Consegna Cero Votivo, Falcomatà: "Casse comunali non sono più un bancomat"

Oggi la tradizionale consegna del Cero Votivo al Duomo di Reggio Calabria. Le parole del sindaco Falcomatà

Oggi la tradizionale consegna del Cero Votivo al Duomo di Reggio Calabria. Il sindaco Falcomatà, attraverso il seguente intervento, si è soffermato sul momento storico vissuto dalla città e la strada maestra da seguire in futuro.

“Oggi, per il quinto anno, ho l’onore di consegnare il Cero Votivo. Non ci si abitua mai a parlare da qui, in questa meravigliosa cattedrale, ai piedi del quadro della nostra Madonna della Consolazione. Attenzione a chi smette di emozionarsi, a chi pensa che un incarico temporaneo sia un qualcosa di proprio, a chi coltiva l’abitudine al potere.

Il sindaco viene definito come il primo cittadino. E’ vero, ma al contempo è anche l’ultimo. Con le critiche, i suggerimenti e i consigli che i reggini mi danno -le parole di Falcomatà- mi ricordo di cosa significa il mio ruolo.

La politica non è ricerca del potere o consenso, non mi rassegno invece all’idea che la politica sia uno strumento per rendere migliore la vita dei cittadini. Questo strumento a volte può incepparsi, e puoi sentirti impotente o smarrito. Ma questo fa parte delle difficoltà dell’uomo, e devi prenderti anche delle responsabilità che non hai

I principi della democrazia, in questo momento storico, sono messi a rischio per ignoranza o propaganda. Quando abbiamo paura di chi ci sta vicino, il sentimento cede il passo al risentimento. La nostra identità -spiega il sindaco di Reggio Calabria- muore quando lasciamo spazio ai personalismi.

Quanto è bella la nostra città in questi giorni di festa. Basterebbe avere questa unità e identità per tutto l’anno.

Reggio negli ultimi anni ha abbracciato l’idea di una pianificazione partecipata, abbandonando l’abitudine di non spendere i fondi europei e utilizzare casse comunali come un bancomat. C’è ancora però tanta strada da fare, e c’è una dignità da preservare, anche nella morte. Per questo motivo dobbiamo valorizzare, e non limitarci a farla sopravvivere, strutture per noi fondamentali come l’Hospice”, conclude Falcomatà.