Comune di Reggio, il centrodestra torna all'attacco: "Fatti di gravità inaudita. C'è una casta di intoccabili"

"La legge non è uguale per tutti. Andremo in fondo alla vicenda". Nel documento spazio ai brogli elettorali e il caso Castorina

Comune di Reggio, il centrodestra si mostra compatto e torna all’attacco della maggioranza. Nel corso della conferenza stampa i consiglieri di opposizione hanno esibito la “Relazione conclusiva indagine conoscitiva mancata costituzione parte civile Processo Miramare”, un documento scottante secondo il pensiero del centrodestra reggino.

“Siamo 8 i firmatari di questa relazione, abbiamo messo nero su bianco tutte le questioni emerse che riteniamo essere importanti. Ho la stessa sensazione di quando nacque la vicenda Miramare, moltiplicata per 100. Spetta agli organi competenti adesso valutare quanto accaduto. Ci rammarichiamo che il Pd l’abbia buttata in ‘caciara’ attraverso le parole del capogruppo Sera”, afferma Massimo Ripepi, presidente della commissione Controllo e Garanzia che ha prodotto il documento.

“La legge non è uguale per tutti. La costituzione di parte civile secondo l’amministrazione vale sempre, tranne se ci sono di mezzo dirigenti dipendenti o esponenti della maggioranza. L’avv. Fedora Squillaci è l’unica dirigente a non aver mai ruotato a dispetto di quanto prevede legge anticorruzione, anzi è stata premiata dal f.f. brunetti con l’ulteriore conferma. A nostro parere c’è danno erariale, spetta a chi farà luce valutare.

È dal circuito virtuoso disegnato nel perimetro costituzionale che si sono allontanate le condotte, anche omissive, che hanno generato fenomeni perversi quali i brogli elettorali, la mancata costituzione di parte civile nei processi SATI e MIRAMARE, la inammissibile mancanza di rotazione dei dirigenti ed un insopportabile doppiopesismo a danno di chi è privo dei titoli della “casta”, sentenzia Ripepi.

Federico Milia, consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia, assicura come il centrodestra sia unito e compatto, nell’evidenziare  “l’ennesimo atto di arroganza che è modus operandi classico dell’amministrazione comunale. Si tratta di schiaffo dato a tutti i reggini, non possiamo che denunciare questo comportamento che denota la più totale assenza di rispetto da parte della maggioranza. Quando ci sono situazioni simili che riguardano cittadini di ‘serie b’ si va spediti come treni, quando invece riguarda l’amministrazione comunale si fa di tutto per insabbiare le cose”, sottolinea Milia.

“Interferenze e protocolli cancellati”

In videoconferenza anche il consigliere comunale e già candidato a sindaco Nino Minicuci, che parla senza mezzi termini di ‘fatti di una gravità inaudita. ‘

Nelle 17 pagine che compongono la “Relazione conclusiva indagine conoscitiva mancata costituzione parte civile Processo Miramare”, il centrodestra tra i punti più scottanti fa riferimento a quanto rilevato il 3 settembre 2018: “è intervenuta una insolita richiesta della Dirigente (prot. n. 139753) indirizzata al Responsabile dell’Ufficio Protocollo Generale e Albo Pretorio, di annullamento del numero di protocollo 137364 del 3 settembre 2018, con una motivazione assai singolare “in quanto protocollato per mero errore”.

Si tratta di una marcia indietro che, al di là delle “spiegazioni” della Dirigente SQUILLACI, lascia quanto meno ragionevolmente supporre una “interferenza”, anche e soprattutto alla luce dello sconcertante ed anomalo iter impresso alla vicenda da soggetti investiti di pubbliche funzioni”, si legge nel documento.

Il riferimento ai brogli elettorali

All’interno del dettagliato documento, trova spazio anche quanto accaduto alle ultime elezioni comunali.

“Anche in quel caso, il Capo di Gabinetto provò a stendere un velo sulla “incapacità” del Sindaco di ostacolare le disinvolte condotte che avevano portato l’allora Capo Gruppo PD Antonino CASTORINA a commettere una serie incredibile di “pasticci” da inscrivere invece, e con pienezza di titolo, in un contesto di illegalità diffusa che segna l’azione dell’Ente e che si coglie, ancora di più, evidenziando che il Consiglio Comunale di Reggio Calabria aveva approvato, sia pure con modifiche, come da delibera n. 33 del 14 giugno 2016, la Carta di “AVVISO PUBBLICO” che prevede, in caso di condanna non definitiva per reati cui la legge associ la sospensione della carica, l’obbligo degli amministratori di dimettersi, spontaneamente e senza ritardo.

