Reggio, l'ex assessore Albanese in Forza Italia? Milia tiepido: "Non siamo un partito taxi"

Ingresso di Albanese "dalla porta secondaria", il capogruppo di Forza Italia: "Non ci sono stati contatti diretti". Marino (Pd): "Cambi di casacca che non condivido"

La carica degli ‘anti-Falcomatà’: Zimbalatti e Albanese passano nel centrodestra? Così come successo in passato con Marcianò, Anghelone, Neri e Cardia, il sindaco (e il centrosinistra) perdono i pezzi. Così scrivevamo circa 10 giorni fa, ipotizzando i possibili ‘traslochi’ dei due esponenti di esperienza tra le file di Forza Italia.

L’ex assessore ai Lavori Pubblici ha usato toni durissimi nei confronti del sindaco Falcomatà e del Partito Democratico, con la rottura che era stata ufficializzata già nei giorni successivi alla mancata riconferma all’interno della giunta. Zimbalatti invece ad oggi è ancora a Palazzo San Giorgio (nonché a Palazzo Alvaro) ed un esponente di maggioranza, ma la sua esperienza all’interno dell’amministrazione Falcomatà sembra essere agli sgoccioli.

Tornando a Rocco Albanese, seppur le recenti dichiarazioni dell’ex assessore rilasciate a Gazzetta del Sud sembravano virtualmente già da esponente di Forza Italia, il passaggio all’interno del partito fondato da Berlusconi non sembra essersi ancora concretizzato.

Le parole del capogruppo Federico Milia, nel corso della trasmissione ‘Reggio Politik’ in onda su Rtv, confermano che il dialogo tra le parti non è ancora iniziato.

“Rispetto ai rumors sull’ingresso di Rocco Albanese in Forza Italia, innanzitutto, ci tengo a dire che Forza Italia non è un partito taxi, non accogliamo chiunque abbia 500 voti nel nostro progetto politico. Non è questa la linea e l’impostazione del nostro partito a partire dal coordinatore regionale Francesco Cannizzaro.

Prima si valutano le competenze, le idee, la condivisione di un percorso e di un progetto, solo successivamente si valuta un possibile ingresso”, il pensiero di Milia, concetto espresso in generale prima di tornare specificamente sul possibile ingresso di Albanese.

“In effetti sarebbe dalla ‘porta secondaria’ come è stato affermato dal conduttore nel corso della trasmissione. Personalmente, Albanese non ha interloquito con me e lo stesso posso dire per il coordinatore cittadino Tonino Maiolino. Come è noto, Albanese si è avvicinato alle posizioni del consigliere regionale Giacomo Crinò, che è un dirigente di Forza Italia.

Ma non vorrei che questi rumors facciano perdere credibilità al nostro partito, costruita negli anni con enormi sacrifici e selezionando tutta la classe dirigente. Noi valutiamo bene chi deve mettere piede in casa nostra. Rispetto alle motivazioni che hanno spinto l’ex assessore Rocco Albanese ad essere così duro contro il Pd e il sindaco Falcomatà, questo bisogna chiederlo a lui”, ha concluso Milia.

Da ex collega di partito di Albanese tra le file del Pd, il consigliere metropolitano e comunale Giuseppe Marino preferisce non addentrarsi nel merito delle scelte e delle forti dichiarazioni dell’ex assessore ai lavori pubblici.

Consigliere Giuseppe Marino (2)
Il consigliere metropolitano e comunale Giuseppe Marino

“Io credo che il problema sia più profondo e vasto. Io questi passaggi e cambi di casacca non li condivido, non riguardano soltanto la nostra città e credo riguardano la crisi della politica a livello nazionale.

Nel momento in cui si decide di impegnarsi lo si fa per interessi o per ideali politici che devono tramutarsi in azioni concrete? Nel momento in cui scelgo di candidarmi per il Pd, sposo degli ideali che hanno una visione completamente diversa rispetto ad esempio a quelli della Lega Nord.

Mi chiedo -ha proseguito Marino senza citare Albanese nello specifico- cosa spinge un esponente cambiare completamente postazione e visione rispetto a prima. Noi alle prossime elezioni europee candidiamo esponenti come il sindaco Decaro e l’eurodeputata uscente Picierno, la Lega il generale Vannacci. I cambi di casacca dovrebbero far riflette anche chi acquista e accoglie gli esponenti politici, questi traslochi spesso non mi sembrano motivati da questione politiche”, ha concluso Marino.