Dimissioni in blocco del centrodestra, giù la maschera: chi sta bluffando?

Regna la confusione dentro Palazzo San Giorgio, servono invece trasparenza e idee chiare. La situazione attuale

Consiglio Comunale (3)

Crisi al comune di Reggio Calabria, negli ultimi giorni è impossibile provare ad arginare il fiume di voci, illazioni e rumors (facilmente archiviabili nella categoria ‘Gossip’) che circonda Palazzo San Giorgio. Centrosinistra e centrodestra appaiono come nella celebre ‘Vita spericolata’ di Vasco Rossi, “ognuno con i suoi guai”.

Mentre l’amministrazione guidata dal f.f. Brunetti è pronta ad ufficializzare e presentare la nuova giunta, il centrodestra è alle prese con le dimissioni in blocco e il ‘mistero’ delle clausole.

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“Ma è vero che si sono dimessi?”, “Ora tocca ai consiglieri di centrosinistra”, “E’ tutta una presa in giro”, “Ma in quanti hanno rassegnato le dimissioni?“: sui social network e in giro per le strade è un diluvio di commenti, domande, dubbi. Mai come in questo momento i cittadini meritano chiarezza e trasparenza, il tutto allegati ad una classe politica che mostri idee chiare e dignità. Non esattamente quello che si sta vedendo nelle ultime settimane.

Facciamo chiarezza: alle 09.30 di giovedi 2 dicembre, nessun consigliere comunale di maggioranza o di opposizione ha rassegnato concretamente le dimissioni presso la segreteria generale di Palazzo San Giorgio. Tutti, nessun escluso, ad oggi sono ancora seduti all’interno del consiglio comunale. Si arriva così al balletto iniziato qualche giorno fa, fatto di comunicati stampa dei partiti nazionali, quelli locali, e infine dei singoli consiglieri comunali di centrodestra. Mai, come in questi giorni, il ruolo seppur rilevante del notaio aveva assunto una connotazione che è sembrata vitale per le sorti dell’amministrazione comunale.

Ma cosa è accaduto di preciso? I 9 consiglieri comunali di centrodestra (ai 10 originali va escluso il seggio di Coraggio Italia che passerà, nel primo consiglio comunale, dal sospeso Saverio Anghelone al subentrante Gianluca Califano) in momenti diversi si sono presentati dal notaio Stefano Poeta firmando un impegno a dimettersi. 

Forza Italia (con i 3 consiglieri Federico Milia, Antonino Maiolino e Antonino Caridi), Lega con Antonino Minicuci e Giuseppe De Biasi, sino all’ultimo poker formato da Massimo Ripepi di Coraggio Italia, Demetrio Marino di Fratelli d’Italia, Nicola Malaspina della lista Reggio Attiva, Guido Rulli della lista Minicuci Sindaco. A loro, si è aggiunta ieri la consigliera di opposizione Filomena Iatì e oggi dovrebbe unirsi il consigliere di maggioranza Mario Cardia.

Perche si tratta di un impegno a dimettersi e non di dimissioni automatiche, che hanno bisogno solo della presentazione presso la segreteria comunale, è presto detto. Secondo quanto raccolto da CityNow infatti, tutte le dimissioni firmate presso il notaio Stefano Poeta avrebbero una clausola al loro interno. Non per tutti la stessa.

Alcuni consiglieri avrebbero optato per delle dimissioni subordinate allo scioglimento dell’amministrazione comunale, quindi valide solo se si arriverà ai 17 consiglieri dimissionari necessari. I consiglieri di Forza Italia invece, avrebbero optato per una formula più ‘light’ e certamente più concreta e vicina al pensiero di rassegnare il mandato: dimissioni valide a patto che tutta la coalizione di centrodestra sia unita, con tutti i suoi 9 consiglieri.

In quest’ultimo caso inoltre, bisognerebbe capire quali sarebbero le scelte successive dei partiti di centrodestra se la maggioranza andrà avanti per la propria strada. Surroga con il primo dei non eletti (che di fatto significherebbe il ‘sacrificio’ di chi ha rimesso il mandato) o una scelta di forza che preveda un forte messaggio da recapitare alla maggioranza, con dimissioni automatiche anche dei subentranti e di conseguenza i 9 seggi del centrodestra all’interno del consiglio comunale che rimarrebbero vuoti sino a fine legislatura? Anche in questo caso, sembra essere di Forza Italia la posizione più netta, con la volontà di far rimettere il mandato pure ai consiglieri subentranti. Non sembrano pensarla allo stesso modo gli alleati di coalizione.

E’ evidente che le idee differenti all’interno del centrodestra si siano plastificate, da qui lo scenario poco fluido e frastagliato che ha portato alla situazione attuale. Pochi giorni però è finalmente si capirà la verità. La prima mossa potrebbe arrivare dal consigliere Nicola Malaspina, il più deciso a rassegnare le dimissioni a prescindere se verrà raggiunto il ‘quorum’ di 9 o 17. Il rischio che per partiti di centrodestra, fatta eccezione per Forza Italia, si sia trattato di un semplice bluff, sembra essere concreto.