Minicuci nelle ore precedenti aveva caricato di significato quella che doveva essere una conferenza stampa. Il candidato sindaco si è presentato in maniche di camicia, col volto tirato e stanco da una campagna elettorale durissima. Pian piano, sullo sfondo di un set di berlusconiana memoria, prende possesso della postazione che lo vede difronte ai giornalisti desiderosi di fare domande. Ma nel frattempo le regole sono state cambiate, perché non si tratta più di una conferenza stampa, ma di un semplice incontro con un annuncio da fare. Insomma, è vietato fare domande. Cosa che desta più di una perplessità tra gli addetti ai lavori, anche se poi viene spiegato che singolarmente ognuno avrebbe potuto condurre la propria intervista individuale.

Dunque via al monologo. Minicuci parla per una decina di minuti presentando l’elemento di novità della sua campagna elettorale, questo Patto che consta di dieci punti, impressi su una sorta di volantino plastificato firmato dal candidato sindaco. Un programma fitto di interventi e di promesse – “questo è il mio impegno per la città” dice Minicuci – che spazia dai rifiuti alla dismissione del patrimonio edilizio, dalla viabilità alla rete idrica, dallo sblocco dei condoni edilizi alle circoscrizioni.

“Il Patto è un grande patto, e i patti si devono rispettare. È sfidante, per tutto quello che è stato inserito. È un fatto concreto e realizzabile. Ci vuole sangue e fatica per realizzarlo, e io ci metterò sangue e fatica. Lo firmo in modo tale che se non raggiungo questi risultati in 180 giorni i cittadini possono venire a chiedere conto, ed io andrò a casa”.

L’incontro coi giornalisti vuole quindi essere un grande focus sul Patto coi cittadini, ma Minicuci non rinuncia a stuzzicare il sindaco uscente Giuseppe Falcomatà:

“Sarò stato disattendo io, ma non ho sentito da Falcomatà idee e proposte concrete per rilanciare la città. Ha detto solo slogan. ‘Reggio non si lega’, ‘Minicuci è uno straniero’, come se venissi da Bolzano. E mi pongo il problema di tutte quelle persone che lavorano fuori, ritornano, e si devono sentire dire ste cose. Io penso, Falcomatà – sbotta Minicuci – che sono più calabrese di te che sei vissuto sempre nella bambagia e non hai mai lavorato in vita tua”.

Per Minicuci la città è ad un bivio – “o si risorge o si muore”, ha detto, parlando di “città da terzo mondo. Uno schifo. Una città bellissima che non ha servizi essenziali”- e per questo il Patto diventa un “Patto per la rinascita”. Invoca quindi trasparenza e concretezza che lo stesso ritrova nei dieci punti in cui è stato suddiviso il miniprogramma da realizzare nei primi 3 mesi dopo l’elezione.

“Voglio dare risposte e certezze in tempi immediati, Ma queste sono solo piccole anticipazioni di tutto il lavoro che porteremo avanti, perché il nostro programma è chiaro. Ma entro i 180 giorni dall’insediamento della giunta io voglio che si realizzano questi dieci punti. Sono dieci proposte, dieci idee, dieci urgenze che noi riteniamo di dover affrontare e rislvere perché la città si risollevi e rinasca”.

Così Minicuci passa alla lettura solenne dei dieci punti del Patto. E alla fine la firma in stile berlusconiano:

“Vogliamo voltare pagina. Vogliamo far sì che la città risorga e vogliamo mandare a casa un’amministrazione inefficiente e incompetente che non ha saputo svolgere il proprio ruolo”.

Il finale è un po’ movimentato. I colleghi cercano di riaffermare il proprio diritto a rivolgere domande al candidato, atteso che la convocazione è stata per una conferenza stampa. Solo in extremis Minicuci si concede ai microfoni dei giornalisti. Ma i toni si inaspriscano ancora di più, tra gli applausi degli aficionados del candidato. Ci vuole l’intervento energico ma moderato di Francesco Cannizzaro per far tornare la calma. Piuttosto apparente.