Di sicuro, né il Sindaco nè i suoi ex assessori -tutti sospesi dopo la condanna in primo grado per il reato di abuso d’ufficio ad essi ascritto- non hanno rassegnato le dimissioni, e ciò costituisce palese violazione dell’obbligo giuridico sancito con la delibera di Consiglio Comunale n. 33/2016 che richiama, nelle sue premesse, la Legge Nazionale n. 190/2012.

Gli interrogativi dell’opposizione

Un vero e proprio decalogo di dubbi viene stilato dai consiglieri di centrodestra all’interno della dettagliata relazione. Interrogativi che puntano a

1. è tollerabile che l’Ente non si sia costituito parte civile nei confronti della ex Dirigente Maria Luisa SPANO’ e che nessuna richiesta risarcitoria sia stata sin qui avanzata in sede civile nei suoi confronti?

2. è ammissibile, in relazione al capo 1., che precede, che i motivi di opportunità in forza dei quali l’Ente non si è costituito parte civile nel Processo c.d. SATI siano stati addotti da soggetto privo di titolo ed illegittimamente avallati dall’ingiustificato silenzio dei destinatari della comunicazione dell’8 febbraio 2018 dell’avv. Vincenzo RIZZI, cioè Sindaco, Capo di Gabinetto, Dirigente dell’Avvocatura Civica e Segretario Generale?

3. su quali basi è stata “neutralizzata” la costituzione di parte civile che l’Avv. SQUILLACI aveva preparato già dal 3 settembre 2018 per il Processo MIRAMARE?

4. è normale che di un atto, regolarmente protocollato, venga poi chiesto ed ottenuto l’annullamento del numero di protocollo, come è avvenuto il 3 settembre 2018?

5. quel giorno, cioè il 3 settembre 2018, la Dirigente ha subito indebite interferenze prima di chiedere l’annullamento del numero di protocollo?

6. la Dirigente dell’Avvocatura Civica, viste le anomalie del 3 settembre 2018, si è forse allineata agli intuibili desiderata dell’intera giunta comunale, finendo poi per disinteressarsi di una vicenda che investiva in pieno il suo ruolo di unica figura titolata e responsabile?

7. è normale che la Dirigente si sia interfacciata sulla costituzione di parte civile nel Processo MIRAMARE con soggetti in palese ed insanabile conflitto di interessi, nonostante avesse il potere di provvedere in piena autonomia, forte della delega ad essa conferita il 3 novembre 2014 ai sensi dell’art. 73 dello Statuto Comunale?

8. è conforme a legge che l’inammissibile “confronto”, una sorta di rimpiattino tra Dirigente e Sindaco, si sia risolto nella mancata costituzione di parte civile dell’Ente?

9. hanno avuto influenza, ed eventualmente quale, gli accadimenti descritti, nella recentissima decisione (attuata per interposta persona, da individuarsi in BRUNETTI Paolo, oggi f.f. di Sindaco) di confermare ancora una volta l’avv. SQUILLACI nel ruolo di Dirigente dell’Avvocatura Civica?

10. perché l’avv. Fedora SQUILLACI, da oltre tre lustri, è destinataria di una sorta di inamovibilità che di fatto la colloca al di sopra di qualsiasi rotazione dei dirigenti, peraltro obbligatoria ai sensi della normativa nazionale anti corruzione?

Le richieste del centrodestra

Il documento del centrodestra, trasmesso alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, al Ministro degli Interni, al Procuratore Regionale della Corte dei Conti ed al Presidente dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione, si conclude con le seguenti richieste dei consiglieri di opposizione.

“Il Presidente (di minoranza), Consigliere dott. Massimo RIPEPI, insieme a tutti i Consiglieri sottoscrittori chiede, pertanto, in via principale, che sia messo ai voti ed approvato dalla Commissione Controllo e Garanzia il presente Documento, contestualmente invitando il Sindaco f.f., ai sensi e per gli effetti dell’art. 39, comma 3, del Regolamento approvato con delibera consiliare n. 8/2018, a riferire per iscritto in merito a quanto emerso con specifico riferimento alla approvazione della delibera di Consiglio Comunale n. 33 del 14 giugno 2016.

in via subordinata, cioè nel caso di mancata approvazione delle richieste svolte in via principale, i sottoscritti chiedono che il presente Documento venga allegato ai risultati dell’indagine e trasmesso con estrema sollecitudine al Presidente del Consiglio Comunale, perché ne curi, con altrettanta sollecitudine, la distribuzione a tutti i Gruppi Consiliari, affinchè il Consiglio Comunale provveda a valutare nei trenta giorni dal ricevimento le indicazioni emerse dall’indagine svolta in Commissione”.