Comune di Reggio, è tutti contro tutti. Il Titanic c'è, l'iceberg si avvicina

'O deleghe o si va a casa'. Maggioranza in bilico: Falcomatà su tutte le furie, Brunetti all'angolo e Versace chiama i partiti

L’orchestra dentro Palazzo San Giorgio continua a suonare, nonostante l’iceberg si avvicini sempre più minaccioso. Definire metaforicamente la maggioranza come un Titanic rischia di essere gentile nei confronti dell’amministrazione comunale. I propositi virtuosi del ‘volemose bene’ successivo al rimpasto di giunta sono rimasti tali, la cenere in realtà non si è mai spenta e nelle ultime settimane è arrivato un vento contrario che rischia di essere letale per le sorti dell’amministrazione guidata dal sindaco f.f. Brunetti.

Nomine partecipate, tutto fermo

Nel far west generale che sembra oramai essersi impadronito di Palazzo San Giorgio, due le stilettate che hanno contribuito ad alzare ulteriormente il livello di tensione. Il primo nodo è relativo a una decina di giorni fa e riguarda la”designazione di rappresentanti del Comune presso le Società partecipate dall’Ente”. Amministratore Unico/Componente di Consiglio di Amministrazione e Revisore Unico/Componente di Collegio Sindacale le due posizioni ricercate. Due profili da selezionare e individuare a chiamata, ovvero dopo la valutazione dei curriculum da parte dell’amministrazione.

Come riportato su queste pagine, sono Alex Tripodi e l’avv. Antonio Germanò le due figure scelte dall’amministrazione comunale per aggiudicarsi le due posizioni previste dal bando. Il primo è il segretario provinciale di Liberi e Uguali, il secondo presta attività di assistenza e consulenza ed è particolarmente vicino al sindaco metropolitano f.f. Carmelo Versace. Entrambi i nomi, Tripodi e Germanò, sono di gradimento (se non direttamente proposti) del sindaco sospeso Falcomatà.

Proposte fatte in segreto e imposte dall’alto, senza dialogo e interlocuzione. Con queste ragioni, l’area (crescente) del Pd ormai in aperto scontro con Falcomatà e il gruppo Democratici e Progressisti hanno stoppato le nomine di Tripodi e Germanò ad un passo dal traguardo, minacciando anche di non votare in futuro l’approvazione del bilancio, fatto che porterebbe in automatico al naufragio dell’amministrazione.

Un paio di riunioni di maggioranza non hanno favorito la fumata bianca ma anzi alzato ancora di più una fitta nebbia attorno ai due profili da selezionare per le società partecipate dell’ente. Qualcuno della maggioranza avrebbe anche fatto notare che Alex Tripodi (in quanto segretario di partito) sarebbe in contrasto con quanto previsto dal regolamento, che tra i requisiti fondamentali richiede appunto l’assenza di incarichi politici.

Mozione approvata, Falcomatà su tutte le furie

Al problema nomine delle partecipate, si è aggiunta nei giorni scorsi l’approvazione di una mozione presentata lo scorso 10 marzo dal consigliere di opposizione Demetrio Marino. Con 6 voti favorevoli, 4 astenuti e 4 contrari è stata approvata la proposta di nomina di un ‘controllore’ per il monitoraggio degli atti del consiglio. Una sorta di ‘operazione trasparenza’, deficit datato della maggioranza che era stato tirato in ballo numerose volte dall’opposizione, con in testa i consiglieri Minucici, Milia e Ripepi.

L’approvazione della mozione, secondo quanto raccolto, avrebbe fatto andare su tutte le furie il sindaco sospeso Falcomatà che sarebbe arrivato a minacciare dimissioni. Minacce ovviamente che hanno il solito compito di richiamare la maggioranza a rientrare nei ranghi, considerato che Falcomatà non ha ritenuto di rimettere il mandato ne in occasione dell’indagine sui brogli elettorali che ha visto coinvolto il capogruppo del Pd Nino Castorina, ne successivamente alla sentenza di condanna, con allegata sospensione, nel Processo Miramare.

De Gaetano

‘O deleghe o si va a casa’: maggioranza in bilico

I nodi, prima o poi, arrivano sempre al pettine. La questione deleghe, una vera e propria telenovela andata in onda in questi mesi dentro Palazzo San Giorgio, si innesta così come la celeberrima goccia che rischia di far traboccare il vaso della maggioranza.

Il sindaco f.f. Brunetti ha giocato a torello in queste settimane, temporeggiando rispetto alle pressanti richieste delle forze di maggioranza. Adesso però il filo sembra essersi spezzato. In particolare sembra essere incontenibile il disagio del leader di Democratici e Progressisti, Nino De Gaetano. La mancata distribuzione delle deleghe, rispetto all’impegno preso 4 mesi fa da Brunetti in persona con il gruppo, ha portato a quello che se non è uno strappo definitivo poco ci manca.

Il gruppo capitanato da De Gaetano, stanco dei continui rinvii, sarebbe pronto ad alzare l’asticella e a chiedere una delega anche per il consigliere comunale Nocera. “Quanto accaduto in Commissione Bilancio è solo un antipasto di quello che potrebbe accadere in futuro. La riunione sulla definizione delle deleghe al comune era stata fatta la settimana dell’epifania con i capigruppo dopo settimane di trattative. Ad oggi ancora nulla, adesso il tempo è scaduto e le conseguenze potranno essere pesanti per le sorti dell’amministrazione comunale”, assicurano fonti vicine a Democratici e Progressisti.

In Commissione Bilancio, il consigliere Cuzzocrea (in area civica, quindi vicino a Falcomatà) è uscito dall’aula al momento della votazione, mentre Quartuccio e il sindaco f.f. della Metro City Versace erano assenti. Lo stesso Versace, secondo quanto raccolto, alla luce della situazione delicatissima prova a prendere in mano il timone chiamando a raccolta i partiti, al posto dei gruppi consiliari che avrebbero fallito il tentativo di ricucire i fili della maggioranza.

Quale la via d’uscita per dare vita a un ‘revisionismo storico’ in salsa Tarantiniana e portare il Titanic ad evitare l’iceberg e navigare in acque sicure? Il difficile compito ai diretti interessati, con Brunetti chiamato a ingrossare il filo della pazienza già tessuto grazie all’opera di mediazione portata avanti (non senza fatica) in questi mesi.

Di sicuro c’è da fare i conti con il ‘o deleghe o si va a casa’ urlato da parte della maggioranza, che di altri rinvii non vuole sentirne parlare. Se la volontà del sindaco sospeso Falcomatà era quella  di attendere l’esito del ricorso presentato in merito alla sospensione ricevuta, con la speranza (vanificata) di rientrare a Palazzo San Giorgio e tornare a gestire in prima persona la delicata questione, adesso non ci sono altri orizzonti temporali da indicare e anche la pazienza degli alleati si è esaurita.

La pressione è tutta sulle spalle di Brunetti, che sembra essere in mezzo a due fuochi. Da una parte i desideri di Falcomatà che preferirebbe continuare a temporeggiare e non assegnare le deleghe, dall’altra parte una fetta considerevole di maggioranza che indica con fermezza la doppia possibilità: ricucire, dialogare, assegnare le deleghe e concordare le mosse successiveOppure l’iceberg….