Condominio 21 marzo, Montinaro: 'Non li hanno uccisi. Abbiamo vinto noi'

La moglie del capo scorta del giudice Giovanni Falcone commenta il murales creato sulla facciata di un palazzo di Reggio Calabria

Intervenuta ai microfoni di CityNow durante il format Live Break, Tina Montinaro, moglie del capo scorta del giudice Giovanni Falcone, ucciso nella strage del23 maggio 1992, ha commentato il bellissimo murales che adorna il Condominio “21 marzo” da poco presente a Reggio Calabria.

Montinaro sul condominio 21 marzo di Reggio Calabia

“Quando vedo questi murales – ha affermato la vedova Montinaro che, a distanza di 30 anni, non ha mai interrotta la sua personale lotta alla mafia – penso solamente una cosa: “Non li hanno fermati, non li hanno uccisi perché ancora oggi noi continuiamo a parlarne e a prenderli come esempio.

Opere d’arte come questa sono presenti in tutta Italia, anche in Sicilia ed in particolar modo a Palermo. Credo che la scelta di commemorali in questo modo non possa fare altro che riempirci il cuore”.

Quelle di Tina Montinaro, alla vista del murales commissionato dalla Soseteg al maestro Alessandro Allegra, sono parole colme di emozione:

“Abbiamo vinto noi, c’è poco da fare. Sembra assurdo a dirsi, ma è così. Quegli uomini ci hanno fatto alzare la testa. La gente non vuole capire che se si va in giro con la teca dei resti dell’auto dell’attentato è perché lì ci sono racchiusi tre famiglie, tre vite, tre speranze, tre sogni.

In un periodo in cui tutti si giravano dall’altro lato o si chiudevano dentro, con coraggio questi uomini non hanno fatto neanche un passo indietro”.

La moglie di Antonio Montinaro ha poi concluso:

“Se vogliamo rispettarli, dobbiamo ricordali. Ci sono stati uomini coraggiosi che ci hanno dato la possibilità di dire “no alla mafia”. Oggi molti giovani non sanno chi sono e cosa sono stati capaci di fare. Per questo non ci possiamo permettere di non far tornare il tema al centro delle scuole”.